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Per lo sviluppo ed il rilancio della provincia di Brindisi

 

Per lo sviluppo ed il rilancio della provincia di Brindisi


Riceviamo il presente documento unitario dalla CGIL di San Michele e volentieri pubblichiamo
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E’ falso che la crisi sia oramai passata o che sia il frutto della fantasia di qualche “pessimista di professione”; è falso soprattutto a Brindisi, terra di tante contraddizioni mai risolte!!
La forte consapevolezza di tutto questo ha indotto CGIL CISL UIL di Brindisi ad effettuare una disamina accurata di quanto oggi esprime in termini di sviluppo il territorio, indicando al dibattito generale quali sono, a parere del sindacato confederale, gli assi prioritari di intervento, sui quali è necessario far convergere con urgenza le azioni positive che il Governo, la Regione e gli Enti territoriali devono mettere in campo, al fine di rilanciare l’economia e l’occupazione a Brindisi.
Che la crisi non sia passata, lo confermano alcuni dati: cassa integrazione +500% nel primo semestre 2009, consumi energetici -10%, calo della produzione -12%. Sono questi alcuni dei fondamentali economici, che da soli bastano a giustificare la previsione della Banca d’Italia circa un PIL in calo del 5%.
Occorre, a nostro parere, dare una vera e propria scossa al sistema produttivo del Paese, soprattutto in quelle aree, come Brindisi, dove da anni si registrano cali negli investimenti e dove insistono grandi produzioni industriali che, per la loro natura, necessitano di nuove tecnologie, risorse per l’innovazione e una importante infrastrutturazione di supporto. La scelta di sostenere lo sviluppo, deve pertanto essere integrata dal superamento della logica della monocultura, per abbracciare, al contrario, tutte le potenzialità del territorio, industriali, manifatturiere, agricole, turistiche, logistiche,ecc., forti della semplice consapevolezza delle opportunità di un territorio per vocazione aperto a molteplici direttrici socio-economiche.
Vi è, ancora, un’altra priorità e cioè quella di salvaguardare l’ambiente, integrandolo nel progetto di sviluppo e non sacrificandolo ad esso, nonché tutelare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, le prime vittime di politiche indirizzate più allo sfruttamento che alla valorizzazione del capitale umano di ciascuna azienda.
Quale sintesi di questo complesso lavoro di disamina ed approfondimento, CGIL CISL UIL di Brindisi hanno individuato alcune aree di interesse generale che, con particolare riferimento alle rinnovate Istituzioni Locali, costituiscono per il sindacato confederale piattaforma rivendicativa, la quale sarà sostenuta con le conseguenti iniziative sindacali.

