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Lettera aperta a Don Tony

 

Lettera aperta a Don Tony

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Caro Don Tony, ti racconto una storia che ha inizio nel 2003, quando è nata l’associazione Movimento Circolare. Nel rapportarci con l’amministrazione comunale ci siamo sentiti dire le testuali parole: io vi conosco uno per uno; japrit li wuecchje a ce cos jet’a ffè; se fate politica finisce tutto. La cosa si è ripetuta molte volte fino ad essere stati accusati di aver fatto politica in questi cinque anni. Non entro in merito e non voglio nemmeno rendicontare sui benefici che abbiamo ricevuto ma una cosa è certa: non è sufficiente avere un sito internet per far passare una notizia, in un piccolo paesino come il nostro è più efficace il passa parola: l’associazione fa politica e sono tutti comunisti; questa è la festa dei comunisti, non è per noi; ecc. Ma siamo andati avanti, abbiamo trovate altrove le risorse (per correttezza, aggiungo che il Comune alcuni anni ci ha finanziato), abbiamo fatto un lavoro che ha coinvolto diverse generazioni con idee politiche, culturali, religiose diverse e ancora l’associazione vive. E sarebbe bastato fermarsi dopo due anni: avremmo vissuto di rendita per l’operazione culturale effettuata coninvolgendo attivamente 150 musicisti e cantanti sammichelani.
Avremmo potuto fare una campagna contro queste insinuazioni e falsità forti dello spirito che la Costituzione Italiana prevede riguardo alla libera espressione del pensiero politico, religioso, culturale; avremmo potuto anche intraprendere iniziative sul piano politico sulla gestione dei contributi alle associazioni locali; avremmo denunciato con forza il tentativo di azzerare questa esperienza. Non lo abbiamo fatto come non abbiamo fatto mai politica.
Nel contempo sei arrivato tu (scusami se ti do del tu) e a livello personale e come Gioc ci siamo rapportati. Ma abbiamo ricevuto le stesse insinuazioni e gli stessi pregiudizi: ho dei seri dubbi sulla vostra storia che deve essere chiarita. Vani sono stati i tentativi di intraprendere questo benedetto chiarimento. Vani gli altri tentativi di fare esperienze in parrocchia che andassero oltre le tue impostazioni (non so come definirle: politiche o religiose o culturali). Di fatto si è manifestato un malessere che purtroppo non è solo mio e della mia cerchia ristretta di amici, ma va oltre.
Sono apparsi, quindi, su midiesis alcuni scritti da cui si sono sviluppate delle discussioni a volte forti. Lo spirito non era (e non è) quello di colpire la tua persona o di fare campagne contro la Chiesa. Io personalmete ho lanciato degli interrogativi, ho posto dei dubbi, ho manifestato delusione per la Chiesa locale e di Roma in questo frangente temporale. Forse sono stato duro, forse scorretto, non lo so. Di fatto ora mi giungono da parte tua degli “avvisi” di probabili querele o denunce (non so nemmeno la differenza tra le due). Se vuoi spostare il confronto in un’aula di tribunale, non so che dirti, per me non è un’ambiente consueto, fai tu. Però permettimi di dirti che la via giudiziaria è una sconfitta: un prete o un consiglio pastorale che risolve in questo modo i problemi relazionali non mi sembra proprio evangelico. In tutta questa storia c’è proprio una carenza di relazioni. Poi farti forte che le processioni sono partecipate da tutti i cittadini, che durante le tue messe la chiesa è piena, ma Don Tony, le relazioni e l’apertura sono cose su cui si deve investire maggiormente, anche se sono le più difficili da costruire.
Sempre in attesa di incontrarci per chiarire (sono e siamo sempre disponibili a farlo, come è accaduto in tante altre circostanze), sono a disposizione comunque, anche a chiudere le discussioni apparse su questo sito, è una operazione semplice: basta alzare la cornetta, comporre il numero che tu sai e chiamarmi.
Comunque, se tutto questo non sarà possibile, ti auguro di proseguire per la tua strada e che tutti i tuoi sogni si realizzino. Io mi eclissero dalla sfera spirituale e religiosa locale e quando il nostro Dio mi chiederà di giocare a nascondino ancora una volta, io gli risponderò… non so!
Senza rancore
Rocco D’Urso

P.S.: Il presente post è strettamente personale, pertanto chiedo scusa agli amici dell’associazione Movimento Circolare per aver "strumentalizzato" divulgando per la prima volta e pubblicamente su questo sito le notizie di cui sopra. Me ne assumo la responsabilità e ne darò conto nel prossimo direttivo.

