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Con una breve ricerca su internet trovo una serie di informazioni interessanti, che chiariscono dubbi miei circa i commenti che ho letto.
La prima è che l’installazione di un’antenna di telefonia mobile comporta il pagamento di un affitto annuo da parte delle compagnie di telefonia mobile, sia che si tratti di abitazione o suolo privato che comunale.
• Articolo di Silvio Rezzonico e Giovanni Tucci tratto da Il Sole 24ORE:
“Antenne, tariffe fino a 25mila euro
L'accesa concorrenza tra le compagnie telefoniche, l'affinarsi delle tecnologie, le polemiche sul presunto inquinamento elettromagnetico rendono l'installazione delle antenne cellulari un'interessante opportunità di guadagno, da un lato, e un'occasione di polemiche che possono coinvolgere un intero quartiere, dall'altro. Il punto del contendere sta essenzialmente nel fatto che il palazzo interessato dall'installazione è anche raggiunto in maniera quasi irrilevante dalle onde elettromagnetiche, che invece si propagano ai livelli massimi a una distanza tra 30 e 100 metri dall'antenna: quindi chi non incassa il canone è più "esposto" di chi lo incassa. Questo può anche diventare un punto di forza per le compagnie, in grado di patteggiare al ribasso sui canoni, facendo leva sulla possibilità di installare l'antenna in un palazzo vicino. È difficilissimo, pertanto, stimare i canoni medi, che dipendono, è vero, dalla dislocazione dell'immobile, dal volume di traffico e dalla presenza di smagliature nella rete delle trasmissioni, ma anche dalla capacità di trattativa delle due parti, cosicché in situazioni simili si possono riscontrare cifre assai diverse. Oltretutto le aziende si rifiutano di fornire informazioni sull'ammontare degli affitti: quindi un'indagine sui prezzi deve svolgersi più pescando dalla cronaca o dalle cause accese in tribunale che da fonti ufficiali.
Per esempio, Maurizio Gasparri, che è stato ministro delle Comunicazioni, ha parlato di un ricavo medio di 15mila euro annui. Mentre un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza a Udine ha accertato la mancata denuncia dei canoni da parte di 73 soggetti, tra privati e società, stimando una media di 7.253 euro annui evasi per ciascuno. Ma se si esplorano le cause in tribunale, i blog su internet e le delibere comunali, c'è da farsi venire il mal di testa: si passa da un minimo di 600 euro annui fino ai 25mila previsti in certi regolamenti comunali, con una media tra i 10 mila e i 18 mila. Gli impianti si compongono di pali di sostegno su cui sono installate da tre a sei antenne, che hanno la forma di pannelli verticali alti circa 1,5 metri, larghi 20-30 centimetri e profondi 5-10 centimetri. Quanto allo shelter (il contenitore-centralina dei moduli di gestione delle antenne), secondo la Wind lo spazio occupato è in media dai 12 ai 15 metri quadrati, anche se è possibile ridurre tale ingombro, per installazioni particolari, a 10mq. Le ditte assicurano il rispetto di tutti i parametri di legge a tutela della salute e il mancato disturbo arrecato a televisioni, radio e apparecchi elettrici”….
La seconda è che, pur essendo tale installazione regolamentata da vigenti leggi, se è utopico rimuoverle del tutto, non è impossibile spostarle.
Perché il problema qui non è l’eliminazione ma l’informazione: perché è possibile installare delle antenne a così poca distanza l’una dall’altra? Se è stata installata un’antenna a 500mt sulla sinistra da quella esistente, questo vuol dire che è possibile installarne un’altra a 500 mt sulla destra e di fronte e dietro??
E’ innegabile, in certi casi, la necessità di avere un cellulare e di conseguenza che ci siano antenne che consentano ai cellulari di avere segnale; ma è necessario che le antenne si concentrino tutte nella stessa zona? Ecco un esempio.
“No ad altre antenne per la telefonia mobile a Magenta"
04/06/2008 - A Magenta ci sono già troppe antenne per la telefonia mobile. Siano i gestori ad abbassarne la potenza, senza moltiplicare le stesse in altri punti della città. In nome di un principio sacrosanto sancito dalla Costituzione: il diritto alla salute. E' quanto auspica il Comitato per la difesa dall'elettromagnetismo.
Per ritornare indietro nel tempo, tre anni fa Vodafone, ottenne la quarta antenna al di sopra dello stabile in via Cattaneo: “L'Amministrazione comunale – spiega Filomena Battipaglia, del Comitato che si sta battendo per diminuire la potenza delle antenne – autonomamente fece sottoscrivere a Vodafone un impegno per spostare l'antenna nel momento in cui l'Amministrazione stessa era in grado di fornire un sito alternativo. Ovvero, si era resa conto che la presenza di quattro antenne in uno stesso sito era davvero troppo”….
Ma diminuiscano la potenza di quelle presenti. “Il regolamento approvato nel giugno 2006 – continua – ottenuto con percorso democratico ascoltando l'apporto del Comitato che ha fornito il contributo grazie al contributo completamente gratuito del tecnico Angelo Salducco ha individuato le cosiddette aree di massimo rispetto. Ossia le antenne elettromagnetiche non devono essere posizionate a meno di cento metri da luoghi sensibili, scuole, asili, parchi, ospedali e altro”….
Dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità che avevo proposto, posso provare a sintetizzare, appena possibile, quanto riportato circa gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici.