Iniziamo a pubblicare le poesie di Stefano Cavallo, sperando che anche altri amici (ce ne sono tanti) seguano l'esempio.
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Angoli di tempo
Nel mio ventre balzano
E modellano i fianchi dolci
Del tuo essere fresco

Corpo fluttuante
Si avvita in una spirale
E al calar del sole
Il mare ci sorprenderà

Con il suo spumoso ancheggiare
Semplice eterno
Frastagliato movimento
Corpi affannosi
Rincorrono pelle giovane

Luccichio ferrato
Soffia dentro alito scrosciante
Brulichio inchiodante
Lo sguardo errante

Impasto l’aria col respiro
E cerco spazi remoti intramontabili
Capovolti in qualche
Insenatura cerebrale

Perso in questo momento
Intasco lo stato psichico
Fionda l’anima nel buio più recondito
Prima che la notte

Sopraggiunga con il
Suo intimo silenzio
A svelare miti e segreti
A rendere pace al cavaliere ferito

E leccare le ferite lui potrà
Sovente giunge inatteso il calore
Che s’avvinghia al corpo
Bisbigliando lentamente

I rintocchi del tempo passato
In un lampo e giù via
Per il campo fiorito
Così girovaghi a mani nude

Ma non far preda la sola paura
Lascia speranza
A chi scardina le porte
Per schiudere gli occhi per vivere adesso

Odo il silenzio in cui ti sento
E ora dopo ora si scolpisce marmoreo
Un velato sentimento
Freddo pungente come aria

Sottile rarefatta respirata con affanno
Sulle cime innevate lungo un percorso
di vite scavate ove giace eloquente
il nostro corpo in pace.

S.C.

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