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Fabrizio De Andrè

 

Fabrizio De Andrè


Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.


CANZONE PER L'ESTATE
Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
con tua figlia che provava il suo vestito nuovo e sorrideva
con la radio che ronzava
per il mondo cose strane
e il respiro del tuo cane che dormiva.

Coi tuoi santi sempre pronti a benedire i tuoi sforzi per il pane
con il tuo bambino biondo a cui hai dato una pistola per Natale
che sembra vera,
con il letto in cui tua moglie
non ti ha mai saputo dare
e gli occhiali che tra un po' dovrai cambiare.

Com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare

Con le tue finestre aperte sulla strada e gli occhi chiusi sulla gente
con la tua tranquillità, lucidità, soddisfazione permanente
la tua coda di ricambio
le tue nuvole in affitto
le tue rondini di guardia sopra il tetto.

Con il tuo francescanesimo a puntate e la tua dolce consistenza
col tuo ossigeno purgato e le tue onde regolate in una stanza
col permesso di trasmettere
e il divieto di parlare
e ogni giorno un altro giorno da contare.

Com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare

Con i tuoi entusiasmi lenti precisati da ricordi stagionali
e una bella addormentata che si sveglia a tutto quel che le regali
con il tuo collezionismo
di parole complicate
la tua ultima canzone per l'estate.

Con le tue mani di carta per avvolgere altre mani normali
Con l'idiota in giardino ad isolare le tue rose migliori
col tuo freddo di montagna
e il divieto di sudare
e più niente per poterti vergognare.

Com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare
com'è che non riesci più a volare

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Submitted by D Es Demon A on Dom, 2009-01-11 07:35.

E' la notte dell'undici gennaio 1999
...la lancetta delle ore toccava il numero 2
...la lancetta dei minuti stava per toccare il numero 6

e quando lo ebbe fatto

qualcosa di indefinibile
pari ad una forza suprema,
forte nella sua arroganza,
si portò via il Poeta.
Quello dalla voce suadente e decisa.
Quello dai versi dolenti ed eleganti.
Quello dalle melodie coinvolgenti e sognanti.

Faber,
se non Dio ma qualcuno ti ha “inventato” -
nella piegata umiltà
che mi veste, incontrandoti,
lo ringrazio per averti fatto venire al mondo.

E' nella tua profondità
che ho imparato a scavare me stessa,
nella ferocia invasiva
dei tuoi versi
incalzanti,
ironici e provocatori.

In te,
vedo le mie debolezze
divenute forze:
l'amore per la poesia,
quella vera,
non quella che chiamavi “dei cretini e dei disonesti”;
l'interesse per il “diverso”,
la sottocategoria che non si conforma alle regole
di questo mondo, scaltro solo quando deve fregare,
fregarci, rubarci libertà e rispetto;
la sconfitta di Dio,
questo Dio malsano che ha lasciato
nelle mani degli uomini
il mistero di una fede
che non può assomigliare a ori e incensi,
che non può irrigidire la figura di Gesù,
in un misero ometto nelle mani di una
volontà superiore.
L'hai definito il primo grande rivoluzionario
ed io, condivido.

In te,
vedo le mie conquiste:
l'amore verso la conoscenza,
la curiosità,
la bramosia del sapere,
l'implacabile desiderio
di spogliare l'animo e la testa
da ignoranze irreversibili,
detonatrici, funeree.

Avrei voluto conoscerti,
bere con te un bicchiere di vino,
sentir pronunciare il mio nome dalla tua Voce
guardarti scrivere,
specchiarmi nella tua penna,
per carpire i segreti
della sua - e della tua - indefinita estrema bellezza.

