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L’oratorio: tra l’identità e memoria storica della comunità parrocchiale

 

L’oratorio: tra l’identità e memoria storica della comunità parrocchiale

Aspettiamo l’incontro pubblico di giovedì 15 febbraio per conoscere in dettaglio ciò che la parrocchia di San Michele Arcangelo chiederà alla cittadinanza in merito alla realizzazione dell’oratorio. Comunque già si conosce l’importo che la parrocchia dovrebbe reperire, come vincolo e condizione, per concludere i lavori e usufruire, quindi, dei 500.000,00 euro messi a disposizione dalla CEI. 250.000,00 euro, probabilmente, saranno chiesti ai sammichelani e penso che non bisogna farsi sfuggire un’occasione del genere. Ma nel contempo ritengo utile riflettere su due aspetti.
1 – Cito due righe del volantino distribuito a tutti i sammichelani a firma del Consiglio Pastorale: “Così il terreno, che oggi si presenta ad angolo tra via Principessa Iolanda e via Corsica, è rimasto per tanti anni inutilizzato ed abbandonato”. Ho riletto, allora, le testimonianze presenti su questo sito di Don Pino Nigro, Vito Francioso, Giuseppe Epifani, vedi la storia di Tommaso Zizzi e del sottoscritto, dalla quale è evidente come lo “spazio” in questione sia stato per circa un decennio un laboratorio educativo e sociale, oltre che di fede, per tanti e tanti giovani. Non credo che negli anni passati sia stato un “posto” abbandonato e quindi da “cancellare” dalla memoria storica della comunità parrocchiale. Se nella lettura che diamo della “storia locale” traspare il tentativo di detergere dalla memoria alcune esperienze è un fatto soggettivo, ma rimane, comunque, il fatto che quel luogo, tanto caro al sac. Galetta, è servito a qualcosa ed è stato importante.
2 – Cito ancora: “La nostra Parrocchia non ha ancora approntato un itinerario di lavoro educativo da seguire nella struttura. Si prevede, comunque, un cammino formativo per le famiglie, per i giovani e i ragazzi che frequentano il catechismo, corsi prematrimoniali per fidanzati, alcune attività, che in mancanza di strutture adeguate, non sono state ancora avviate ed altre, che per lo stesso motivo, ora si tengono in Chiesa, luogo consacrato per la preghiera e per il culto”.
Se la comunità parrocchiale chiede alla comunità civile e laica di contribuire per la realizzazione di una struttura con la precisazione che “l’Oratorio è un luogo di formazione umana e cristiana e può divenire un vero centro di Cultura per il nostro piccolo paese”, allora è importante sapere prima quali soggetti e a quali condizioni si potrà utilizzare e mi chiedo: si potrà fare una manifestazione sui pacs? Si potrà fare un concerto rock? Si potrà proiettare un film che affronti il problema dei gay? Potrà usufruirne chi vuol fare un convegno su divorzio e chiesa cattolica?
I PRETI VANNO E VENGONO. Non vorrei che il prossimo prete che viene a San Michele cambi le carte in tavola come è successo con l’arrivo di Don Lillino e come si è ripetuto con Don Tony. Non vorrei che “l’itinerario educativo” prevede la presenza e l’utilizzo della struttura solo per alcune associazioni come l’Azione Cattolica e le altre che non rientrano nella “linea” del parroco pro-tempore devono sloggiare, come è successo con la Gioc.
LA COMUNITA’ PARROCCHIALE RESTA. E’ importante che sia la comunità a stabilire, subito, queste condizioni in modo da essere garante, verso tutti i cittadini, dell’utilizzo futuro della struttura e che sia, è auspicabile, senza pregiudizio alcuno e nel rispetto della moralità e civile convivenza. Se la comunità “stipula” un “contratto” in questo senso con la società civile, secondo me siamo sulla giusta strada; se la comunità parrocchiale riflette sulla propria “identità” e sulla propria “memoria storica”, credo farà un cammino più consapevole e “libero”.

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Submitted by nando (not verified) on Sab, 2007-02-10 16:30.

condivido in tutto l'intervento di rocco e aggiungo che non può essere "compito" di una singola persona pronunciarsi sull'utilizzo dell'oratorio, e ciò per vari motivi.
Facciamo un esempio.
Supponiamo che venga deciso che è possibile fare cineforum.
Ma chi si pronuncia su ciò che è possibile proiettare o meno?
Film scomodi o che trattano tematiche scomode, saranno ammessi o no?
E chi lo decide?
Poniamocele prima queste domande per non trovarci poi nella condizione di dover ripetere: "l'avevo detto io!"

