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Riceviamo dal Gruppo Emergency Prov. di Brindisi e pubblichiamo
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Quando i Migranti eravamo noi … Immigrazione e diritto di cittadinanza
Domenica 29 marzo 2009 Teatro dei Padri Carmelitani - Torre Santa Susanna
L’Associazione di volontariato ADELANTE di Torre S.S., il Gruppo territoriale EMERGENCY della provincia di Brindisi e l’associazione MAMADU’ di Brindisi, organizzano una serata sul tema dell’accoglienza ed in generale sui fenomeni migratori.
La manifestazione prevede:
1) Ore 19 un convegno al quale parteciperanno autorevoli esperti nell’ambito dell’accoglienza e della mediazione culturale, nonché studiosi delle politiche repressive attuate contro i migranti e rappresentanti delle comunità locali di migranti.
modera fra Ettore Elia Marangi (Giustizia e Pace Frati Minori Francescani del Salento - Responsabile della Casa di accoglienza per richiedenti asilo in Ostuni)
intervengono:
Antonio Romano (Chirurgo, Direttore Sanitario del Poliambulatorio Emergency di Palermo. Inaugurato il 18 aprile del 2006, il Poliambulatorio per migranti e persone in difficoltà di Emergency a Palermo è dedicato in primo luogo alla popolazione immigrata residente, con o senza permesso di soggiorno, ma anche ad italiani in condizioni di particolare disagio. Fino a giugno 2008 gli accessi alla struttura sono stati 17.163. Il Poliambulatorio garantisce assistenza sanitaria gratuita ad individui che, in quanto tali, hanno diritti inalienabili che nel nostro paese sono sì riconosciuti ma spesso nei fatti negati. Attraverso un codice anonimo chiamato “STP” - Straniero Temporaneamente Presente - assegnato dalle anagrafi assistiti è possibile infatti fornire prestazioni sanitarie anche a chi non ha un permesso di soggiorno.)
Marco Rovelli (Scrittore e musicista, autore del libro Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico).
Malika Elalaoui (Mediatrice interculturale - Associazione Indipendente Donne Audaci – Rappresentante comunità marocchina di Brindisi).
Nazzareno Guarnieri (Presidente Federazione Nazionale Rom e Sinti – Nazzareno Guarnieri è impegnato attivamente quale professionista ed attivista per la crescita sociale, culturale, politica ed economica della propria minoranza etnica. Primo figlio di una numerosa e stimata famiglia Rom è nato 54 anni fa a Città S. Angelo (PE) dove ha frequentato il locale istituto magistrale per ottenere nel 1971 il diploma di abilitazione magistrale. Ha completato la propria formazione professionale all'Università dell'Aquila per il corso di operatore psicopedagogico, con la Regione Abruzzo per il corso di mediatore culturale. Sposato da 34 anni è padre di due figlie diplomate con una stabile occupazione. Fin da giovanissimo si è impegnato nelle attività del volontariato (Azione cattolica, Acli), dal 1971, unitamente ad altri giovani rom (Di Rocco Guerino, Spinelli Antonio, Campanella Giuseppe) e il sacerdote Don Gianni Lizza, Nazzareno Guarnieri ha svolto attività di volontariato a favore della minoranza Rom in Abruzzo, unica regione italiana (unitamente al Molise) dove non si è realizzata la sciagurata politica dei “campi nomadi” anche per merito degli attivisti giovani Rom e di Don Gianni Lizza che non hanno mai condiviso questa politica e né collaborato per la sua realizzazione.)
Conclude i lavori Marco Alvisi (Presidente del CSV POIESIS di Brindisi)
2) Ore 21 spettacolo teatrale attraverso il quale si vuole riportare il pubblico nelle case profumate di sacrificio di migliaia e migliaia di italiani, provenienti soprattutto dal Sud dell'Italia, costretti ad abbandonare la propria terra per cercare fortuna in luoghi lontani … ricordare la nostra storia di Migranti.
