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Submitted by D Es Demon A on Fri, 2008-12-05 20:26.

la lancetta dei minuti è ferma, non si muove, il tempo inesirabile sembra pietrificato.

...ti rispondo così, d'istinto, cercando di lasciarmi guidare dalla luce della luna che ora mi copre e mi guarda, distratta.

"Piove sulla mia testa confusa l'uragano solerte di una vita, la mia, che non so definire. Mi sfugge, mi cattura la sua indulgenza, mi lascia attonita la sua indecisione. Naufrago in un mare sconosciuto, mentre con il cuore rimpicciolito e le mani tremanti cerco di farmi spazio senza riuscirci mai. Soffro, ma ho imparato a zittire l'indignazione. La titubanza mi veste.
E' la sciagurata maschera che la paura mi costringe a portare attaccata al volto come una malattia.
So di non aver conosciuto la mia reale estensione, ma ne sono attratta. Eppure resto ferma a guardare la mia vita fare passi avanti lunghi quanto anni, e tornare indietro, come se volessi rifugiarmi nell'utero materno che mi ha messo fuori troppo in fretta, e male.
Pensare a me, in una realtà diversa da quella che ho sempre conosciuto, mi atterrisce. L'idea astratta del mio dentro sconosciuto e ammaliante, disarma ogni dimenticata difesa e relega la forza che non sa più parlare e reagire, poi, alla subordinazione della normalità decantata, maledetta e ormai devastatrice.
Ho perso la mia raggiante propensione alla superbia, quella pratica, propositrice, degna erede di quell'orgoglio che tante, troppe volte soccombe e si piega all'idea materna di una realtà che ci dipinge tutti uguali, cloni dei luoghi comuni che sventrano le identità autentiche, le voci profonde e vere delle anime che scaraventano il loro coraggio nell'affannosa ricerca di se stesse.
Esco dalle mie stanze, e il freddo gelido di quest'inverno ormai alle porte mi stringe in una morsa di ricordi violenti, naufraghi ormai nella mente disillusa e persa. Ma il freddo, cos'è? Lacrime congelate che tagliano il mio viso. E allora tolgo la maschera, lo faccio per respirare, e mi accorgo che sono figlia di un destino sconveniente, irripetibile, artista nel dolore che mi fissa e non si placa. Chi sono? Me lo chiedo spesso, me lo sto chiedendo adesso che i pensieri viaggiano nelle mie vene danzando con il sangue incenerito dalla solitudine incombente di questo giorno senza turbamento. Ho provato a starnutire per liberare il mio respiro, ma il groppo alla gola ostacola il passaggio dell'aria ed io mi ritrovo a non poter nemmeno piangere. Sono stata sequestrata. Legata. Costretta a mangiare topi di fogna anneriti dalla melma. Mi sono guardata attorno, ed ho passato la notte scorsa fissando la luce della candela che si consumava. Intorpidita, ho raggiunto il bicchiere. L'ho afferrato, e ho dissetato la paura di esser sempre, e per sempre, destinata alla ferocia di un abominevole irritante destino. Non posso colmare la mancanza di comprensione. E non posso pretenderla completamente nemmeno dall'amore istintuale, o carnale. Non credo nei sentimenti. Sono illusioni. Sembrano i rossetti sbavati di quelle donne di strada tutte insudiciate, che si portano addosso miriadi di odori disgustosi e miserabili. E che resteranno lì per sempre, vivi nei ricordi di giorni passati a saltellare da un giaciglio all'altro, con le tasche piene e il cuore vuoto. Assente. Irrequieto. E perennemente in lacrime. Ho provato a tendere la mano al disfacimento della mia caparbia voglia di farmi spazio in questo girotondo prestigioso che è la vita, ma quanto beffarda la sorte quando sceglie solitaria, e silenziosa Son rimasta ferma a guardare, atterrita da una rabbia arbitraria e resa illegittima dal tradimento di una me istupidita dalla cattiveria che mi ha schiaffeggiato, e continua a farlo incurante. E mi chiedo spesso dove possa essere finita la dolcezza, quella fugace impertinente calda sensazione che lascia luccicare i fuggevoli dubbi che si accavallano all'inconstanza del mio vivere. Mi lascio turbare dal timore di un destino impenitente, dal quale non saprò difendermi, né lottare contro i suoi padri fantasmi. Si avviluppano tra loro le domande contraddittorie, ed io resto immobile con il mio piccolo cuore ormai marmoreo".

la lancetta è ancora ferma...
si muoverà?

Desdemona rinchiusa

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