Submitted by shaggy on Mon, 2007-02-26 08:55.

conoscendo alcuni dei gggiovani che frequentano
la aprrocchia ad esempionel gruppo giovani o cose del genere, noto che il 50% va li per fare casino e stare in compagnia degli amici, l'altro 50% va per compiacere i genitori.
e in nessuno dei suddetti giovani ho visto il benchè minimo spunto di maturità e coscienza civile.
Sperò comunque che l'oratorio si faccia (io soldi non ne do comunque (-__-) )in modo da togliere tanta gente che mi sta antipatica dalla strada dove potrei incrociarla con dispiacere, ma anche perchè qualcuno (ma proprio qualcuno) dei,sempre suddetti, gggiovani è rimasto con un briciolo di cervello e potrebbe imparare qualcosa.
rimane il mio scetticismo dato che le linee guida della chiesa in materia sociale mi sembrano come dire.... bigotte (per essere gentili) e purtroppo lo spirito critico deglia dolescenti lo vedo latitante (parlo dall'alto dei miei 18 anni e mezzo xD )
spero comunque che il luogo venga usato per cineforum, incontri pomeridiani, musica eccetera, e non per fare propaganda alla maniera paparazzinger....

Submitted by shaggy on Fri, 2007-03-09 15:48.

vorrei aggiungere qualcosa al mio commento precedente, onde evitare interpretazioni affrettate e sbagliate.
LA cosa che realmente mi intimorisce è il voler a tutti i costi "far entrare la parola di Dio nelle nostre(vostre) case" come se solo Dio possa salvare la mia anima dal male (dietro pagamento di dovuta parcella ovviamente...)
E ins econdo luogo quello che temo è il lavaggio del cervello/lobotomizzazione...
trasformai miei poveri coetanei indifesi in perfetti e provetti cristiani con il cervello chiuso ad ogni stimolo esterno che non arrivi per conto del Signore.

Quello che serve è la cultura.
se uno ha cultura acquisisce il rispetto.
Se uno ha rispetto non mi butta una bottiglia incendiaria sulla porta, non rompe panchine,
non spara alle spalle della gente.

Spero che l'oratorio riesca ad essere un punto di ritrovo e costituire uno stimolo per le menti. E non si riduca ad un mero spaccio della parola di Dio.

Submitted by rocco durso (not verified) on Fri, 2007-03-09 22:50.

E’ raro incontrare 18nni con un senso critico come il tuo e sensibile al sociale. Ed è vero ciò che dici riguardo il fatto con non può avere la Chiesa l’esclusiva della “formazione” dei giovani. Ci sono tante persone di mia conoscenza che si sono formate in altri ambienti e da adulti hanno acquisito un senso civico, una sensibilità ed una dimensione spirituale che mi lascia sbalordito.
Le mie “origini” e la mia formazione, invece, sono prettamente “parrocchiali” (oggi, molto distaccato). Secondo me l’esperienza di un gruppo di parrocchia è importante per tanti motivi: ci si incontra, si condivide, si fa comunità, ci si confronta, si esplora la dimensione più profonda del proprio essere, ecc… E’ anche importante la figura dell’educatore e come essa si rapporta con la realtà giovanile. Se l’educatore vede il giovane come un recipiente “vuoto” (giovane che frequenti o no la parrocchia) da riempire con anatemi e “verità” preconfezionate, forse otterrà un pessimo risultato. Ho conosciuto in tutta la mia esperienza educatori e preti che si sono messi in discussione e si sono rapportati con noi, allora giovani, rispettando il nostro livello di crescita. Non ci hanno considerati dei recipienti “vuoti” da riempire, ma ci hanno stimolato a saper tirare fuori il meglio di noi stessi.
Se io fossi un educatore, porterei nel mio gruppo di giovani il tuo post e lo leggerei. Poi chiederei ai ragazzi cosa ne pensano per intavolare un dibattito. Stimolerei la ricerca delle cause che produce tutto questo e mi metterei in discussione io stesso, come educatore. Poi stimolerei ancora un confronto con ciò che Cristo ha testimoniato con il suo operato. Farei esprimere i ragazzi ed io mi limiterei solo a stimolare. Questa, in estrema sintesi, è stata la mia esperienza in parrocchia e, ti assicuro, che ne è valsa la pena e lo rifarei ancora se fossi giovane.
Comunque, la parrocchia di San Michele ha molte risorse umane interessanti. Conosco molti educatori ed apprezzo ciò che fanno. Un’altra cosa: anche noi, allora giovani, eravamo molto critici con i preti “di allora”; ma si dialogava e ci si confrontava…

