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contatto: midiesis(chiocciola)alice.it
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Articolo 46
La solidarietà è preziosa quando è disinteressata, merce rara e gratuita che fa sentire meno soli. Agisce contro la disgregazione con la sua domanda di senso e di etica. Posizione che si espone a tutela di qualcuno, di qualcosa, fraternità per caso accanto ad un altro di cui si vuole difendere la dignità. La solidarietà si muove dall’indignazione e dal coraggio di raccontare la verità, tenendo alto il senso di comunità.
Per questo pochi la praticano, per questo i più pensano al proprio giardino, sindrome di nimg (not in my garden) mista d’indifferenza, individualismo, interesse personale.
Ci può però essere una solidarietà interessata per coprire, salvaguardare, evitare coinvolgimenti.
Su questo cammino la prima vittima è la verità.
Grazie per aver osato, per aver rotto la consuetudine al silenzio.
Oso anch’io una pratica di disgelo nell’informazione. Lasciamo da parte l’evento che mi riguarda, che può essere soggetto a manipolazione e travisamento, un fatto privato dove la realtà può essere ribaltata senza scrupolo o sussulto di coscienza.
Così è se vi pare diceva Pirandello per evidenziare l’impossibilità, nelle vicende degli uomini, di una rivelazione autentica della verità pura e sacrosanta per tutti. Non a caso Umberto Eco sostiene che ognuno può dimostrare veritiero il proprio pensiero portando argomentazioni e confutazioni necessarie. I potenti e il popolo del tempo condannarono il figlio di Dio, figuriamoci una comune mortale come me.
La favola del lupo e dell’agnello ricorda, a tal proposito, una morale senza tempo (allego la versione di Fedro per chi vuole rinfrescarsela).
Riflettiamo insieme, invece, su quanto accaduto all’interno del Consiglio comunale, la massima istituzione locale, dove si dovrebbe consumare il rito della democrazia e del riconoscimento reciproco. Dove forse la documentazione è possibile per avere una verità di fatto
Aveva da poco giurato, fascia in pectore, di rispettare i valori della Costituzione.
Si apprestava ad operare senza spirito di rivalsa nei confronti di nessuno, finalmente sindaco di tutti, anche di chi non lo aveva votato. Ma le buone intenzioni sono durate poco e la dignità dell’Istituzione è precipitata senza decoro in un cesso. Noi, persone di sinistra, abbiamo per il primo cittadino il valore dello sterco. Citazione declamata a pieni polmoni nel compiacimento del proprio pubblico, soddisfatto e colpito dalla potenza di un pensiero che si ferma nel bagno di casa.
Ognuno fa lo splendido come può. Ognuno sceglie la propria cifra stilistica. Il turpiloquio è continuato toccando le alte sfere testicolari nell’imbarazzo e nell’incredulità dei pochi.
Bisogna saper vincere oltre che saper perdere. E probabilmente entrambe le possibilità non sono facili da vivere, Non si comprende però il perché di tanto nervosismo, dopo un consenso plebiscitario che dovrebbe consentire serenità e moderazione, tolleranza e rispetto delle minoranze, nella sicurezza di poter governare tra due guanciali.
Ho atteso a lungo prima di scrivere le mie riflessioni. Ritengo che sia necessario un tempo di decantazione degli eventi, per collocarli su uno sfondo meno emotivo, perché tutto può succedere, anche che si provi a chiedere scusa. Non è avvenuto niente di tutto questo. Guardando però i consiglieri della maggioranza, non credo che dentro di loro condividano questo modo di fare e di comunicare, forse prima o poi riusciranno a trovare il coraggio di dirlo, con fermezza pacata, senza grossi proclami.
O forse chi tace acconsente. Boh!? Sette dei loro figli sono stati miei alunni, compreso la figlia del sindaco quando insegnavo alla materna. Un cesso per maestra. Non si cerca il meglio per i propri figli?
Paulo Freire, un grande pedagogista brasiliano dice che “nessuno educa l’altro, tutti ci educhiamo (o ci diseduchiamo) insieme”. Intanto potrebbe nascere il Movimento Articolo 46 per il rispetto minimo garantito di tutti.
Art. 46 del Regolamento del funzionamento del Consiglio Comunale
Comportamento dei consiglieri
1. I consiglieri comunali nella discussione degli argomenti hanno il più ampio diritto di esprimere apprezzamenti, critiche, rilievi e censure, ma essi devono riguardare atteggiamenti, opinioni e comportamenti politico-amministrativi.
2. Tale diritto è esercitato escludendo qualsiasi riferimento alla vita privata e alle qualità personali di alcuno e va in ogni caso contenuto entro i limiti dell’educazione, della prudenza e del civile rispetto. Non è consentito fare imputazioni di mala intenzione che possano offendere l’onorabilità delle persone.
3. Se un consigliere turba l’ordine, pronuncia parole sconvenienti, effettua comportamenti non consoni al decoro delle istituzioni, o lede i principi affermati nei precedenti commi, il Presidente lo richiama, nominandolo.
4. Dopo un secondo richiamo all’ordine, fatto ad uno stesso consigliere in una medesima seduta senza che questo tenga conto delle osservazioni rivoltegli, il Presidente deve interdirgli la parola fino alla conclusione dell’affare in discussione. Se il consigliere contesta la decisione, il consiglio decide votando per alzata di mano, senza ulteriore discussione.
La cultura è un atteggiamento, è un modo di guardare, è lo sforzo di capire: se lo possono permettere anche persone con un basso livello d’istruzione. Non serve una laurea, dovrebbe bastare l’amor proprio per avere pudore delle parole che escono dalla bocca. (Michele Serra)
Grazie per l’ospitalità
Rosaria Gasparro
Il lupo e l'agnello
Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso ruscello. Più in alto si fermò il lupo, molto più in basso si mise l'agnello.
Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata golosità, cercò un pretesto per litigare.
"Perché", disse, "intorbidi l'acqua che sto bevendo?"
Pieno di timore l'agnello rispose:
"Scusa, come posso fare ciò che tu mi rimproveri? Io bevo l'acqua che passa prima da te".
E quello, sconfitto dall'evidenza del fatto, disse:
"Sei mesi fa hai parlato male di me". E l'agnello ribatté:
"Ma se ancora non ero nato!"
"Allora fu tuo padre a parlare male di me", disse il lupo.
E subito gli saltò addosso e in quattro e quattr' otto lo divorò.
Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con false accuse e mostra che non c'è possibilità per un debole di difendersi contro un potente che si propone di fargli torto.
Fedro