L'emigrazione è puttana è uno spettacolo della compagnia Teatro della Ginestra di Cosenza. Il titolo è emblematico e la protagonista assoluta non poteva che essere la valigia di cartone. Lo spettacolo si sviluppa a partire dai versi di Franco Costabile - poeta ermetico calabrese morto nel 1965 a soli quarantuno anni - e racconta la storia delle vite di quattro fratelli: Domenico, Antonio, Salvatore e Rosa. Nell'intimità della loro casa, ora in attesa di una lettera dall'Argentina, ora piangendo la morte di Domenico, le tematiche che emergono dai discorsi dei tre fratelli offrono numerosi spunti di riflessione oltre che sulla nostra storia nazionale passata anche, o forse soprattutto, su quella attuale. Oggi, più di sessanta milioni di persone di origine italiana vivono in paesi extraeuropei; gli scenari internazionali però, rispetto a qualche decennio fa, sono cambiati e l'Italia ormai, più che di emigrazione, è un paese di immigrazione. Ogni anno, infatti, a Milano come a Reggio Calabria, giunge una moltitudine multicolor di stranieri provenienti da ogni angolo di mondo - o meglio di terzo mondo - spinti, nella maggior parte dei casi, dalla volontà di offrire a sé stessi e alle proprie famiglie la possibilità di poter vivere una vita dignitosa. Domenico, Antonio, Salvatore e Rosa sono quattro ragazzi costretti a crescere senza la presenza del padre; basterebbe chiudere solo per un attimo gli occhi e le loro storie potrebbero aiutarci a meglio comprendere quelle dei tanti Mohamed, Dimitri, Amadoui o Irina che oggi popolano le nostre città: quante sono le donne romene, albanesi, senegalesi o tunisine che, ogni giorno, proprio come i personaggi di questo spettacolo, nei loro villaggi attendono notizie dei loro uomini? Quanti i soldi che ogni mese vengono inviati da Roma e arrivano a Bucarest? Quanti i pomodori raccolti per pochi euro l'ora? Tanti, tantissimi, proprio come i metri di binari di metropolitana costruiti dai nostri connazionali nelle metropoli statunitensi! L'emigrazione è puttana è uno spettacolo coinvolgente, forte, intenso: complimenti, dunque, al regista Dante de Rose e all'autrice Vincenza Costantino i quali, con tempi perfetti e dialoghi toccanti, riescono a colpire gli spettatori e a trasmettere sensazioni e messaggi importanti attraverso il linguaggio teatrale. Gli attori, tutti calabresi, recitano il copione con trasporto e lucidità e il numeroso pubblico ha apprezzato una performance, condita da appropriati giochi di luci e ombre, degli interpreti.
INGRESSO GRATUITO
La manifestazione si propone di aprire una profonda riflessione sul tema dell’accoglienza ed in generale sui fenomeni migratori. Si propone di ricordare “Quando gli albanesi eravamo noi”, ricordare che fino a ieri eravamo un popolo di migranti: si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all’estero. Riflettere su ciò che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi, che porta a trattare i migranti di oggi così come sono stati trattati, male un po’ ovunque, i nostri migranti, che hanno dovuto lottare per i loro diritti, gli stessi diritti che oggi a distanza di anni neghiamo ai migranti provenienti dai SUD del mondo.
Si vuole lanciare la proposta della cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e del dialogo in contrapposizione alle politiche securitarie che fanno del clandestino un criminale.
Si vuole andare a fondo alla questione migranti, analizzando quelle che sono le cause dei nuovi flussi migratori: dalle guerre ad un sistema economico-finanziario mondiale criminale in cui l’11% della popolazione mondiale consuma l’88% delle risorse, che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere.
Evidenziare le affinità tra l’emigrazione italiana del dopoguerra e l’attuale immigrazione in Italia, un paese che ha bisogno di stranieri ma che non li vuole integrare, che dimentica il suo passato da migrante. Scopo finale è quello di sfatare la distorta informazione mediatica sull’argomento.
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