Submitted by shaggy on Sab, 2007-03-10 15:23.

ho saputo tramite "spie" infiltrate segretamente che il mio commento precedente è arrivato anche al principale destinatario...

Non volevo assolutamente offendere nessuno (e credo di non averlo fatto) volevo esprimere la preoccupazione che forse nutro troppo allarmisticamente...
E i miei commenti erano indirizzati soprattutto ai giovani d'oggi (ci scatarro su... come dice Manuel Agnelli) perchè li vedo intorno a me proprio come i contenitori vuoti di cui parlavi tu.
Salvo sempre le ben gradite eccezioni.
Non giudico le persone solo per avere un certo tipo di educazione, le giudico però per come mettono in pratica quegli insegnamenti.

-Piertonio-

Submitted by Anonymous (not verified) on Mon, 2007-03-19 21:25.

Vorrei fare una considerazione. Posso capire che Rocco ed i suoi abbiano dei rancori verso i preti e la comunità parrocchiale di MASSARIANOV, ma non capisco perchè li debbano contestare da fuori la parrocchia.Penso che se si sentissero veramente credenti per come dicono,sarebbe più opportuno portare delle proposte e aprire delle discussioni stando all'interno della struttura. Non vi pare?
Vi saluta il V.s Sentimentale.

Submitted by midiesis on Mar, 2007-03-20 11:33.

C'è gente a San Michele che pur essendo credente frequenta altre comunità. Credo che la domanda dovrebbe porsela anche qualcun'altro.
Da parte mia non ho, attualmente, la possibilità di dare il mio contributo in parrocchia. Forse in un futuro remoto. Aspetto un nuovo Concilio Vaticano II, un nuovo Papa, aspetto che le "barricate" contro la diversità nella chiesa cadino, aspetto di chiarire alcune cose del pasato ancora sospese (non per colpa mia), io aspetto.
Carissimo Sentimentale, presumo tu frequenti la parrocchia. Cosa ne pensi del mio post sull'oratorio? Mi piacerebbe che esprimessi il tuo pensiero su questo spazio, come pure mi piacerebbe conoscere cosa ne pensa la comunità.

Submitted by midiesis on Mar, 2007-04-10 09:30.

Abbiamo chiarito con Don Tony l'altra sera, dopo la messa celebrata alla San Vincenzo. Ci premeva chiarire il fatto che è stato scorretto coinvolgere l'associazione e la strumentalizzazione dei ragazzi in questa discussione. Don Tony ci ha risposto che la parrocchia è grande e si dicono un sacco di cose (lasciando intendere che non era a conoscenza di quanto accaduto).

Submitted by midiesis on Mar, 2007-04-10 10:29.

Continuano a pervenirmi testimonianze degli anni 70-80 sullo "spazio" ora destinato all'oratorio. Mi raccontavano del passaggio di propietà dal Vescovo alla parrocchia e delle formalità effettuate in quegli anni.
Io chiedo ancora agli amici della parrocchia: perchè persiste il tentativo di oscurare l'esperienza di quegli anni? Posso fare delle congetture, ma la comunità deve dare una risposta (non mi interessa la filosofia del responsabile, quella l'abbiamo capita molto bene, a me interessa il giudizio della comunità sammichelana);
L'altra cosa che ancora chiedo alla comunità (non ho avuto risposta) è sull'uso dell'oratorio: non sarebbe auspicabile che la comunità stabilisse ora come tale struttura si debba aprire all'esterno? giusto per garantire la pluralità e la democrazia. E' mai possibile che debbano essere i preti a stabilire quali associazioni devono essere presenti e quali no e quale linea politica/pastorale debba esserci in parrocchia e non lasciare che ci sia anche un'altra "campana" (gli amici devono sapere che nella chiesa ci sono tante altre realtà e modi di vivere la fede).
Aspetto una risposta.


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