1) Costituzione immediata di un tavolo di concertazione territoriale anticrisi, con la presenza di tutti i soggetti del mondo economico e produttivo e con le Istituzioni locali, coordinato dall’Amministrazione Provinciale, con il compito di individuare e mettere in atto tutte quelle azioni positive utili a monitorare lo stato della crisi e proporre interventi a difesa del sistema produttivo locale, con particolare attenzione al Polo Chimico, al Polo Aeronautico, al Polo della Difesa ed al sistema dei Trasporti (collegamenti portuali, aeroportuali, ferroviari, ecc.), al sistema del commercio e dei servizi,al Polo tessile, alle attività socio culturali e formative.
2) Regolarizzazione del sistema degli appalti. Ad ogni rinnovo d’appalto pubblico e privato nel sistema delle grandi committenti industriali locali, si determinano sistematicamente: il ricorso al massimo ribasso (la soglia è ritenuta congrua anche con riduzioni del 60% sulla base d’asta) per l’aggiudicazione della gara; la messa in discussione dei livelli occupazionali; la contrazione dei diritti retributivi e contributivi acquisiti dai lavoratori; la elusione delle norme sulla sicurezza. Sono le conseguenze della logica dell’abbattimento dei costi sul fronte del lavoro (ma anche della mancanza di chiarezza nei bandi e nei capitolati circa il CCNL da applicare, le unità lavorative da confermare per le attività da aggiudicare, la valutazione dei requisiti professionali posseduti, della dotazione tecnico-strumentale in possesso della azienda concorrente, della regolarità contributiva, etc. Occorre ,in tal senso, inserire delle clausole vincolanti per le imprese appaltatrici e, in particolar modo, per le grandi committenti la cui incomprensibile resistenza all’adozione di regole certe e condivise alimenta il sospetto che a Brindisi la grande industria rifugga dal principio di Responsabilità Sociale d’Impresa e tenda a conservare la situazione storicamente data. Quella nota delle rendite di posizione consolidate e del “ meccanismo delle conoscenze e riconoscenze” che perpetua se stesso con buona pace dello sviluppo, dell’occupazione , dei diritti e della trasparenza. Risulta, pertanto, indispensabile adottare anche negli appalti privati il “gruppo interistituzionale d’intervento” (inps, inail, ispettorato lavoro, spesal, asl, finanza, carabinieri, polizia, vigili del fuoco) che il Prefetto di Brindisi ha varato nel settore pubblico quale formidabile strumento straordinario ed articolato di controllo e, al tempo stesso, di repressione e di potente dissuasione.
3) Immediata cantierizzazione di tutte le risorse disponibili in materia di viabilità stradale, infrastrutture di servizio, scuole, edifici pubblici, anche attraverso la richiesta alla Regione di provvedimenti di legge che accelerino le procedure di affidamento.
4) Forte iniziativa nei confronti del Governo Nazionale, affinché vengano rese immediatamente disponibili le risorse per il risanamento dei siti inquinati, previste dall’accordo di Programma sulle Bonifiche (sottoscritto presso il Ministero dell’Ambiente) ed affidate alla gestione di un organismo multi referenziale, coordinato dall’OSSERVATORIO DELLA CHIMICA, affinché provveda direttamente alla realizzazione delle opere, per mettere le aree interessate nella immediata disponibilità delle imprese che intendono investire a Brindisi. Alle bonifiche ed alla messa in sicurezza delle aree inquinate, nel rispetto del principio “chi ha inquinato, paghi”, in tempi e modi da concordare, dovranno concorrere anche gli eventuali soggetti privati responsabili del danno ambientale prodotto, senza comunque compromettere il processo di bonifica già avviato, secondo gli indirizzi, contenuti nell’ ACCORDO STRALCIO SULLA CHIMICA.
5) Avvio immediato del confronto con le società energetiche per la sottoscrizione di nuove convenzioni, che determinino la valorizzazione e la sostenibilità degli insediamenti energetici territoriali :
a) Riduzione del carbone e delle emissioni, nonché il loro monitoraggio continuo e condiviso, a cura di un organismo multi referenziale (ARPA, Provincia, ASL, Aziende);
b) La copertura dei parchi carbone di ENEL ED EDIPOWER;
c) Individuazione di un sistema di movimentazione dei combustibili che minimizzi l’impatto ambientale di tali operazioni;
d) L’individuazione certa di oneri a carico delle Società ENEL ED EDIPOWER, che indennizzino il territorio brindisino, sia in termini sociali che ambientali e infrastrutturali, per il rilancio dello sviluppo locale.
6) Sviluppo del sistema turistico-paesaggistico, sotto la regia dell’Amministrazione Provinciale e con il coinvolgimento di tutti i Comuni. Infatti in coerenza con la L.R. sul Turismo ed il recente accordo regionale tra l’Assessorato competente e CGIL CISL UIL, si possono assumere operatori, guide, custodi, accompagnatori, coordinatori. Tanto da realizzare e valorizzare gli itinerari turistici classici e nuovi (costiero-balneari, , enogastronomici, agroculturali, collinari) in particolare nella zona sud della provincia.
7) Apertura di un apposito tavolo di confronto con i soggetti interessati, al fine di individuare le possibili azioni a sostegno dell’Agricoltura e dei lavoratori agricoli, incentivando i marchi di qualità, pensiamo ad un marchio produzione brindisina, e sostenendo la filiera corta attraverso forti incentivi ai farmer market o negozi del contadino.
8) Rilancio dell’Osservatorio provinciale della Chimica, con il compito di fungere da raccordo tra le Istituzioni locali, le OO.SS. Confederali e di Categoria e le aziende del sistema Petrolchimico e quindi monitorare costantemente la produzione, gli investimenti e la occupazione riveniente dagli stessi.
9) Welfare locale: più servizi, più inclusione, più occupazione. La spesa pubblica per lo stato sociale locale rappresenta un vero e proprio investimento per lo sviluppo del territorio. Perché consente di dare risposte ai bisogni reali delle persone, di realizzare, attraverso l’esigibilità dei servizi, il diritto di cittadinanza e, anche, di creare nuova occupazione. Purtroppo, la rete dei servizi socio-sanitari , nonostante gli importanti passi avanti degli ultimi anni, ha troppe maglie ancora scucite. I documenti programmatici (pal, piani di zona, area vasta ,etc. ) devono concretamente trasformarsi in strutture e servizi : riorganizzando l’esistente ed attivando quanto di nuovo è previsto ma che rimane ancora sulla carta. Ad esempio, l’ attivazione dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) , dei consultori e delle Residenze Sanitarie Assistite (RSA) in tutti gli ambiti territoriali, rispondenti a criteri di qualità; l’implementazione (le risorse sono già disponibili) degli asili nido e dei centri di aggregazione giovanile; l’avvio dei progetti previsti per la riabilitazione e l’inclusione dei disabili. Tutto questo consentirebbe ingenti investimenti per realizzare servizi ormai indispensabili e immediata nuova buona occupazione, anche attraverso un cogente percorso di stabilizzazione del precariato.
10) Apertura di un tavolo di confronto con il sistema locale del credito, ABI e Istituzioni locali, affinché alle piccole e medie imprese brindisine vengano aperte linee di credito, legate a concreti progetti di sviluppo e di aumento dell’occupazione, garantite da un apposito fondo di garanzia a carico delle Istituzioni locali.

