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Lo sappiamo tutti che il potere, quale esso sia, a San Michele Salentino non tollera “l’altro pensiero” che non sia allineato e strumentale a se stesso. Ce ne siamo accorti sulla nostra pelle e sui post “anonimi” pervenuti nei quali, dopo vani inviti a manifestare la propria identità, trapelava la paura di essere identificati e messi fuori, al bando, dai circuiti di “beneficenza” che il potere, e ripeto quale esso sia (di destra, di sinistra, ecclesiale, laico, economico, istituzionale, ecc.), offre nelle svariate forme che tutti sappiamo.
In questi sei anni di esperienza sul web abbiamo considerato l’anonimato come una forma di espressione libera da condizionamenti fino a, mi riferisco ai primi anni, permettere “automaticamente” l’invio all’istante dei messaggi anonimi sui post (contenuti, articoli, pagine), ma la nostra cultura non ha colto lo spirito genuino di questo strumento ed il tutto è degenerato con offese, accuse, insinuazioni, strumentalizzazioni. Abbiamo persino constatato prese di posizioni ferree, da parte di una componente politica, contro l’anonimato su midiesis.it fino a snobbare questa nostra esperienza e poi, sempre gli stessi, appoggiare e legittimare uno degli ultimi fatti politici che ha avuto come oggetto proprio una lettera anonima. C’è stato, poi, un’altra parte politica che ha inveito fortemente, sempre sul sito e i suoi autori, perché permettevano l’anonimato e poi dopo 30 secondi apprezzare l’anonimo che in un messaggio faceva del sarcasmo nei confronti di un suo avversario.
San Michele è un paese strano.
Ma i tanti messaggi e contenuti che pervengono ci evidenziano l’esigenza di comunicare e condividere qualsiasi tipo di esperienza e/o fatti, il che ci onora per aver creato un canale comunicativo mettendo in collegamento svariate esperienze vicine e lontane: solo che per gli aspetti negativi si fa spesso uso, per non dire esclusivamente, dell’anonimato.
E’ vero, siamo ricattati dal potere, per cui meglio stare zitti o “essere anonimi”, ma il potere esiste perché vi è omertà e l’omertà non si vince con un messaggio anonimo.
Ci rendiamo conto di quali conseguenze si possono subire se uno va contro il potere, ma in Italia e nel mondo vi sono anche culture che hanno superato questo ricatto.
Ma è mai possibile che non facciamo niente per cercare di costruire una cultura in cui non si debba avere paura di dire il proprio pensiero perché come contro il potere rispetta l’individuo e gestisce il tutto con democrazia e partecipazione?
E’ mai possibile che per esprimere il nostro pensiero dobbiamo ancora nasconderci dietro l’anonimato?
Ma quale futuro stiamo costruendo?
Già da un anno circa abbiamo preferito fare un passo indietro (ora su midiesis.it tali messaggi vengono filtrati) per tutelarci e tutelare contro chi, in malafede (e ce ne sono tanti e dappertutto) utilizza questo strumento per inveire sull’avversario. Ma i messaggi anonimi accusatori ancora pervengono e questo strumento ci continua a mettere nella difficoltà di dover decidere e valutare quali debbano essere o non essere pubblicati e quali sono o non sono in malafede e/o strumentali.
Le tecniche comunicative e di linguaggio ci dicono che un concetto può essere espresso in vari modi, per cui ciò che l’anonimo può dire “liberamente”, attraverso accorgimenti linguistici, può essere espresso benissimo in modo rispettoso e garbato con una bella firma sotto (sempre da verificare).
Alle soglie del terzo millennio non è accettabile una cultura medioevale: facciamo un piccolo passo per cominciare a cambiare.
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