cinema
di Stefania Lombardi
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anno di produzione: 1973
Con Henry Fonda e terence Hill.
Chi non si ricorda di Ulisse, l'eroe simbolo dei tempi nuovi che si faceva chiamare Nessuno?
Beh, anche in questa storia un pò nostalgica, un pò "spaghetti western", abbiamo un eroe dei tempi nuovi e anche lui si fa chiamare Nessuno.
Ma un eroe dei tempi nuovi presuppone anche l'esistenza di un eroe dei tempi antichi e questo eroe è un qualcuno, nel senso che possiede un nome ed un cognome e si chiama Jack Beauregard.
Sfondo: il nostalgico western rappresentato da personalità a dir poco eroiche.
Storia: passaggio di consegne da Jack Beauregard, eroe dei tempi antichi a Nessuno, eroe dei tempi nuovi.
Come in ogni racconto che si rispetti, anche questa narrazione western ha una morale ma dovrete cercarvela da soli (in realtà è svelata a fine film).
Ecco l'incipit della morale..............
"Nessuno: La conosci la storia dell'uccellino? Mio nonno me la raccontava sempre.
Jack Beauregard: Diventare nonni era estremamente difficile ai tempi miei.
Vecchio: Era difficile ragazzo, ma non impossibile.
Nessuno: Allora, questo uccelino non sapeva ancora volare, durante l'inverno, in una notte fredda, ruzzola giù dal nido e finisce sul sentiero. Comincia a gridare "PIIO PIIO PIIO" come un matto e sta per morire di freddo, ma fortuna per lui ecco che arriva una vacca; lo vede e pensa di scaldarlo, e così alza la coda e... SPLASH, una margherita bella e fumante, grossa così. L'uccellino al caldo è tutto contento, tira fuori il capino e ricomincia "PI-PIIO PI-PIIO" più forte di prima. Ma un vecchio cojote lo sente e arriva di corsa, allunga una zampa e lo tira fuori dalla cacca, lo pulisce ben benino, e poi... GNAM! Se lo ingoia in un solo boccone. Il nonno diceva che la morale c'è, ma che bisogna trovarsela da soli."
Prima del passaggio di consegne dell'eore, è l'eroe dei tempi nuovi, Nessuno, che vuol far diventare l'eroe dei tempi antichi,Jack Beauregard, una leggenda vivente......
"Jack Beauregard: Perché vuoi farmi diventare un eroe?.
Nessuno: Ma lo sei già. Ti manca solo un gran finale, ti manca l'impresa da leggenda.
Jack Beauregard: Quello che non riesco a capire è perchè a te interessa tanto.
Nessuno: Un uomo che è un uomo deve pur credere in qualcosa.
Jack Beauregard: Nella vita ho incontrato di tutto, ladri, assassini, preti e preti spretati, ricattatori, ruffiani, perfino qualche uomo onesto, ma uomini soltanto mai.
Nessuno: Proprio di quelli parlo: non si incontrano quasi mai, ma sono gli unici che contano. Io ho giocato solo da bambino, e giocavo a Jack Beauregard.
Nessuno: Pensa che bello, fin da ragazzo ti ho sempre sognato così. Una pianura sterminata e deserta, centocinquanta figli di puttana scatenati a cavallo da una parte e dall'altra parte tu, solo.
Jack Beauregard: Perché solo centocinquanta?
Nessuno: Eh, il mucchio selvaggio sono solo centocinquanta no?
Jack Beauregard: Soltanto che cavalcano e sparano come fossero mille. Di un po' ma tu chi sei?
Nessuno: Io? Nessuno.
Jack Beauregard: Allora prima diventa qualcuno così ci andiamo in due e li accerchiamo."
Una volta avvenuto il passaggio di consegne dell'eroe dei tempi passati a quello dei tempi nuovi, abbiamo passi che toccano le più alte vette poetiche come quelli tratti da questa lettera che segue:
Jack Beauregard, lettera a Nessuno
"........... Dicevi sempre che la mia vita era appesa ad un filo, beh...adesso anche la tua è appesa ad un filo, e sono in molti a volerlo tagliare quel filo; ma a te piace rischiare, è il tuo modo di sentirti vivo. Ecco vedi, forse la differenza tra me e te è tutta qui: io, quando capivo che c'era un guaio in vista se potevo lo evitavo; tu no, se il guaio non c'è te lo inventi, e poi risolvi tutto lasciando il merito a un altro, così puoi continuare ad essere nessuno; non è mal pensata sai?
