Politica | spiritualità e religione
33831. ROMA-ADISTA. Un'iniziativa "per rispondere alla ‘crociata' clericale della Conferenza episcopale italiana, e alla acquiescenza di gran parte del parlamento ad essa". La rivista MicroMega, subito dopo la diffusione della Nota della Cei, lancia due appelli affinché "tutti i cittadini democratici" devolvano "l'otto per mille alla ‘Unione delle chiese metodiste e valdesi' che le libertà e i diritti civili degli individui ha sempre rispettato e anzi promosso, e che si è impegnata ad utilizzare i proventi dell'otto per mille esclusivamente in opere di beneficenza e non a scopo di culto o di sostegno per i ministri e le opere della propria confessione religiosa". Il primo appello è firmato da "atei, agnostici e comunque non credenti", il secondo da personalità cattoliche, tra cui una decina di preti. Di seguito i testi integrali con i rispettivi sottoscrittori. È possibile firmare l'appello sul sito www.micromega.net.
APPELLO FIRMATO DA PERSONALITA' CATTOLICHE
Noi cittadini cattolici, che tentiamo di testimoniare nella vita sociale ed ecclesiale una fedeltà la più coerente possibile al Vangelo e quindi critici e scandalizzati nei confronti di una politica dei vertici ecclesiastici sempre più tesa a usare il potere che deriva dal danaro, dalle clientele, dalle influenze politiche, dal dominio sulle coscienze per condizionare la politica degli stati e in particolare di quello italiano, riteniamo legittimo e forse doveroso negare a questo potere ecclesiastico il sostegno dell'8 per mille Irpef. Invitiamo tutti i cittadini italiani i quali, nonostante le intrinseche contraddizioni rispetto al principio di laicità, desiderassero comunque devolvere l'otto per mille a una espressione religiosa, a fare la scelta della "Unione delle chiese metodiste e valdesi" che le libertà e i diritti civili degli individui ha sempre rispettato e anzi promosso, e che si è impegnata ad utilizzare i proventi dell'otto per mille esclusivamente in opere sociali e non a scopo di culto o di sostegno per i ministri e le opere della propria confessione religiosa.
don Enzo Mazzi, Giovanni Franzoni, don Vitaliano Della Sala, don Raffaele Garofalo, don Gianni Alessandria, don Roberto Fiorini, don Franco Barbero, Francesco Zanchini, don Bruno Ambrosini, don Aldo Antonelli, Domenico Jervolino
APPELLO FIRMATO DA PERSONALITA' LAICHE
Di fronte all'offensiva clericale volta a limitare irrinunciabili libertà e diritti civili degli individui (che andrebbero invece decisamente ampliati), e alla subalternità e passività dello Stato nelle sue istituzioni parlamentari e governative, noi cittadini, benché non credenti in alcuna religione, in occasione della dichiarazione dei redditi invitiamo tutti i cittadini democratici a devolvere l'otto per mille alla "Unione delle chiese metodiste e valdesi" che le libertà e i diritti civili degli individui ha sempre rispettato e anzi promosso, e che si è impegnata ad utilizzare i proventi dell'otto per mille esclusivamente in opere di beneficenza e non a scopo di culto o di sostegno per i ministri e le opere della propria confessione religiosa.
Paolo Flores d'Arcais, Umberto Eco, Margherita Hack, Vasco Rossi, Giorgio Bocca, Simone Cristicchi, Andrea Camilleri, Dario Fo, Michele Santoro, Oliviero Toscani, Franca Rame, Ferzan Ozpetek, Lidia Ravera, Umberto Galimberti, Lella Costa, Luciano Canfora, Bernardo Bertolucci, Mario Monicelli, Eugenio Lecaldano, Gennaro Sasso
Fonte: www.adistaonline.it (fatti, notizie, avvenimenti sul mondo cattolico e realtà religiose)
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di Emilio Marrese
Roma. Dove finisce il nostro otto per mille? Come ogni anno l’Aduc, associazione per i diritti di utenti e consumatori, prova, un po’ faticosamente, a ricostruire la risposta in un dossier che qui anticipiamo. La Chiesa cattolica, intanto, si conferma la principale beneficiaria dei contribuenti italiani, incassando circa nove decimi dell’intera somma. Lo Stato, invece, devolve ai progetti umanitari solouna minima parte (il 5 per cento) della sua quota.
Colpisce che solo 4 italiani su dieci esprimano una scelta sulla loro dichiarazione dei redditi. Ma, siccome la norma prevede che comunque l’otto per mille dell’intero gettito Irpef venga distribuito ai sette soggetti aventi diritto, ne consegue che, anche se solo tre italiani su dieci scelgono esplicitamente la Chiesa cattolica, di fatto nove su dieci devolvono al Vaticano il loro otto per mille.
Infatti, i soldi non assegnati dai contribuenti (sono il 60 per cento dell’intera somma) vengono ridistribuiti in proporzione alle preferenze. Eccezion fatta per i Valdesi e per le Associazioni di Dio, che hanno rinunciato alla seconda distribuzione: i soldi in più che spetterebbero loro finiscono allo Stato.
Nei prossimi anni entreranno tra i beneficiari anche l’Unione buddista, l’Unione induista, i Testimoni di Geova e la Chiesa apostolica italiana.
La Chiesa cattolica è l’unica che ha diritto ad un anticipo annuale, senza aspettare i tre anni necessari per i conteggi. Su oltre 900 milioni, la Cei ne assegna agli interventi caritativi 195 (di cui 80 al Terzo Mondo).
“L’unica confessione che presenta un rendiconto dettagliato al centesimo” afferma l’avvocato Annapaola Laldi, curatrice del dossier Aduc, “è quella delle Chiese Valdesi, che danno modo al contribuente di risalire alle singole associazioni cui è stato girato il denaro”.
Lo Stato ha bocciato tutte le domande pervenute per le calamità naturali (per 52 milioni di euro), l’assistenza ai rifugiati (8,3 milioni) ed i beni culturali (564 milioni). Ha finanziato lo le 25 domande ricevute per la fame nel mondo: 7 interamente e 17 parzialmente (la Caritas diocesana di Prato ha ricevuto 412.280 euro).
Il Governo, quindi, ha accolto 25 istanze su 1601: il 2,81 per cento. Tutti gli altri soldi se li è tenuti per “urgenti impegni statuari correnti e straordinari”.
Dal 2000 al 2009 solo in due anni (2000 e 2003) sono stati rispettati gli scopi di legge (“interesse sociale o carattere umanitario”). La Finanziaria ha stabilito che l’anno prossimo lo Stato si terrà 35 milioni, mentre nei due successivi ne tratterrà 80 all’anno lasciando, come per il 2006, solo le briciole ai progetti umanitari.
Il Venerdì di Repubblica