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Abbracciante Vincenzo (‘Nzinudd lu carivignul)

 

Abbracciante Vincenzo (‘Nzinudd lu carivignul)

Il 7 luglio 1914, probabilmente in un casale di campagna (casil) tra Carovigno e Ostuni, nasce Abbracciante Vincenzo, figura significativa della musica popolare sammichelana nonché personaggio estroverso che ha divertito ed animato feste ed incontri conviviali dal dopo guerra sino alla fine degli anni ’90.

Carovigno, pertanto, risulta essere il paese natale e luogo di residenza della sua giovinezza vissuta insieme ai sui fratelli (2 maschi e 1 femmina) ed ai suoi genitori. Famiglia di umili origini che veniva identificata con il soprannome di “li musut”, probabilmente per un atteggiamento imbronciato di uno dei genitori. Quindi ‘Nzinudd lu musut, Vinenzo Abbracciante, quando giunse a San Michele Salentino nel 1947, sarà per i nuovi compaesani ‘Nzinudd lu carivignul, soprannome con cui lo identificheranno per le sue origini.
Il matrimonio con Sacco Caterina (razz di la puije), proprio in quell’anno, lo porta a stabilirsi definitivamente a San Michele Salentino dove rimarrà fino alla sua scomparsa avvenuta il 3 febbraio 2000.
La sua storia di musicante è simile a quella di tanti altri suoi coetanei: a 15 anni impara da solo a suonare prima l’organetto e poi la fisarmonica; durante il giorno a lavorare nei campi o a spaccare pietre per farne breccia e la sera in giro per le campagne e masserie a fare serenate. La scelta di visitare una masseria anzicchè un’altra era condizionata dalla presenza o meno di signorine. E’ facile immaginare quale fosse la scelta… Poi i musicanti godevano di alcuni privilegi tra cui quello di trovare le porte spalancate (quasi fosse un obbligo) quando si “portavano” le serenate e quindi, di conseguenza, ritrovarsi con la pancia piena, da non considerarsi cosa da poco visto la povertà di quegli anni.
La venuta a San Michele nel ’47, coincide con l’apertura di un negozio di frutta e verdura in via Duca D’Aosta, la sua prima attività commerciale, che chiuderà l’anno successivo. Racconta sua figlia Anna che proprio in quel periodo vennero da Latiano due individui a “vendere” soldi falsi. Portavano con loro sacchi di banconote (pensate che le 10.000 lire erano veri e propri lenzuoli) e si rivolgevano ai commercianti, quindi anche a ‘Nzinudd, proponendo l’affare: lo scambio poteva essere con rapporto da 10 a 100 (10.000 lire di valuta legale contro 100.000 di valuta falsa). “…mio padre li cacciò via e nei momenti di crisi ci ripeteva sempre che se avesse voluto sarebbe diventato ricco come alcuni altri … ci ha insegnato a vivere nell’onestà…”.
Alcuni anni dopo e precisamente nel 1950, consapevole delle proprie potenzialità (sua moglie già ricamatrice delle “Giovani Italiane” del Duce, ‘Nzinudd fisarmonicista), la famiglia decide di avviare una nuova attività commerciale. Cominciarono a vendere macchine da cucire e fisarmoniche a domicilio e dopo aver acquisito la fiducia di Paolo Soprani (gli faceva credito) aprirono un negozio in Via Regina Elena n. 28, l’unico negozio di fisarmoniche Paolo Soprani in tutta la provincia. Negli anni successivi l’attività si allargò fino alla commercializzazione di giocattoli ed elettrodomestici.
A differenza di suo fratello Pippinudd lu carivignul, anche lui fisarmonicista, ‘Nzinudd non si è dedicato all’insegnamento dello strumento musicale ai nuovi aspiranti fisarmonicisti. Nel momento in cui vendeva una fisarmonica, inseriva nel prezzo anche qualche lezione. I futuri fisarmonicisti, poi, passavano sotto la maestria di suo fratello Pippinudd da cui sono nati artisticamente Giuseppe Ferrucci, Italo Gallone, Leonardo Ciracì (Mr. Leo), e tanti altri.
Nel 1968, con il passaggio dal regime fiscale dell’IGE all’IVA ed il matrimonio di sua figlia Rosaria amministratrice del negozio, ‘Nzinudd chiude l’attività ma continuò a vendere ed a riparare ancora fisarmoniche e macchine da cucire. Il nuovo regime fiscale era molto più complicato e richiedeva la figura del commercialista, ‘Nzinudd, invece, era abituato a portarsi avanti da solo la contabilità. Sempre dal racconto di sua figlia Anna: “…la mattina metteva tutti i soldi sul tavolo e li contava con la porta aperta, non preoccupandosi dei passanti che assistevano alla scena…”.
Intanto in casa Abbracciante non si perdeva occasione per tirare fuori la fisarmonica e cantare, ballare. Bastava la venuta di amici, un po’ di formaggio, una bottiglia di vino e la festa cominciava. E non solo in casa propria. “… da piccola, mi metteva in piedi sul tavolo dicendo: mu a va cantè la piccenn…”. Stornelli, brindisi, mazurche, valzer, pizziche, ecc., tutto all’insegna dell’ironia e del doppio senso. Significativi i duetti con suo fratello Pippinudd che con botta e risposta improvvisavano rime fatte su misura ed inerenti il contesto in cui si trovavano. Altre volte intervenivano nel gioco gli astanti e poi si andava a finire ad una vera e propria competizione a chi faceva la rima più scherzosa.

Ad ereditare la dote artistica di ‘Nzinudd è suo figlio Franco che a 10 anni viene invogliato ad imparare a suonare la fisarmonica. Dopo un approccio forzato sia del padre che dello zio Pippudd, scopre l’importanza della musica e tutti i suoi risvolti sociali ed economici solo verso l’età della maturità. Ad Ostuni, città dove attualmente risiede, con Annibale Sanese apre una scuola di musica e suo figli Vincenzo, ora, risulta essere uno dei migliori fisarmonicisti a livello nazionale. Ma questa è un’altra storia…
L’ultima immagine che abbiamo di ‘Nzinudd è quella in cui è seduto sulla sedia messa al contrario, con le braccia appoggiate sullo schienale, sempre li, davanti casa sua oppure ad un angolo della piazza, con quell’atteggiamento un po’ imbronciato quasi a voler mitigare la forza della vitalità e dell’ironia che la sua fisarmonica gli ha sempre dato.

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