ROSA DI RAME
Aprendo gli occhi mi accorgo della luce di questo solerte nuovo giorno che mi porta lontano dal turbamento che opprimeva il pensieri. Raccolgo i resti del mio cuore spezzato, mentre carezzo lievemente lo sguardo indispettito di fronte a questo specchio che mi ha travestito di miele, e ho chiesto a me stessa quello che voglio e per ora mi accontento di ciò che posso. E' notte, ora che scrivo, una notte esplicita, e nel suo cristallo diventa il filo che può unire la musica che ascolto, la voce che canta parole leggere, dolenti, perse in un silenzio serioso, afferrato nell'assenza di una pervicacia senza intenzione. E' la sorte che sorride, finalmente, ed io avverto il fruscio di questa brezza che mi porterà a domani, ad una nostalgia signora, preziosa, costernata. E' la vaghezza il segreto del mio commiato, ed inseguo l' effluvio di una libertà decantata in questa vita protetta da una campana di cristallo che non posso nemmeno sfiorare, mi taglierei e dovrei cucirmi la pelle. Ho il mondo nel cuore, ma non ne so parlare, non so tradurre le parole che si infrangono come onde nell'oceano indispettito dalla mancanza di una pioggia purificatrice. E allora, mi invento una storia qualunque, per imparare ad esistere nelle mie dimensioni, distante dall' inezia di chi non può intuire quanto sia irriverente la concessione di poter pensare senza barriere. Mi accingo ad usare la curiosità che, impertinente, vuole spogliare la mia anima, scalfirla per modellarla a ciò che sono davvero dentro, a ciò che sono davvero adesso che finalmente mi sento viva, padrona del mio corpo e della mia ostinazione. E' un ritmo che traballa, ma è la vita. Non è nel rimpianto che bisogna cercare le risposte, ma nella fiducia del blu profondo che, solenne, lascia lì le stelle, immobili agglomerati di desideri che attendono impazienti un corpo in cui poter esplodere, per regalare felicità. Concretezza. Veglia. Ardore. Sentimento. Vita.

...ascoltando “Un Giudice” – “Se ti tagliassero a pezzetti” - “Hotel Supramonte” - “Un matto” - “Si chiamava Gesù” - “Dolcenera” - Via del campo”

grazie Fabrizio,
genio della parola, poeta nell'essenza di un'anima rapita alla bellezza, voce ribelle e incantatrice. Grazie di aver vissuto, e grazie per essere esploso...e grazie per aver urlato i tuoi ammalianti pensieri...

umilmente, Desdemona

Submitted by Pezza on Mer, 2009-01-14 00:19.

complimenti Desdemona....
fai mi hai fatto "sentire" e Vivere le emozioni che hai provato a trascrivere........la mia schiena ne è testimone.....

Submitted by D Es Demon A on Thu, 2009-01-15 21:37.

la lancetta delle ore tocca il numero 10
la lancetta dei minuti tocca il numero 6

...sulla tua schiena
vibra il tremore
di chi sa ascoltare anche oltre le parole.
Ho vissuto
e
vivo
le emozioni che
la poesia mi regala,
provo a concederle
a chi può capirmi,
a chi non ha bisogno di altro
in questo scorcio di vita
in cui sembra impossibile
esistere
senza ipocrisia.

Ciò che hai scritto
mi rende felice.

Desdemona Triste
___________________________________________

- c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo -

Faber

Submitted by Bad Seed on Mon, 2009-01-12 20:21.

Fabrizio De Andrè è stato a San Michele Salentinò (ullallà!). Mia madre lo vide nel '76/'77 alla Taverna del Cacciatore, Fabrizio aveva in braccio un bambino di colore, doveva essere il figlio di Wess (Wess & Dori Ghezzi).

Fine dell'aneddoto.

Chi è che ha urlato "'sti caz*zi" in fondo all'aula?

Submitted by lucio on Mar, 2009-01-13 08:25.

La "lezione" di Roberto Vecchioni su Fabrizio De Andrè tenuta ai ragazzi dell'Istituto Comprensivo "F. De Andrè" di Peschiera Borromeo, in collegamento diretto con "Che tempo che fa" speciale De Andrè.
"... non c'è colpa ...non c'è perdono. Senso altissimo dell'amore che supera anche quello cristiano...".

