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Tigghij’a passè bben!

 

Tigghij’a passè bben!


La dimensione relazionale è l’aspetto più bello ed interessante lavorando in una scuola, in particolare in una segreteria; ogni anno arrivano dai paesi limitrofi sempre nuovi docenti con cui si instaurano, e non sempre per “forza”, rapporti che a volte sono meramente formali, ma, e accade molto spesso e con piacere, anche di semplice amicizia.
Mi è capitato l’anno scorso di conoscere una docente di Ostuni di cui ho apprezzato molto il notevole suo bagaglio culturale ed umano. Nel primo approccio ho faticato a collocarla demograficamente nel vicino comune di Ostuni in quanto di accento prettamente non meridionale.
Nell’era informatica anche la scuola, in tutte le sue componenti, è coinvolta appieno nella digitalizzazione didattica, amministrativa, formativa, ed in particolari procedure l’addetto alla segreteria ha il compito di supportare l’utenza nell’utilizzo di ambienti informatici.
E’ ciò che ho fatto con la professoressa di Ostuni, e, a fine anno, mi ha ringraziato con la seguente frase, in dialetto ostunese, che mi ha molto sorpreso anche perché detta da una giovane signora: TIGGHIJ’A PASSE’ BBEN!
Pausa… stupore… occhi umidi (i miei)… e immagini di un tempo, persone care che non ci sono più.
Mia nonna Checchia usava ringraziarmi allo stesso modo quando, impossibilitata, mi chiedeva, per esempio, di prendergli un bicchiere d’acqua. Sabbedd, una vicina di casa, persona di una rettitudine morale, di un senso di rispetto dell’altro fuori dal comune e dal tempo, anche lei, quando con la stessa frase dopo aver ricevuto riscontro ad un suo bisogno: TIGGHIJ’A PASSE’ BBEN!
Non credo che in italiano vi sia una parola, una frase, che abbia la stessa forza. TIGGHIJ’A PASSE’ BBEN! Dire in italiano “ti auguro tutto il bene possibile” è niente rispetto a TIGGHIJ’A PASSE’ BBEN! E’ l’unica frase che si contrappone a tutti gli anatemi e maledizioni che si possono dire in dialetto ed in italiano ed ha la capacità quasi di “imporre” il bene sull’altro.
E non credo sia solo una frase, in specifico tre parole messe l’una di seguito all’altra, no! Pronunciare questa benedizione presuppone uno stato spirituale.
Come dicevo prima, mi ha colpito ri-sentirla da una giovane docente, ed a distanza di una trentina d’anni da quando la generazione dei miei nonni ha cessato di esistere e con essa parte della cultura popolare che ha partorito pensieri di una forza immisurabile, parole di una umanità di cui si rischia giorno per giorno di perdere ogni traccia.
Grazie professoressa e “tigghij’a passè bben pur tu”.
Rocco

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Submitted by Bad Seed on Mon, 2009-08-10 15:51.

Perchè hai messo il simbolo dello Yin & Yang? Tua nonna era cinese?? Che associazione di idee hai fatto???

Non vale rispondere "Cé 't n frech a te". Image Hosted by ImageShack.us

Submitted by midiesis on Mon, 2009-08-10 16:47.

Ho fatto una ricerca su google immagini con la parola chiave "il bene". Tra una immagine di Adamo ed Eva e quello dello Yin & Yang ho preferito l'ultimo.
Dato che sei uno smanettatore, si ti capita di trovare di meglio, fammi avviso.

Submitted by Bad Seed on Mon, 2009-08-10 18:54.

Mi sono messo di buzzo buono. Meglio di così non ce n'è. Image Hosted by ImageShack.us

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Submitted by midiesis on Mon, 2009-08-10 19:00.

...e in questo caso non posso che dirti: "bbiniditt a tte"!!!

Submitted by devina on Mon, 2009-08-10 18:15.

di solito te lo dico a voce quando scrivi un bell'intervento;
questa volta ne voglio dare testimonianza scritta su midiesis.
Veramente bello.
nando

Submitted by midiesis on Thu, 2009-08-13 14:53.

Riporto di seguito la poesia di Antonietta Arpino che ringrazio e saluto con grande affetto, stima e amicizia:

Digghje passé ben

Ué Rò, digghje passé ben
pi tott la vita tov
e pò, com ni ven è buen,
però, pigghje semp la via nov!

Ci ti setiche l'amor,
ci ti rriv l'abbunnanz,
rumen semp a cor, a cor
e na ti vutè, trimint annanz!

Digghje passé ben ogni mument,
pi me sint avvarament n'amich,
na so parol ca vulne allu vient,
cu tutt lu cor ie ti lu dich!

La vit è semp bell assè
ci sist l'amicizia, queta ver,
sient, sient semp a me,
la nost, avvarament iè sincer!

Lu disc pur Crist e lu Vangel
a tutt li discebbl e pur a nuie:
"Na ste cos cchjù bell a nterr e a nciel
di ci dè la vit pill'amisc suie!"

Al mio amico "vero" Rocco
Antonietta Arpino


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