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Submitted by Bad Seed on Thu, 2007-07-05 16:50.

Guarda, Rocco, se serve a "distendere" gli animi cancella la discussione "Sex-appeal perduto". ;-)

Submitted by midiesis on Thu, 2007-07-05 17:18.

Grazie Bad, terrò presente. Ma aspetto un cenno anche da parte di Don Tony.

Submitted by shaggy on Thu, 2007-07-05 17:27.

ma che hanno, sembrano ossessionati come Berlusconi dai comunisti...

Non conosco bene i risvolti legali della cosa... cioè rocco come admin del sito è responsabile dei contenuti inseriti dagli utenti?

Submitted by midiesis on Thu, 2007-07-05 17:31.

mi sento molto responsabile

Submitted by Anonymous (not verified) on Thu, 2007-07-05 18:49.

"...un prete o un consiglio pastorale che risolve in questo modo i problemi relazionali non mi sembra proprio evangelico."

Non devi rimproverarti niente,io conosco la tua buona fede,e fare domande,lettere aperte,aprire discussioni per cercare di capire con il dialogo qualcosa che è o sembra ambiguo è nel diritto di tutti quando ci sono di mezzo "fatti" che riguardano (in questo caso) la comunità.
L'ho già detto altre volte che il tuo sito da fastidio perchè ognuno è libero di dire quello che pensa,anche con l'anonimato tanto odiato da alcuni.
Midiesis ha dei lettori perchè si scrive con CHIAREZZA.

G.A.

Che cosa è verità? Inerzia; l'ipotesi che ci rende soddisfatti; il minimo dispendio di forza intellettuale (F.N.)

Submitted by midiesis on Thu, 2007-07-05 21:02.

Grazie G., ti sento vicino, come sempre.

Submitted by Anonymous (not verified) on Thu, 2007-07-05 19:16.

Sono d'accordo sulla tua responsabilità, in quanto moderatore del sito, ma siccome viviamo in una società democratica e abbiamo stradetto che midiesis è il "nostro" sito, un sito democratico, che informa e che permette a tutti coloro che hanno qualcosa da dire, di farlo, nn mi sembra giusto che Don Tony se la prenda solo con te. Arrivare in tribunale poi!!!...Dovrebbe innanzitutto fare un esame di coscienza, di quelli che insegnano a noi a fare prima della confessione, poi accettare un confronto, relazionarsi con chi glielo chiede, non solo con te, ma con tutti coloro che non condividono le sue idee.
Le processioni saranno un bel rito, ma non credo che si costruisca la fede su di esse. La chiesa è piena perchè in questo paese ci sono molti professanti, ma era piena anche col precedente parroco, il problema forse non è la quantità, ma come sempre la qualità, scusate se mi esprimo male, voler andare a messa per abitudine è un conto, voler andare a messa per ascoltare la parola di Dio è un'altra cosa, infatti chi ogni tanto vuole "qualcosa di più" di una messa...migra altrove.
Certo il sacerdote è solo il mezzo per ascoltare la parola di Dio, ma io penso che oggi non ha senso partecipare a una processione per fare seguito o a una messa per fare numero. Questo è un peccato che confesso sempre. E'il mio modo di vedere le cose, naturalmente. Io ho partecipato a processioni in pellegrinaggio (non in gita) e quando terminavano (duravano chilometri), non mi sentivo stanca, ascoltavo la messa che era il COMPLETAMENTO del rito e posso assicurarvi che mi sentivo "PIENA"! Le stesse preghiere che fanno parte di tutte le messe, recitate per anni, quando non si "RECITANO", ma si "SENTONO" hanno un altro sapore.
Dobbiamo solo ammettere che il "carisma" o si possiede o non si possiede, per cui ammettere i propri limiti è già un passo avanti. Quindi coraggio Rocco, siamo con te, Don Tony dovrebbe prendersela con tutti noi che per non esporci non ci firmiamo MA ESISTIAMO, non solo con te che ci permetti di esprimere la nostra opinione! E a proposito di opinioni, visto che nel tuo post hai parlato anche di Rosaria Gasparro, scusa se sono un po'... ma come mai la diretta interessata non racconta la sua?
Purtroppo indirettamente è stata coinvolta...
Forza popolo di Midiesis, uniamoci a Rocco!!!
Anna ABBRACCIANTE

Submitted by Bad Seed on Thu, 2007-07-05 21:05.