Submitted by Pezza on Mer, 2009-01-14 00:00.

sento di scrivere la mia considerazione sulla serata dedicata a De André da Rai3...

Innanzi tutto trovo stupenda un'iniziativa simile in prima serata su una rete nazionale....(solitamente questa sensibilità la relegano alla 4^ serata)

poi, a dir la opinabile mia opinione, godendo della trasmissione di F.Fazio, ho notato quanto siano diversi tra loro gli artisti, e l'arte in genere....

alcuni hanno interpretato i brani di faber, come se fossero Loro brani. scritti da loro, con un sentimento nell'interpretazione, ma soprattutto, sapendo che non l'avevano scritto loro il brano, sono stati in grado di avere RISPETTO x FABRIZIO e le sue POESIE.....

Altri, seppur grandi artisti, nel loro fare, sono diventati in quella trasmissione, dei volgari ed incapaci cantanti da Karaoke....

in se, la trasmissione, l'ho considerata degna x quel che si proponeva....e spero ce ne siano molte con lo stesso spirito nei palinsesti in quelle che aimé sono le televisioni che dobbiamo sorbirci.....

(ah.....è ricominciato il GRANDE FRATELLO!!!!!)

SON TENTATO NEL PERDERE LA SPERANZA POCO FA PRONUNCIATA....

Submitted by Sandro (not verified) on Fri, 2009-01-16 17:19.

diceva in una battuta Benigni:"..le onde elettromagnetiche non le ha inventate Marconi..esistevano già..erano nell'aria..la grandezza di Marconi risiede nell'averle rese utilizzabili da tutti.." Anche i sentimenti esistevano, erano nell'aria come le onde elettromagnetiche..la grandezza del poeta sta nel renderle visibili nella perfezione delle parole, nell'indiscutibile esattezza delle parole..e della musica nel caso di de Andrè..nella sua voce la fusione tra poesia e musica, in quell'unico suono la nascita di una nuova forma d'arte: le sue canzoni. esistevano già..aspettavano lui per essere raccontate..la sua grandezza è nella puntualità con cui le ha scritte, la nostra fortuna nell'esclusività dell'emozione che genera la sua voce..ecco cosa ci ha lasciato..e per sempre..

non concordo con Francesco, però, sulla portata dell'evento televisivo di domenica scorsa in ..che tempo che fa..anche sforzandosi di non farlo, si è creato il Santino de Andrè..lo si è ricordato esasperando la sua personalità..scandalosa la curiosità della ricercatrice collegata dal Centro Studi De Andrè di Siena nel rovistare nell'intimità degli scritti del faber. un conto è realizzare un lavoro di ricerca, UNO STUDIO, con lo scopo di rendere alla nostra conoscenza l'evoluzione dell'artista..altro conto è aprire a caso i suoi libri, i suoi diari per ottenere lo share dello scoop..Poi, ovviamente, lo spessore artistico di Battiato, Jovanotti, Capossela, Piovani, Ruggero, Pagani e C. De Andrè era conosciuto già prima della serata su rai 3. Penso che sia stato l'ennesimo evento mediatico ben riuscito, uno di quelli che continuano a proiettare sullo schermo in questi giorni..un altro esempio? il documentario di Mollica..che vergogna! Intervistato ed inserito nel montaggio Vasco Rossi che definisce il Gorilla la canzone più bella di de Andrè..senza sapere che il Gorilla è la traduzione in italiano di Le Gorille di George Brassens.."senza parole"..ma perchè l'anno scorso nessuno ha ricordato l'11 gennaio? bè, perchè l'evento sarebbe stato nel 2009..la televisione cerca gli eventi..gli ascoltatori..e Dori Ghezzi i soldi..mi chiedo: cosa avrebbe pensato Fabrizio de Andrè?


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