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Pensieri - di Stefano Cavallo

 

Pensieri - di Stefano Cavallo

L’impeto della roccia
Sovrasta le giovani colline
Colme d’aria incesta
Furibondo raccapricciante

Il giorno cede il suo passo
E la notte si fa attendere
Intenso il cielo blu
Schiarisce la pallida luna

E ne fa un unico banchetto
Sul respiro più profondo
Giace la mia mano impaurita
E forse ho bisogno dei tuoi occhi

Per condurla sul tuo viso
Irte sulle onde si fa strada l’occhio irsuto
Forse ha già visto la mia faccia
Specchiarsi nel mare

Forse sei rimasto lì a veder sgusciare via
Il serpente sulle onde e avvitare a noi
Il suo tenero mordente
Mentre il mare ci accarezza

E la sabbia ci avvolge
E mentre le stelle brillano immobili
Il loro candore giunge a noi
Poveri vecchi ad aspettare su una seggiola

A cantar lamentele a tormentare l’anima
E in un sol respiro a voler ingoiare il mondo intero
A vomitare i sensi e infangarli con i miei
O giovane sposa perché il ventre o tuo materno

Nascondi visto che la vita ti ha portato a questo?
Perché coltivi amore e generi odio
Io ti amo e con te voglio togliere ogni velo
Come fuggir via sotto la pioggia
E correr in moto è poi così facile

Mentre ti premi e la tua strada hai già percorso
Senza cadere senza sapere
Ecco perché sento cos’è questa mia smania
Dove conduce per il sentiero
O per il mare il mio destino

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