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De Vitis Nando

 

De Vitis Nando

Seguendo le orme del padre

Gino e Nando De Vitis: storia di una passione in comune tra padre e figlio

Primavera del 1990. Firenze.
Il salone del collettivo studentesco è gremito di studenti universitari tutti in attesa di conoscere, finalmente, le identità nascoste dietro gli pseudonimi firmatari degli articoli apparsi su “L’irriverente”, un giornale ciclostilato in proprio che già da due anni circolava nell’ateneo fiorentino. La redazione, al culmine di questa esperienza giornalistica la cui linea editoriale era stato lo sbeffeggiamento del potere e delle ingiustizie all’interno dell’università, nonché un contenitore attento alla cultura del mondo giovanile, aveva deciso di proposito di “manifestarsi” e chiudere così, all’apice del successo, il giornale.

L’immagine del quadro complessivo di questa operazione era ben nitida e particolareggiata nella mente dello studente Nando De Vitis. E così rimase… solo una immagine… un’idea… un progetto non realizzato ma sognato.

Supersano in provincia di Lecce, stesso anno.
A distanza di 800 Km. circa, a sud dell’Italia, suo padre, Gino De Vitis, Professore di Lettere in pensione, pubblica il 30° numero de “Il nostro giornale”: la libera voce dei supersanesi. Il foglio nasce l’8 maggio del 1977, quasi per scommessa, negli ambienti della ex sede del “Lecce-Club” di Supersano, su iniziativa di un gruppo di amici, ma, per varie vicissitudini sarà proprio Gino a dare continuità al giornale accollandosi oneri e onori. Libero dalla politica e dal potere, basa la sua linea editoriale esclusivamente sulla cultura e sul libero pensiero. Oggi, “Il nostro giornale” vanta 63 numeri editi e si accinge a festeggiare i 30 anni di vita. Esce con una cadenza di due/tre numeri all’anno raccogliendo articoli di storia locale, tradizioni, attualità, politica e cultura.

Lettere al giornale, Presente indicativi (lungo le strade del quotidiano – notizie in breve per 180 giorni), biografie di personaggi locali, recensioni, eventi, modi di dire, pillole di storia supersanese, Supersano… ieri (asterischi fotografici su cose, fatti e persone di casa nostra), sono alcune delle rubriche presenti che costituiscono l’archivio documentale di un’intera comunità.

400 numeri vengono anche spediti a rispettivi cittadini supersanesi sparsi per tutto il mondo. Sul 45° numero del dicembre 1996, in occasione del XX anno di vita del giornale, il Direttore Gino De Vitis scriveva a proposito: “…Questo è “Il nostro giornale” (la libera voce dei supersanesi), che compie vent’anni di vita, lo strumento che periodicamente varca anche gli oceani, capace di tenere sempre e ancor più avvinti al loro paese quei compaesani che con esso si sentono più vicini alla loro terra natia. Gli è che dall’Atlantico al Pacifico, da Philadelphia a Papeète, oltre che dalla Francia, dal Belgio, dalla Germania alla Svizzera e da ogni parte d’Italia (sono circa 400 le copie che vengono spedite), il foglio di casa nostra rappresenta, per questi compaesani, un continuo richiamo e per noi uno sprone perentorio, che ci sostiene e ci incita a non mollare…”. E i compaesani ringraziano e sostengono fattivamente il giornale come si evince dallo specchietto pubblicato nelle ultime pagine di ogni numero, intitolato “Grazie”, con al seguito l’elenco di tutti quei cittadini che contribuiscono (a fianco al nome è indicato l’ammontare dell’obolo volontario). Un bell’esempio di trasparenza ed onestà morale, anche in considerazione del fatto che tutta l’operazione non è a scopo di lucro.

Nando vive l’esperienza del giornale di suo padre con partecipazione. Legge tutti gli articoli, ne discute con lui, ma non ha mai scritto su “Il nostro giornale”.

Dicembre 1999. San Michele Salentino in provincia di Brindisi.
Dopo aver conseguito la laurea il geologia, il grande cambiamento: Nando, insieme alla sua compagna, Cosima Pastore, che ha conosciuto e frequentato a Firenze, decidono di sposarsi e si trasferisce a San Michele Salentino.

Pur mantenendo la residenza a Supersano, motivata dalla forte esigenza di non spezzare il legame affettivo con la sua terra”, si inserisce molto bene ed attivamente nel contesto sociale ammichelano. La passione per la musica, il cinema, la cultura in genere, la semplicità con coi si relaziona con gli altri, gli consentono di essere tra i fondatori, prima, dell’associazione culturale “Movimento Circolare” nel 2003, e poi del giornale “Suddest” nel 2005. Nelle pubblicazioni uscite fino ad oggi, firmando gli editoriali ed altri articoli, ha evidenziato grandi doti culturali (è un’ottima penna) ed un senso forte di libertà e rifiuto del potere, qualsiasi esso sia. Attento a tutto ciò che si muove nella cultura locale e globale, divora riviste e libri, divenendo, a volte, anticipatore di idee ed eventi (ne sono testimone) che poi si sono realizzati a livello nazionale.

Soddisfatto dello spessore culturale di “Suddest”, che secondo me rispecchia complessivamente il giornale che conduce suo padre, e di come è stato accolto dai tanti lettori, si guarda indietro e vede il suo sogno, ora concreto e reale. Ha forse importanza il luogo in cui si realizzano i sogni? Firenze, Supersano, San Michele Salentino… ma ha fatto una promessa: ha deciso di scrivere, almeno per ora, un articolo su “Il nostro giornale” di Supersano. Era proprio doveroso…

Queste due storie mi hanno appassionato, stupito ed emozionato molto. Parlando con padre e figlio ho apprezzato l’esperienza di Gino De Vitis che da 30 anni senza soluzione di continuità pubblica “Il nostro giornale” di Supersano e il sogno di suo figlio Nando che si concretizza con “Suddest”: la passione, la coerenza culturale, l’impegno, la costanza, la dedizione ed il sacrificio, tutto all’insegna di un progetto culturale comune basato su un concetto forte di libertà e grande onestà morale.

Ringrazio il Prof. Gino De Vitis per il materiale inviatomi e per le informazioni ricevute. Invece mi scuso con Nando perché, ignaro di ciò che stavo facendo, ha risposto alle mie numerose domande, il che mi ha permesso di “tracciare” su carta il suo percorso culturale “seguendo le orme del padre”.
Rocco D'Urso

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