- " [...] hai parlato anche di Rosaria Gasparro, scusa se sono un po'... ma come mai la diretta interessata non racconta la sua? [...] "

Hai problemi alla vista, vero? :-D
La Gasparro ha scritto un post mammoth, una filippica di 46 chilometri & mezzo!!!

Cerca il link "articolo 46".

P.S: Rocco, c'è un Bignami per i post troppo lunghi?? Madonna Santa se siete logorroici...

:-D

Submitted by Anonymous (not verified) on Fri, 2007-07-06 06:00.

Ehi Bad, meno male che mi sei simpatico altrimenti mi offenderei. Hai perfettamente ragione, qualche problema alla vista ce l'ho e anche qualche problema a visitare spesso il sito per leggere (lo farei molto volentieri) tutti i post. Non ho visto il post art. 46, lo vado a cercare appena ho tempo. Ma ho anche precisato che sono un po'... tonta volevo dire, quindi... Noi saremo anche un po' logorroici, ma beato te che riesci a dire tanto in quattro righi, dovrebbero scritturarti per qualche quotidiano, così non ci porteremmo le lenzuola sulla spiaggia. Ciao Bad. Ti leggo sempre con simpatia. Anna.

Submitted by midiesis on Thu, 2007-07-05 21:06.

Anna, grazie anche a te. Sempre presente.

Submitted by Anonymous (not verified) on Thu, 2007-07-05 22:06.

Spero davvero che si ritrovi la serenità giusta x riprendere il dialogo e non lo si faccia solo in questa vetrina, ognuno con le proprie responsabilità.
Credo che accusare senza firmarsi non sia corretto, perchè scarica le responsabilità e non crea confronto sereno.
Credo che la Chiesa debba ricercare sempre il
dialogo e l'ascolto, il rispetto delle diversità, l'accoglienza profonda. Sempre rispettosa della dignità e della coscienza di ogni persona.
Se di sbagli ce ne sono, ad ognuno le proprie responsabilità per costruire e non distruggere.

Vito

Submitted by devina on Thu, 2007-07-05 23:24.

tutte le volte che si giunge a risolvere una controversia, di qualsiasi natura essa sia, in tribunale, è la società tutta ad uscirne sconfitta.
Figuriamoci poi quando una controparte è la chiesa.

In un forum precedente da me aperto ” Midiesis, Don Tony, Don Pino, opinioni e confronto: mettiamo un po’ d’ordine”, avevo già sottolineato come la redazione si dissoci apertamente quando i toni di chi interviene sul sito diventano gratuiti; pur senza stare a ribadirlo tutte le volte.
In quello stesso post, lanciavo l’idea (che a ben leggere era una richiesta vera e propria) di un confronto aperto, con don Tony, Don Pino, midiesis e la comunità interessata.
Richiesta questa che non ha avuto alcuna risposta.
Ma l’abbiamo detto anche di persona a Don Tony, dopo la messa celebrata presso la casa di cura San Vincenzo nella settimana di Pasqua, dove come tutti gli anni animiamo la funzione con le chitarre.
In quell’occasione ci intrattenemmo (io e Rocco) a parlare con Don Tony spiegando che i post offensivi vengono censurati; pur consapevoli come alcuni utenti con l’impeto “provocatorio” di chi vuole urlare al mondo le idee e il disagio proprio dei giovani, alzi a volte un po’ il tiro.
Ma Don Tony, da galantuomo, ci rassicurò dicendo che non c’erano problemi e che anche a San Michele come in tutti i paesi si tende ad esagerare.
Non mi spiego quindi cosa sia successo dopo.
Ci possono essere state delle frasi “politicamente scorrette”?
Delle argomentazioni spiacevoli?
Ma sempre senza alcuna presunzione (anche se così può essere sembrato) di possedere incontestabile verità.
Sempre con lo scopo di aprire un confronto, una discussione, un colloquio.
E se così è stato, se ciò che è stato scritto ha dato fastidio, o se vogliamo, ha giustamente dato fastidio perché ritenuto offensivo, ebbene se le cose stanno così, perché non cercare un chiarimento?
Soprattutto quando dall’altra parte questo confronto è stato più volte sollecitato.