Contro la crisi, CGIL CISL UIL di Brindisi avanzano 10 proposte, per realizzare le quali, però, c’é bisogno che le rinnovate Istituzioni locali si muovano in autonomia e con autorevolezza. Autonomia dalle forti pressioni e dagli storici condizionamenti economico-culturali, Autorevolezza nei confronti del livello di Governo nazionale che, come panacea per tutti i nostri mali economici ed occupazionali, vorrebbe offrire a Brindisi la scandalosa prospettiva della centrale nucleare ad Ostuni.

Brindisi chiede interventi straordinari per uno sviluppo sostenibile e per la tutela del proprio patrimonio economico, sociale e produttivo.

CGIL CISL UIL brindisine assumono la contrattazione territoriale come lo strumento negoziale, attraverso cui determinare lo sviluppo sociale, economico, produttivo ed occupazionale di Brindisi. Nel rinnovare l’impegno al fianco dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, delle donne e dei disoccupati in tale direzione, intendono, infine, lanciare un chiaro segnale di metodo concertativo per il dibattito dei problemi, indicando un percorso che se condiviso porterà sicuramente grande beneficio al Territorio. Per questo non tralasceranno nulla per sostenere le proprie posizioni e se sarà necessario avvieranno anche le necessarie azioni di lotta a sostegno delle parti più deboli di questa collettività.

Brindisi, 10 luglio 2009

CGIL- CISL - UIL

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Submitted by edmondo on Mon, 2009-11-30 07:38.

Non ci credo. Questo non può essere un documento della CGIL-CISL-UIL di Brindisi!
10 punti, tutti importantissimi da portare sul tavolo della concertazione anche quello relativo alle “attività socio culturali e formative”; neanche una parola sulla crisi agricola!
Qui non si tratta di individuare “assi prioritari d’intervento per lo sviluppo ed il rilancio della provincia di Brindisi; ma di decidere la definitiva scomparsa di un popolo, la sopravvivenza di quanti ,ostinatamente,continuano a credere nel valore del lavoro onesto nel rispetto del territorio.
Peccato che neanche i maggiori sindacati siano vicini agli agricoltori che vedono mortificati i lori diritti da balorde normative europee, grandi speculazioni internazionali,colpevoli omissioni di enti proposti e pagati per sorvegliare-controllare-certificare, associazioni di categoria bravissime solo nel trattenersi la quota parte di competenza sugli aiuti comunitari, spregiudicati commercianti.
Poveri agricoltori, sono soccombenti anche con l’annuale guerra con gli storni!!

Submitted by Anonymous (not verified) on Mon, 2009-11-30 18:11.

Caro Edmondo, sono mortificata quanto te per le sorti dell’agricoltura, ma al punto 7 della piattaforma, CGIL, CISL E UIL chiedono all’agricoltura brindisina il salto di qualità necessario a rendere il comparto agricolo alla pari delle altre realtà produttive.

