30 anni fa, il 2 febbraio 1979, moriva Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols e una delle massime icone rock di tutti i tempi.
Subentrò (senza saper suonare) a Matlock, dopo essere stato un fan della band e dopo aver inventato (a quanto si dice) il “pogo”, nato per permettergli di vedere meglio i concerti saltando sulle spalle e spingendo gli altri componenti del pubblico, che successivamente cominciarono ad imitarlo.
La sua vita cambia con la conoscenza di Nancy Spungen, che diventerà poco dopo la sua fidanzata e che lo trascinerà nel mondo dell’eroina da cui non uscirà mai più. Vivrà la musica in modo sempre più alienato con performance sul palco (diventate leggendarie) che si spinsero verso un autolesionismo estremo.
Imprigionato perché accusato dell’assassinio della sua ragazza, trovata morta il 12 ottobre 1978, uscì alcuni mesi dopo su cauzione.
Morì per overdose subito dopo, con con quell’ultima e fatele dose procuratagli, così si racconta, dalla madre.

Ad uno dei miei tanti fratelli maggiori

Nando

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