Musica
di Nando De Vitis
9.30: arrivo a Milano e mi dirigo in piazzale Loreto.
10.00: mi telefona Francesco (Pezza). Mi dice che ha saputo da midiesis che andavo a Milano per i Radiohead, e che potevo anche fargli una telefonata. Gli dico che l’avrei chiamato più tardi e comunque ci diamo appuntamento per dopo.
10.30: raggiungo i miei cugini nella loro casa in viale Porpora.
11.00: mi richiama Francesco e mi chiede se voglio raggiungerlo presso lo studio di registrazione di Damiano Dattoli, vicino piazza Cantore.
11.30: esco per l’appuntamento con Francesco.
12.45: mi incontro con Francesco che mi presenta Damiano e il suo socio Roberto.
Damiano Dattoli è un musicista con lunga esperienza. E’ stato il bassista di Lucio Battisti e di molti artisti che negli anni 70 incidevano con la casa discografica NUMERO UNO.
E’ l’autore di molte canzoni; per tutte valga “Io vagabondo”, uno dei brani della musica italiana più noti nel mondo, portato al successo dai Nomadi.
13.30: andiamo a pranzo e Damiano, persona cordiale e umile, ci racconta molti aneddoti. Il rapporto con Battisti, con Mina, con Mia Martini, con i musicisti che gravitavano intorno alla NUMERO UNO.
Ritorniamo allo studio e Damiano (che ci ha offerto il pranzo) ci fa ascoltare alcuni brani di giovani promesse delle quali è editore musicale.
Francesco fa ascoltare a Damiano e a Roberto la registrazione del concerto dei Synapsy a Ceglie e un paio di brani dei Krop Circles. Damiano chiede poi notizie di Fabiana e ci fa ascoltare un brano che a suo avviso sarebbe adatto per le caratteristiche di Fabiana.
16.00: salutiamo Damiano, accompagniamo Roberto al negozio di strumenti musicali dove lavora e raggiungiamo L’arena Civica.
16.15: Francesco mi procura un biglietto omaggio del concerto.
16.30: arriva Italo, un collega di Francesco, e per lui è pronto un secondo biglietto omaggio.
17.00: chiamo Fabio, un mio amico, il quale sa che sono in contatto con un peruviano per un biglietto che vuole vendere a prezzo di costo.
17.20: chiamo il ragazzo peruviano e ci diamo appuntamento all’ingresso del prato. Compro il biglietto e insieme a Francesco e Italo aspettiamo Fabio.
18.30: arriva Fabio e siamo pronti per entrare nell’arena. Piove, Francesco ha problemi con la schiena e quindi, dopo esserci salutati, se ne torna a casa.
18.50: siamo dentro e da ora in avanti, fino all’inizio del concerto, ci sposteremo più volte per cercare un riparo dalla pioggia che cade forte ad intermittenza.
19.45: suona il gruppo spalla, le Bat For Lashes. Le ha scelte Thom Yorke; lo stile è un po’ alla Bjork, ma le ascoltiamo con disattenzione.
20.15: Continua a piovere, Italo si ripara sotto l’arco dell’ingresso, mentre io e Fabio, ormai fradici, ce ne andiamo avanti.
21.10: è l’ora. Inizia il concerto dei Radiohead e la pioggia smette di cadere. Il palco ha una scenografia semplice, ma molto ad effetto, con cinque maxi schermi sul palco, alle loro spalle, più due ai lati, dove scorrono immagini dei musicisti ripresi in tempo reale da diverse angolature. Dall’alto scendono una serie di tubi, simili a canne d’organo, che cambiano di colore con cascate di luce che si intrecciano perfettamente ai suoni a e alle voci.
Svettano, inoltre, due bandiere del Tibet.
Lo spettacolo è stato perfetto. Un po’ basso il volume per limiti imposti dal Comune di Milano; ma per chi era avanti, come me, il problema non si è posto.
Due ora di musica “comediocomanda” con una logica preferenza a “In rainbow”, l’ultimo lavoro, ma con una scaletta che ha restituito bene il pianeta Radiohead.
23.10: il concerto è finito e l’arena inizia a svuotarsi.
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Innanzitutto vi porto i saluti di Damiano che ho incontrato stamattina ed al quale ho fatto leggere questa pagina.
per correttezza di informazione bisogna rettificare il nome della casa discografica.
il nome esatto era NUMERO UNO
http://it.wikipedia.org/wiki/Numero_Uno_%28etichetta_discografica%29
Ciao.