7) Apertura di un apposito tavolo di confronto con i soggetti interessati, al fine di individuare le possibili azioni a sostegno dell’Agricoltura e dei lavoratori agricoli, incentivando i marchi di qualità, pensiamo ad un marchio produzione brindisina, e sostenendo la filiera corta attraverso forti incentivi ai farmer market o negozi del contadino.

Ritengo che in queste righe ci siano le prospettive di una rinascita attraverso l’innovazione, la qualità e attraverso una qualsiasi forma di lavoro condiviso che può portare anche i piccoli produttori del nostro comune e della nostra provincia a fare sistema.
Se ci si mette insieme si è più forti sul mercato, la sfida è proprio questa, copiare il sistema di altre realtà per ridare dignità al comparto agricolo. Ma pari dignità va garantita anche ai lavoratori agricoli, che eccetto qualche lavoro specializzato, c’è la diffusa mentalità che se le cose non vanno per il verso giusto si scarica sui lavoratori, con un basso salario, e sull’INPS con l’evasione contributiva.
Posso affermare che nella nostra provincia ci sono aziende importanti per la produzione di vini di alta qualità, ma le stesse aziende pagano dalle 16,00 euro alle 23,00 euro per ogni giornata di lavoro; le stesse aziende dichiarano di rispettare il lavoro e la fatica dei propri dipendenti riconoscendo il valore sociale del lavoro……. Peccato che non si riconosce anche il valore economico.
Sicuramente non basta quanto è stato scritto nella piattaforma, ma è l’inizio di un percorso. Condivido con te che le associazioni dei produttori devono impegnarsi a difendere gli interessi dei rappresentati, ognuno per le categorie che rappresenta, lavoratori o datori di lavoro, affinchè si torni a parlare di lavoro onesto e dignitoso che rende liberi e che rende giustizia da qualsiasi parte stai.
Resp. CGIL San Michele Sal.
Maria Ciraci

Submitted by lemico on Mon, 2009-11-30 19:47.

Ciao, ma cosa puo incentivare un piccolo agricoltore di San Michele, quando dopo aver lavorato tutto un anno sulla terra, dopo aver speso denaro per arare la terra; potare gli alberi; diserbare (bella fessagine); magari irrorare le piante per evitare malattie; ed altri lavori; dopo aver passato nella terra umida (e alle zanzare) 7-8 ore due o tre persone per raccogliere 5-6 quintali di olive se le vede pagare a 12 euro al quintale (secondo me ci vanno a rimettere). Io ho risolto diversamente, uso l'uliveto come un bosco da cui ricavare legna da ardere nel mio caminetto, le olive non le raccolgo più, ci rimetto di tasca.
Ergo questi manifesti sindacali o politici che siano per me sono solo una presa in giro (e non voglio essere volgare).

Submitted by Anonymous (not verified) on Mar, 2009-12-01 18:55.

Beato te che puoi adoperare la terra come bene voluttuario e non come mezzo produttivo sottraendola cosi a qualcuno che la farebbe produrre per il proprio ed altrui benessere; magari usufruisci anche dell'aiuto comunitario che sarebbe meglio se andasse a chi la terra la lavora e la fa produrre.

G. Epifani

Submitted by lemico on Thu, 2009-12-03 02:11.

Caro Epifani, avrei voluto risponderti qui, ma purtroppo non credo che lo spazio sarebbe stato sufficiente, per questo ti invito ad andare su sottostante link e leggerti il tutto, inutile dire che aspetto una tua risposta o qui o sul mio blog dove ti pare.
Ciao

http://carolemico.myblog.it/archive/2009/12/03/io-e-la-mia-terra.html

Submitted by lemico on Thu, 2009-12-03 02:18.

Caro Rocco, volevo avvisarti di aver fatto un taglia ed incolla sul mio blog di parte di questo post con i relativi commenti, naturalmente come doveroso e di mia abitudine ho messo i link di provenienza.
Se ci sono problemi me lo dici.
Ciao

Submitted by midiesis on Thu, 2009-12-03 13:20.

tutto ok

Submitted by lemico on Sab, 2009-12-05 23:25.

Ciao a tutti.
Amcora aspetto che questo G. Epifani, sempre che sia veramente il suo nome, si faccia vivo.
A meno che non faccia come tanti che prima buttano la pietra e poi nascondono la mano.

Submitted by Anonymous (not verified) on Mer, 2009-12-09 17:28.