Perché lasciare che il “passaparola”, la “staffetta di bocca in bocca”, il “mi hanno raccontato”, “ho saputo”, (fermo restando i post di cui sopra), mettessero sale su una ferità già aperta?
Perché non cercare di rimarginarla?

Ora caro Don Tony con la consapevolezza di chi non pretende di avere ragione a tutti i costi, ma nello stesso tempo con la convinzione che Rocco è persona corretta al di là dell’immaginabile (e al di là dell’idea che i post possono aver generato), cosa che può essere confermata non solo da chi come me lo considera il più caro amico, ma da tanti parrocchiani che lo conoscono, chiedo nuovamente: perché non confrontarci? Perché non incontrarci? Perché non chiarire?

In attesa di aprire un dialogo,
cordiali saluti

nando de vitis

Submitted by Anonymous (not verified) on Fri, 2007-07-06 09:14.

Solidarietà piena a Rocco. Purtroppo, credo che il problema è tutto in un clero che non disdegna nel fare politica. Hai ragione Rocco: a cosa serve spostare una discussione in un contesto giudiziario, quando invece un prete dovrebbe essere paladino del dialogo verso tutti, indistintamente. Ma non era Cristo che predicava l'uguaglianza fra uomini? La verità è una (e trina, come ci insegna il Vangelo): a volte certe discussioni tocca nervi scoperti.

Submitted by midiesis on Fri, 2007-07-06 10:46.

Grazie anche a te, anonimo.

Submitted by Anonymous (not verified) on Fri, 2007-07-06 11:19.

"Le parole sono come le pietre, possono essere pronunciate per distruggere, per costruire, per dividere o incontrare, per allontanare o per avvicinare." Cosi dice Don Luigi Ciotti.
Spesso le pietre vengono scagliate contro per ferire, anche brutalmente. Mi rendo conto che non c'è proprio la cultura del "porgere l'altra guancia"; permane e cresce invece un clima di odio e ostilità che va oltre ogni insegnamento cristiano.
Permane una difficoltà a riconoscere i propri errori, a rendersi umili.
Non credo che c'è il riconoscimento per il prossimo, nemmeno quando nelle vene scorre lo stesso sangue.
Mi auguro che le pietre possono servire a costruire il ponte del dialogo per costruire insieme percorsi di responsabilità e dignità e che possano segnare il vero cambiamento.

Maria

Submitted by midiesis on Fri, 2007-07-06 11:22.

Grazie Maria.

Submitted by midiesis on Fri, 2007-07-06 17:34.

Il commento dal titolo "La verità è che il Don", è stato bloccato. Per la sua pubblicazione, si richiede che l'autore si registri e si firmi.

Submitted by midiesis on Mon, 2007-07-09 13:45.

Grazie anche per la solidarità pervenuta con gli sms.

Submitted by bassvolley2 on Mon, 2007-07-09 14:13.

propongo una gara:
chi è stato capace di attirare più "adepti" alla propria associazione??
rocco o don tony?
naturalmente la corrente del cattolicesimo non deve essere considerata perchè troppo insediata nelle radici della nostra cultura..
dunque si deve trattare di nuove "matricole"
.....
con simpatia esprimo la mia soliderietà al nostro presidente!!
cosimo

Submitted by Gianluca Barletta on Mon, 2007-07-09 14:39.

