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Submitted by devina on Mar, 2008-10-21 18:14.

Lo stesso “elemento” trattato in “contesti” differenti assume significati diversi.
Ciò vale anche per l’elemento “fuoco”.
Il taglio dato dall’autrice del racconto è chiaramente quello ironico e il lettore non può non accostarsi in modo conseguente.
Altrimenti, deviando da questa lettura, così come c’è chi trova i richiami nella nostra tradizione, allo stesso modo ci potrebbe benissimo stare chi trova i richiami nel mito di Prometeo, il Titano che sfidò gli Dei per donare il fuoco agli uomini, oppure chi si vuole riallacciare all’Antico Testamento dove si legge del modo in cui “il Signore fece piovere sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco” per punizione, o ancora chi trova appiglio per appellarsi all’immaginario fantasy e ad uno dei miti sulla creazione del mondo con la leggendaria terra di Muspelleim, la dimora caratterizzata da fiamme e lava.
E continuando di questo passo: il fuoco nella storia, nella leggenda, nella religione, il fuoco come arma di difesa, di offesa come strumento di magia, di purificazione, di potenza,.. e via "ad libitum".
Ma così non andremmo da nessuna parte, o meglio andremmo da tutte le parti esclusa quella voluta dall’autrice del racconto.
Perché, appunto, il “contesto” indicato (e voluto) è quello dell’ironia e non altri.
A scuola, anche quella vecchia dove ci vuole rimandare il ministro, la maestra direbbe che si è usciti fuori tema; e avrebbe pienamente ragione.
nando

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