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Lu Cascialurë

 

Lu Cascialurë


di Edmondo Bellanova
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Non lo vedevo più da tantissimi anni e questa mattina (la prima non nebbiosa in questa metà ottobre), come in una favola, in piazza si è concretizzata la presenza “ di lu cascialurë “.
E’ stato un tornare a tempi antichi, con donne piegate ad imbianchire gradini e muri con “lu scuparieddë”; vasi in terracotta pieni di cenere, calce ed olive “cornë” da fare alla “conzë”; bidoni in ferro e “pile” in tufo pieni di calce curata nei cantieri dei muratori.
Grazie Signor Giovanni da Martina Franca! Grazie d’essere tornato per ricordarci giorni sempre più lontani dalla nostra giovinezza!



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Submitted by aldo chiese on Mar, 2009-10-13 14:13.

quando ho visto l'altra mattina il camioncino con la calce in piazza mi sono chiesto: chissà se Mondino lo ha fotografato. Come al solito non gli sfugge niente. Complimenti.
Ciao Aldo.

Submitted by lemico on Mar, 2009-10-13 18:43.

Ciao a tutti.
Io ricordo quando da bambino (più di 50 anni fà) vedevo passare i venditori di calce (in pietra come si diceva) i quali giravano per le vie del paese con un carro trainato da un cavallo o un mulo, con la classica bilancia (quella con da una parte un piatto appeso da catenelle e dall'altra la sbarra su cui scorreva il peso, attaccata alla sponda del carro), i carrettieri con una gamba su ed una a penzoloni sul fianco del carro, invitavano la gente a comprare al classico grido " CAUC CAUC, ACCATTAT LA CAUC". Le donne che litigavano perchè non volevano le pietre con la parte scura perchè sporcava la calce.
Ricordo ancora quando molto piccolo (6-7 anni) mio nonno mi porto a vistare l'ultima calcara (nella zona anticamente ve ne erano diverse) che funzionava ancora nella zona di San Giacomo (nel triangolo formato dall'incrocio San Michele-Francavilla e la via interna che percorsa evita di passare per l'incrocio suddetto, attualmente di tale calcara mi sa che non esistono più nemmeno le mura), io mi incantavo a vedere tutte quelle persone che con le pietre calcaree costruivano una specie di volta, come un forno, sotto cui poi accatastavano della legna che successivamente veniva data alle fiamme, fiamme che rimanevano accese fino a quando grazie al calore le pietre non si trasformavano in calce (forse giorni).
E si, bei ricordi quelli del passato.
Chi di voi si ricorda ancora quella calcara?

Submitted by aldo chiese on Mer, 2009-10-14 05:57.

Mai sentito parlare di quella calcara.
Ciao Aldo.

Submitted by lemico on Thu, 2009-10-15 20:39.

Ciao, senti Rocco, ti rubo un paio di queste foto per metterle sul mio blog, ovviamente come mia abitudine ne citerò la fonte.
Va bene?

Submitted by midiesis on Fri, 2009-10-16 06:29.

Le foto sono di Mondino. Ma non c'è nessun problema. Fai pure, come sempre.

Submitted by lemico on Fri, 2009-10-16 12:00.

Grazie Rocco, comunque nel mio piccolo, se posso ricambiare serviti pure.
Le foto sono state messe in questo post :- http://carolemico.myblog.it/archive/2009/10/16/la-calce-le-calcare.html
come puoi vedere sotto è ben in evidenza il sito della loro provenienza, non è mia abitudine attribuirmi il merito del lavoro degli alri.
Si per la verita devo ringraziare sia te che Mondino anche per l'idea del post. Ciao

Submitted by lemico on Fri, 2009-10-16 11:59.

Ciao a tutti. Volevo dire ad Aldo che la calcare esisteva, non so quando a finito la sua attività ma esisteva dove o scritto, non so comunque se il territorio appartiene a San Michele o a San Vito.
Prova a chiedere a qualche persona che abbia più di 60 anni, forse qualcuno si ricorda.
Sarebbe bello ritrovare qualcuno che vi abbia lavorato.
Magari se il terreno su cui si trovava la calcara è stato venduto nemmeno i nuovi proprietari sapranno della calcara.
Ecco un esempio di come si perde la memoria delle cose passate, come questa chissa quante altre cose finiscono o sono finite nell'oblio.


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