Mi sa che è sorto un problema: adesso chi deve porgere l'altra guancia ,Rocco o Don Tony? Anche da parte mia la soliderieta' a Rocco anche se i commenti su l'aspetto fisico del nostro parroco se li poteva risparmiare. Scherzo ovviamente!!!
Io sono Gianluca Barletta e questo commento è stato pensato e inviato dal sottoscritto....meglio precisare!
Ciao

Submitted by mirko btb (not verified) on Mar, 2007-07-10 10:56.

premetto che non ho mai fatto parte dell'associazione,non faccio parte dell'elettorato di sinistra e valutando solo la lettere aperta del presidente, mi sento di dire che per forza di cose bisogna essere solidali con rocco per il sol fatto che si dedica alla comunita' con aninma e corpo...c'e ne sarebbe di gente come lui,nando ,vito....alcune cose andrebbero pure meglio...io non vivo a sanmichele e sinceramente mi spiace che si sia creata una cosi pesante situazione..non capisco perche la chiesa si comporti in questo modo???bisognerebbe aiutarli e andare a braccetto "co sti ragazzi" e non discriminarli e attaccarli...
un saluto dalla capitale
ci vediamo il 1° agosto in piazza

Submitted by midiesis on Mar, 2007-07-10 11:14.

Grazie Mirko, sei troppo troppo troppo buono e non credo di meritare i tuoi complimenti: ho un sacco di limiti tra cui quello di dire ciò che penso. Forse dovrei stare zitto come fan tutti e tirare a campare. E' questo il vero problema sorto con gli amici della parrocchia.
C'è bisogno di dialogo, chiarimento e apertura. Grazie ancora.

Submitted by danilo chirulli on Mon, 2007-07-09 15:06.

Mi unisco alla discussione solo perchè ho a cuore quello che è stato fatto dall'Associazione e dal Presidente in questi anni...e non mi riferisco certo a questioni politiche, inesistenti tra l'altro..."l’associazione fa politica e sono tutti comunisti; questa è la festa dei comunisti, non è per noi"...no comment!!!
Posso far sorgere un dubbio?Ma non sarà mica che il "fanstastico" oratorio possa essere privo di pargoli se tutti vanno a suonare in saletta?
bha.....?!?!
solidarietà a Rocco....Danilo Chirulli.

Submitted by midiesis on Mon, 2007-07-09 16:13.

Ringrazio Cosimo, Gianluca e Danilo. Grazie per il commento "colorito" ed ironico. Ma per evitare equivoci sono costretto a precisare che ho tirato in ballo l'associazione per fare un semplice parallelismo delle vicende. La questione parrocchiale è strettamente personale, anche se viene tirata in ballo, l'associazione, anche da quest'ultima.
Grazie ragazzi, ci vediamo il primo agosto.

Submitted by Anonymous (not verified) on Mar, 2007-07-10 09:03.

