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Il sessantotto

 

Il sessantotto

| | | | Si celebra quest’anno in tutto il mondo il quarantennale del sessantotto. Anno particolare che assume un nome proprio, a designare un anno eccezionale, nel quale grandi movimenti di massa socialmente disomogenei (operai, studenti e gruppi etnici minoritari) e formati per aggregazione spesso spontanea, attraversarono quasi tutti i paesi del mondo con la loro carica contestativa e sembrarono far vacillare governi e sistemi politici in nome di una trasformazione radicale della società: - Politica: ha portato più libertà un modo nuovo di fare politica, più spazio alle emozioni e all’utopia, la ricerca di una società più giusta e libera, più aperta. I giovani del '68 volevano libertà e democrazia, dalle università americane, schierate contro la guerra in Viet-Nam, alle piazze di Praga contro l’invasore sovietico; - Costume e cosieta: eguaglianza, libertà, maggior apertura a tutti i ceti. Spazi per le donne. Informalità nei comportamenti. Abbattimento delle gerarchie. Questi cambiamenti hanno segnato gli anni successivi, e sono risultati incancellabili e positivi; - Economia: Il 68 ha introdotto, a livello di massa, il principio di partecipazione democratica al lavoro, ha provato a dare senso alla ricerca della soddisfazione dal lavoro di per sé.. La partecipazione è stata diretta: attraverso le assemblee e la democrazia si è intervenuto sull’organizzazione stessa del lavoro, non solo sul salario; - Cultura: La cultura si è diffusa, è diventata partecipata, si è democratizzata. L’avanguardia è diventata di massa, la sperimentazione dei linguaggi e la diffusione tra gli strati popolari sono diventati fattori generalizzati. In questo spazio rievocheremo ciò che è avvenuto in quell’anno (e negli anni successivi) in ambito musicale, culturale, sociale e politico, senza tralasciare il nostro piccolo: anche San Michele Salentino ha avuto, con alcuni anni di ritardo, il suo sessantotto. Cercheremo, quindi, di portare delle testimonianze diretti di alcuni protagonisti “locali”.

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Submitted by midiesis on Mon, 2008-03-31 14:42.

1968 - IL '68 NATO IN CHIESA
Non arrivò al potere come gli slogan del maggio francese auspicavano, ma certamente l’immaginazione ruppe gli argini del sistema borghese, e fu il ’68: lo stato delle cose e le sue nomenklature furono sottoposti al fuoco di fila del pensiero critico – antiautoritario e anticapitalista - e nessuna gerarchia familiare, sociale, culturale, politico-economica o religiosa ottenne un salvacondotto. Almeno a livello di idee. E nuove idee, in particolare, continuavano ad animare il mondo cattolico da un capo all’altro della Terra, incalzando il percorso post-conciliare. Un percorso segnato da alcune pietre miliari, come la II Conferenza Generale dell’episcopato latino-americano che a Medellín (Colombia) afferma la Chiesa come Chiesa dei poveri. E nella rivoluzione epocale del ’68 accade anche che un vescovo brasiliano – mons. Antonio Fragoso - difenda a spada tratta la rivoluzione cubana e inviti i cristiani a riconoscere "le virtù evangeliche di Fidel Castro". Parole e fatti di liberazione si rincorrevano, si richiamavano l’un l’altro, inciampavano nella realtà e si rialzavano, anche in Italia: dalle parole del cardinale Giacomo Lercaro contro la guerra in Vietnam alla "primavera di Praga" fiorita con Alexander Dubcek, dalla contestazione degli studenti della Cattolica in piazza San Pietro (la Cattolica verrà occupata 4 volte e l’ultima durerà 15 giorni con il Rettore chiuso nel suo ufficio) all’occupazione della facoltà di Sociologia di Trento appoggiata apertamente da 9 preti iscritti alla facoltà. Nella Chiesa si sfogliano pagine controverse: il cardinal Lercaro dà le dimissioni; i presidenti nazionali della Fuci, Mirella Gallinaro e Giovanni Benzoni, inviano una lettera aperta ai docenti universitari in cui sostengono le ragioni della contestazione; il cardinale di Milano, Giovanni Colombo, condanna invece le proteste. Il 25 febbraio a Bologna l’incontro di oltre seicento cristiani di base organizzato dalla rivista Questitalia di Vladimiro Dorigo (che nella sua relazione contesta l’intervento Cei a favore del voto cattolico per la Dc e auspica l’azione comune di "credenti e non credenti per una nuova sinistra in Italia"), cui seguirà a Rimini (1-4 novembre) il 1° Seminario nazionale dei Gruppi Spontanei. Gli studenti di Roma si scontrano a Valle Giulia con la polizia. Paolo VI rileva l’inquietudine della Chiesa "per un turbine di idee e di fatti che sono secondo lo spirito buono", ma condanna poi la "teologia della rivoluzione". Il 4 aprile muore a Memphis, ucciso da un killer, Martin Luther King. Alla fine di luglio viene promulgata l’enciclica Humanae Vitae, che disattende le speranze dei cattolici di un’apertura sul tema della contraccezione, scatenando durissime proteste. Il 14 settembre la cattedrale di Parma è occupata da cristiani di base, e il 22 settembre la comunità dell’Isolotto di Firenze scrive una lettera di solidarietà agli occupanti di Parma: ne nascerà 'un caso', anche mediatico, a causa dell'ultimatum del card. Florit a don Mazzi: ritirare la solidarietà o dimettersi. Mazzi fu rimosso dalla parrocchia, ma la comunità rimase compatta al suo fianco. In lungo e largo per l'Italia veniva contestata dai cristiani di base la collusione clericale con il potere. A novembre, ad esempio, il Consiglio pastorale della diocesi di Ivrea si pronuncia contro la partecipazione azionaria del Vaticano alla Lancia. Così come viene contestato il potere del braccio secolare della Chiesa, a partire dalle Acli, che prendono sempre più le distanze dal collateralismo con la Dc. Contestazioni ovunque, nel ’68, ‘così in cielo come in terra’: durante la messa di Natale del card. Colombo a Milano, e, sempre nel tempo di Natale, nei tanti "presepi della contestazione" lungo tutta la penisola. (maria rita rendeù)

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