Aggiornato il 02/09/2009
Grazie ad una foto che Maria Cristina Ciciriello ci ha inviato, aggiorno la pagina realizzata già 5 anni fa e dedicata a Felice Antelmi.
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Felice Antelmi, ha da sempre avuto la passione del canto e della musica. All'età di 7 anni costruisce una chitarra con pezzi di legno di forma trapezzoidale, usando come corde dei fili di rame che dopo vari tentativi e miglioramenti riuscirà a farla (per così dire) suonare: cerca così di imitare i cantanti degli anni '60, come Adriano Celentano che con la sua chitarra entra a far parte della moda dei giovani di allora.
Felice Antelmi, il seconda da destra
All'età di 10 anni, viene nel negozio del padre un commesso che lo vede suonare con la sua "chitarra" e gli dice: "te ne regalerò una io, ma di quelle vere". E così con la prima vera chitarra (una Meazzi acustica), che poi acquistò per poche lire, cominciò a suonare veramente. Gli accordi erano semplici: il LA- e il MI accompagnavano la canzone "La bambola" di Patti Pravo, pezzo che provava e riprovava in continuazione perché conosceva solo quelle "posizioni". Fu, infatti, Miccoli Vincenzo, allora musicista della banda del paese (suonava clarinetto, mandolino e chitarra), ad insegnargli i primi e semplici accordi: erano posizioni molto approssimative ed il suono che ne veniva fuori non era poi tanto gradevole. Con alcune riviste, finalmente, riuscì a conoscere le posizioni regolari e precise degli accordi e a perfezionare la tecnica.
Nell'ultimo anno della scuola Media (1967) insieme ad altri amici formò il primo gruppo musicale: Nisi Felice - batteria e Venerito Giuseppe - basso (usava le ultime 4 corde di una chitarra classica). Successivamente si aggregò Miccoli Giuseppe - pianola. Le poche canzoni che si suonava e risuonava, in quel periodo, erano "Guarda" e "Fiori bianchi per te" utilizzando ancora strumenti musicali riciclati o quasi inservibili e come amplificatore un vecchio registratore, con un solo microfono collegato, con il quale si cercava di amplificare tutti gli strumenti. Gli incontri musicali avvenivano in una casa, al primo piano, in Via Vittorio Veneto; al piano terra, invece, suonava un altro gruppo musicale (il gruppo di Fausto) che in quegli anni era molto in voga a San Michele. I componenti, Enzo Venerito, Lillino Balestra, Michele Guglielmi e Fausto, usavano strumenti migliori e la produzione musicale era di qualità. Molte volte gli strumenti "obsoleti" venivano per così dire "passati" al gruppo di Felice Antelmi e proprio per questa condizione di "povertà strumentale" nonché di positiva rivalità, al gruppo venne dato il nome di "I RIVALI".
C'era una grande energia, voglia di suonare e di divertirsi, il gruppo di Fausto avevano strumenti e capacità migliori, invece "I Rivali" con poche risorse ma con tanto entusiasmo riuscivano a aggregare intorno a loro molti giovani che li seguivano nelle varie serate fatte in casa di amici ed in occasioni di feste varie. Ci si divertiva da matti.
Siamo negli anni 1971 - 72: il gruppo cambia alcuni elementi ed entrano Domenico Venerito (basso) e due ragazzi di San Vito dei Normanni (batterista e tastierista). Si acquistano strumenti migliori, tra cui l'impianto di amplificazione, e la produzione musicale cresce. Si suona nelle feste di matrimonio ed in occasione di manifestazioni pubbliche (alcune fatte al Cinema): si realizzò a San Michele, per tre anni consecutivi, dal '71 al '73, il "Festival del Salento" al quale partecipò il gruppo e nella seconda edizione si classificò al secondo posto, come solista, il nostro Felice Antelmi. Si ricordano alcuni dei cantanti che in quegli anni si esibivano nelle manifestazioni di piazza, tra cui Michele Ciciriello, Pietro Miccoli (tra l'altro era il cantante del gruppo di Fausto), Angela Gatti e Donativo Eutimio (vinse la terza edizione del "Festival del Salento".
Anche il genere cambia e si passa al rock melodico: si eseguono brani dei Pink Floyd, Santana ecc. (chi scrive ha avuto la possibilità di ascoltare e vedere suonare Felice Antelmi e vi assicuro che era - ed è - veramente bravo con la chitarra elettrica e con il canto).
Nei due anni successivi con l'impianto nuovo di amplificazione le "serate" avevano un'altro colore: si continuava a suonare nelle varie feste e nei garage dove era consuetudine raccogliere una colletta con cui si comprava qualcosa da mangiare e da bere; una piccola parte alimentava il fondo cassa per eventuali acquisti strumentali. L'entusiasmo in quel periodo era alle stelle. Il nostro protagonista ci racconta che sono stati i migliori anni della sua vita.
"...le chitarre quando invecchiano, producono un suono migliore..."
"...come amplificatore usavamo un vecchio registratore e con un solo microfono collegato cercavamo di amplificare tutti gli strumenti..."
"...avemmo l'occasione di comprare all'asta una vocale (impianto di amplificazione) nuova. Dico nuova con 150.000 lire. Aveva la testata con l'effetto eco "a nastro", due colonne di altoparlanti e un microfono Shure. ..."
"...ho un ricordo molto acceso e vivo di quegli anni..."
"...oggi, quando suono e canto mi sento ancora tonificato..."
Purtroppo non durò a lungo. Infatti, a 20 anni con la partenza per servizio militare cambia tutto: si sente la mancanza del leader, di qualcuno che organizzi e trascini. Il gruppo nel 1975 si scioglie e la strumentazione acquistata in comune viene venduta.
Felice Antelmi ancora oggi coltiva nel suo piccolo la passione del canto e della chitarra e le serate con gli amici passate insieme a cantare le canzoni di quegli anni (canzoni che non sono ancora passate di moda e forse non passeranno mai), sono le più "belle".
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