Una Chiesa tenera e coraggiosa
La redazione
È primavera. Stagione che risveglia la vita, i colori, i fiori... Eppure avvertiamo che sono tempi "cattivi".
"Anche in questi 'giorni cattivi' - scrive Enzo Bianchi in un articolo pubblicato su "La Stampa" del 18 febbraio scorso - i cattolici ricordino che il futuro della fede non dipende mai da leggi dello Stato ma dalla fedeltà al Vangelo e dall'attenzione agli uomini in mezzo ai quali vivono, e dunque ai segni dei tempi".
Sì, anche noi siamo convinti di vivere "tempi cattivi", tempi faticosi. A volte segnati da tanta amarezza. Quando vediamo, per esempio, la nostra Chiesa incapace di dar segnali di amore, timorosa nel donare tenerezza, avara nell'accoglienza e chiusa al vento della profezia. Sono tempi cattivi quelli in cui il legalismo prevale sull'amore.
La difesa strenua e ostinata dei propri principi trionfa sulla capacità di ascolto. Il caso Welby è significativo di un atteggiamento che ha lasciato molti senza parole. Proprio la vigilia di Natale si chiudevano le porte della Chiesa... Cosa abbiamo da difendere di fronte a un uomo che ha sofferto così tanto? Possiamo affermare la verità solo nell'accoglienza. E la Chiesa è chiamata, oggi più che mai, a vivere questo atteggiamento di apertura della mente e del cuore perché tutti i nostri fratelli siano accolti. In questa luce vogliamo ripensare al Convegno Ecclesiale dello scorso ottobre a Verona. Al dibattito sulla famiglia, sui "DICO". Agli stimoli che ci arrivano dal Social Forum appena concluso a Nairobi, all'appuntamento ecumenico di Sibiu, alle grandi sfide per la pace, come Vicenza e gli F35 a Cameri (Novara). Sono tempi difficili in cui la violenza e la guerra pretendono di imporsi come stile e cultura e di contagiare anche la Chiesa, al punto che la gerarchia sembra oggi molto più sensibile ai temi della bioetica, della famiglia tradizionale e della scuola cattolica che non ai valori della giustizia, della legalità, del disarmo e della pace.
C'è bisogno di primavera, anche nella Chiesa.
Sono tempi di cambiamenti, per la Chiesa italiana, di sguardi al futuro.
Tempi di parole chiare, profetiche, in difesa della dignità di ogni essere umano. Nell'attesa di questo nuovo vento di primavera vogliamo ricordare, al suo quarantesimo anniversario, la Populorum Progressio del 1967 in cui si legge al n. 53 "Quando tanti popoli hanno fame, [...] ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi". Parole profetiche, da far risuonare ancora oggi. Parole che hanno richiesto la testimonianza di profeti coraggiosi della nostra Chiesa, come don Lorenzo Milani, di cui ricordiamo i 40 anni dalla morte.
Padri della nonviolenza che portiamo nel cuore e nella mente.
È primavera. Tempo in cui sognare è gridare quello che abbiamo nel cuore.
Consapevoli dell'affetto e dell'appartenenza alla comunità cristiana, desideriamo riconoscere la Chiesa sempre più capace di dialogo e di ascolto, di rispetto delle diversità e di accoglienza profonda, di una parola che nasca dal cuore e al cuore sia rivolta. Sempre più rispettosa della dignità e della coscienza di ogni persona.
Sempre più capace di vivere la fede con sacrosanta laicità.
Una Chiesa capace di vivere pienamente il Concilio e, con esso, il valore del rispetto delle attività terrene e delle loro legittime autonomie: "Fondata per porre fin da quaggiù le basi del regno dei cieli e non per conquistare un potere terreno, essa afferma chiaramente che i due domìni sono distinti, così come sono sovrani i due poteri, ecclesiastico e civile, ciascuno nel suo ordine" (Populorum Progressio, 12).
Una Chiesa coraggiosa, ma sempre tenera, capace anche di commuoversi, rispettosa dell'umanità, di ogni donna e di ogni uomo. Una Chiesa capace di "scrutare i segni dei tempi e interpretarli alla luce dell'Evangelo" (Populorum Progressio, 13).
È questa la primavera che attendiamo.

Leggendo questo articolo mi sono sentita meno sola......
Maria

Submitted by shaggy on Mar, 2007-07-10 13:48.

beh certo anche il Papa da l'esempio di rispetto per tutti e propensione al dialogo...

scrutare i segni dei tempi e interpretarli alla luce dell'Evangelo"

evangelo ?

hem comunque la vorrei vedere anch'io una chiesa del genere... non che per me cambi molto, ma almeno meriterebbero il mio rispetto...

Submitted by mimino (not verified) on Mar, 2007-07-10 17:58.