Ma stavolta hai giocato grosso, e sono già in troppi a sapere che sei qualcuno, così finirai anche tu per farti un nome, e allora vedrai che non avrai più tempo per giocare, e sarà sempre più dura, finché magari troverai anche tu uno che ti vuol mettere nella storia e per tornare ad essere nessuno, si può solo morire.
Beh, d'ora in poi dovrai camminare nelle mie scarpe e forse ti passerà un po' di tutta quella voglia di ridere che c'hai. Ma una cosa la puoi ancora fare: conservare un po' di quella illusione che faceva muovere noi altri, quelli della vecchia generazione, e anche se lo farai col tuo solito tono da burla te ne saremo grati lo stesso; perché in fondo, ai miei tempi eravamo romantici, credevamo ancora di poter risolvere tutto faccia a faccia con un buon colpo di pistola, allora il west era immenso, sconfinato, deserto, un posto dove non si incontrava mai due volte la stessa persona.
Poi? poi sei arrivato tu, ed è diventato piccolo, affollato, ci si incontra continuamente! Eppure, se tu puoi andare ancora in giro acchiappando mosche, lo puoi fare anche perché prima ci sono stati quelli come me. Sì, quelli che devono finire sui libri di scuola perché la gente deve pur credere in qualcosa, come dici tu. Ma non potrai certo farlo per molto tempo ancora.
Il paese è cresciuto, è cambiato, io non lo riconosco più e già mi ci sento straniero. Ma quello che è peggio, è che anche la violenza è cambiata; si è organizzata! E un buon colpo di pistola non basta più. Ma tu lo sai già, perché questo è il tuo tempo, non più il mio.
A proposito, ho trovato anche la morale della storiella che raccontava tuo nonno, sì quella dell'uccellino che la vacca aveva coperto di merda per farlo star caldo e che poi fu tirato fuori e mangiato dal cojote. È la morale dei tempi nuovi: Non tutti quelli che ti buttano della merda addosso lo fanno per farti del male, non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda lo fanno per farti del bene. Ma soprattutto, quando sei nella merda fino al collo, sta zitto.
Perciò, uno come me deve andarsene, e devo dire la verità: la tua è stata una buona idea, all'altezza dei tempi nuovi. Con il tuo finto duello, hai trovato il modo più pulito di farmi uscire dal West. Del resto io sono stanco, e gli anni non fanno dei sapienti, fanno solo dei vecchi, è vero che si può essere come te, giovani di anni e vecchi di ore.
Sto sputando sentenze, eh? Ma è colpa tua: come vuoi che parli un monumento nazionale? Ti auguro di incontrare uno di quelli che non si incontrano mai, o quasi mai, così potrete farvi compagnia. Per me è difficile che il miracolo si ripeta, ma come si dice ... la distanza fa più cara l'amicizia e l'assenza la fa più dolce. Ma adesso che non ti vedo da tre giorni, comincio già a sentire la tua mancanza.
Beh, ora ti devo proprio lasciare, e anche se sei un gran ficcanaso rompiscatole e impiccione, grazie di tutto. Ah, dimenticavo, quando vai dal barbiere, assicurati che dietro al grembiule ci sia sempre la faccia giusta."
E' la prima recensione dove faccio parlare interamente il film con le frasi più significative.
Questa decisione è dovuta al fatto che qualsiasi parola non sarebbe stata in grado di competere con le sentenze sublimi del film ed è bene lasciare che sia il film stesso a parlare della morale, della metafora e dell'eroismo dei tempi nuovi in contrapposizione ai tempi antichi.
Infatti, se in “C’era una volta il west” di Leone, arieggia un’atmosfera nostalgica di un’era che sta scomparendo portando via con sè tutti i propri ideali e codici d’onore per fare spazio ad una nuova era, l'era delle locomotive che accorciano le distanze di un west che non è più così "far"(lontano, distante), qui, in "Il mio nome è Nessuno" il nuovo è rappresentato invece da nuovi eroici modi di essere.
Gag divertenti, romanticismo eroico, dialoghi di sublime poesia conditi da innumerevoli riferimenti letterari: ecco il successo di questo film sempre bello e sempre attuale.
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Veramente originale il tuo modo di commentare "Il mio nome è nessuno". Complimenti, veramente brava.
Mi hai stimolato a ri-vedere il film, visto sicuramente al cinema Vittoria di San Michele negli anni '70 e di cui non ricordo niente.
Grazie di tutto Stefania... ma attendiamo ancora tuoi contributi.