Segnalo che in periodo di raccolta delle olive preferisco privilegiare quel lavoro che trastullarmi con internet.
Quando tu, nel 1968, partisti da San Michele, io mi trovavo a Padova, presso l'Università di quella città, a studiare Scienze Agrarie; ma già da 17 anni ero in giro per l'Italia ed anche all'estero per lavorare durante le vacanze estive.
Partii con la speranza che un giorno potessi possedere un podere in paese ed inconsapevolmente, grazie alle attenzioni dei miei genitori, avevo assimilato la cultura che vigeva in questi posti fatto di un popolo di formiche che non si arrende mai e continua a produrre anche se, come ovunque, vi sono i topi che fanno razzia nel formicaio.
Come te sono tornato da pensionato, conduco un podere di due tomoli applicando le tecniche colturali che comunemente vengono attuate localmente, faccio lavorare altra gente e io fra loro, retribuisco secondo contratto sindacale, riesco a fare il bilancio secondo il mercato locale, non mi arricchisco e mi sento gratificato.
La tua nota, oltre a qualche provocazione, contiene molte imprecisioni, tutte finalizzate a gonfiare i costi (6 arature annuali, 80,00 euro a giornata), e ridurre i ricavi (olive a 7,00 euro al quintale). Fino a prova contraria, devo ritenere che sei incappato in raggiri o razzie e in tal caso sei giustificabile; ma se sei tu che, che per volertene fare una ragione, hai volutamente modificato i dati, stai barando e per me il discorso finisce qui.
Se invece, come dici, mi consideri un amico, se vuoi, puoi trovarmi in Piazza Marconi 29, dove collaboro, come volontario, in un sindacato che svolge pratiche anche per i contadini, piccoli proprietari e prestatori d'opera. Alcuni sono fra quelle circa 700 persone che ogni mattina, quando è buio, partono per percorrere anche 100 chilometri e più, per guadagnarsi "la giornata". E' il popolo degli "invisibili", perchè partono quando gli altri dormono ed in inverno tornano quando è già buio; in estate invece tornano verso le due o le tre pomeridiane, quando il paese è deserto perchè gli altri stanno al mare o a fare la pennichella e cosi al buio o nelle ore più luminose nessuno li vede.
Io quando parlo o scrivo mi sforzo per non ferire quella gente.
Tu, se vuoi, mettiti in discussione, poniti la domanda da che parte stai, e come può essere letta dagli altri la tua prima nota, quando ti vanti di aver trovato una soluzione nell'utilizzare il tuo oliveto come un bosco.
Sappi che i topi, anche se molto più grossi delle formiche, si scorgono meno; che siano consapevoli del loro parassitismo?
Faccio presente che ci sono anche le cicale, il loro frignare è considerato piacevole per alcuni, per altri invece è fastidioso, ma in fondo nessuno le considera perchè sono innocue.

G. Epifani

Submitted by lemico on Thu, 2009-12-10 00:19.

Carissimo Epifani, per prima cosa ciao, poi ti dico che non sono affatto anonimo, dato che metto il mio nick che uso anche sul mio blog è poi sono un utente registrato di questo sito non un ospite.
Vorrei tanto che tu mi spiegassi come fai a rientrare delle spese mandando avanti il tuo terreno con manodopera a pagamento, mistero.
Certo se le olive fossero pagate ad un prezzo ecquo cioè dai 30 ai 40 euro come fanno in altri posti, la cosa sarebbe ben diversa.
Poi non mi pare di aver offeso nessuno, se qualcuno si sente leso da quello che ho scritto vuol dire che ha la coda di paglia.
Quella gente che tu dici che parte di notte per andare a lavorare fuori, perchè lo fa? proprio perchè ci guadagna di più e lavora meno che a dover mandare avanti un piccolo appezzamento di terreno proprio, alcuni di questi quando non lavorano fuori e nei giorni di festa si dedicano ai loro terreni. Cose che se ti rileggi bene il post io ho scritto.
Leggiti bene il post, io non ho affatto detto che mi diverto a tagliare gli alberi, ma visto che è l'unico modo in cui ne posso ricavare un utile lo sfrutto cosi. Certo che mi sono messo in discussione il mio post è una specie di denuncia delle condizioni in cui versano e sono costretti i piccoli agricoltori nel nostro paese.
Comunque non è detto che non ti venga a trovare uno di questi giorni, magari senza saperlo già ci conosciamo.


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