Caro Rocco,

è probabile che anche nella nostra parrocchia, a breve, venga restaurata la celebrazione della messa in latino. Conviene quindi familiarizzare con la lingua dei nostri avi. Mala tempora currunt. Tempi bui opprimono lo spirito della nostra comunità, che scivola verso una lenta inversione della gerarchia dei valori. La modalità esistenziale dell’Avere, del possesso, del dominio, del potere ha sostituito quella dell’Essere, della crescita e dell’arricchimento della propria interiorità. La volgarità e la sguaiataggine sovrastano l’educazione, la finezza, la cortesia. La solidarietà è sostituta dall’egoismo e dal menefreghismo. Il disprezzo e il rancore verso l’altro furoreggiano al posto del confronto, del dubbio, del dialogo. Il privilegio impera al posto del diritto. Il servilismo verso l’autorità dilagano in sostituzione del coraggio di dire la verità.
In questo frangente storico, il potere politico e quello religioso appaiono accomunati da un’identica visione: l’ossessione per il diverso da me e per il pensiero autonomo e divergente. Cosicché l’inquilino pro tempore di via Pascoli e quello a divinis di via S. Michele Arcangelo sembrano usare la stessa modalità di approccio verso l’altro portatore di diversità: la minaccia, la ritorsione, l’indifferenza e la conseguente cancellazione sociale.
Il primo appare addirittura folkloristico quando colora di volgarità e turpiloquio il suo linguaggio verbale. Ma tutto sommato, la democrazia ha i suoi sistemi di difesa e la sua stessa maggioranza nell’ultimo consiglio comunale lo ha reso presentabile, rendendolo civile per tutta la seduta consiliare. Certo c’è sempre il rischio della recidiva, ma io confido nel fatto che diventerà sicuramente una persona fine nel linguaggio grazie anche alla significativa presenza delle donne nell’assemblea consiliare.
Il secondo invece predilige dall’alto del pulpito un linguaggio fondamentalista e apodittico, rasente la condanna e la scomunica, inibendosi così l’ascolto e la comprensione del prossimo. Temo che, in regime di monarchia, com’è la Chiesa, non esista alcun consiglio pastorale in grado di far passare una visione della Chiesa che si informi più strettamente al Vangelo, capace di chinarsi umilmente sui piedi di chiunque e di praticare quella “teologia del volto”, che vuol dire incontro e accoglienza dell’altro. Non che in esso manchino ottime persone con un bagaglio culturale e formativo che specchia la propria esistenza ai valori evangelici, ma, io credo, per la presenza di un clima di anestesia esistenziale che rende indisponibili (o senza coraggio?) a esporsi alla natura dell’altro e di tutto il suo mondo.
Devo ammettere che non è facile per nessuno abbattere quella parete divisoria, invisibile, che separa me dal prossimo (chiunque egli sia). In realtà, noi esseri umani siamo asserragliati in modo assai efficace, siamo sulle difensive, difendiamo noi stessi dal prossimo, dalla radiazione della sua interiorità dentro di noi, da ciò che la sua interiorità esige da noi e che si riversa su di noi. Siamo diventati un’armatura dentro la quale forse non c’è più nessuna persona.
Guardiamoci intorno per un momento e vediamo quanto sia diventato facile togliere il saluto all’altro, girare la testa dall’altra parte per non incontrare il suo sguardo, non ascoltare le sue parole, fare finta di niente. È la paura di guardarci dentro, di scandagliare i fondali più profondi di noi stessi e di scoprire che, solo per puro caso, abbiamo evitato di ritrovarci nei panni di chi ci ispira riprovazione, se non proprio sdegno e ripulsa. E che la possibilità di diventare come lui ancora esiste e sobbolle dentro di noi, vive dentro di noi. Forse, l’altro, il diverso, proprio quello che non riusciamo a sopportare, solo facendolo vivere dentro di noi possiamo riconoscergli il diritto all’esistenza.
Accettare questo in noi vuol dire prenderne coscienza e assumere un atteggiamento di ascolto, di attenzione, un modo di porgersi, verso se stessi e gli altri, che si impegna a tenere sempre presente un fatto semplice, ma così facile da dimenticare: il fatto, cioè, che dentro quell’armatura c’è una persona. Dentro la nostra armatura e anche dentro quella dell’altro. Così come dietro la corazza della minaccia, dell’indifferenza, dell’esclusione, dietro tutto ciò che abbiamo perso in questi ultimi anni, dietro tutti i muri difensivi c’è sempre una persona. Fatta di sogni, di incubi, di miraggi, di paure, di speranze e di tutte quelle altre cose insieme che ci rendono umani.
Ho apprezzato molto in te l’aver lasciato aperta la porta del dialogo e del confronto e che ogni essere umano dovrebbe sempre cogliere come opportunità per migliorare se stesso. È un dovere pretendere per noi stessi il diritto alla propria specificità umana, che la situazione contingente cerca continuamente di sottrarci e di zittire. Ed è per questo che noi, come dice il grande Rodari, non dobbiamo mai perdere “la capacità di resistenza e di rivolta; l’intransigenza nel rifiuto del fariseismo, comunque mascherato; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di sognare in grande; la coscienza del dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza accontentarci dei mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto com’era prima; il coraggio di dire no quand’è necessario, anche se dire di sì è più comodo, di non fare come gli altri, anche se per questo bisogna pagare un prezzo”.
Partecipo alla “colletta” morale per il prezzo in corso, con tutte le mie contraddizioni.
Mimino Ligorio

Submitted by midiesis on Mar, 2007-07-10 18:14.

Al di là dei ringraziamenti che possono sembrare banali, è una lettera bella che apre profonde riflessioni. Grazie.


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