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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno, giovedì 3 aprile 2008
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Ha avuto inizio nella scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di San Michele Salentino il progetto “I cantori di Puglia”: un interessante viaggio sulle rotte della tradizione musicale pugliese attraverso l’incontro con alcuni degli ultimi testimoni.
I docenti e gli alunni delle classi quarte dopo aver condotto una ricerca sulle tradizioni della Quaresima, raccogliendo stornelli, canti e preghiere che un tempo venivano eseguiti durante la Settimana Santa, hanno ospitato i Cantori di Villa Castelli.
L’incontro è stato stimolante perché i maestri cantori avevano il tipico repertorio dei canti di questua pasquale, ispirati alla serenata delle uova, i cosiddetti “canti all’ovë”. Come hanno riferito, un tempo si annunciava la Pasqua cantando le melodie con l’accompagnamento dell’organetto. Per tutto il pomeriggio e la notte del sabato santo era consuetudine dei cantori girare per le campagne e fermarsi a suonare in prossimità delle abitazioni di campagna sino a quando da queste non vi uscivano persone con l'offerta di uova, formaggi e masserizie di vario genere, messe da parte durante il periodo della quaresima. Poiché anche il prete faceva il giro per la benedizione delle case e prendeva le offerte, bisognava sbrigarsi e passare prima di lui.
L’animatore e il portavoce del gruppo, il tamburellista Giandomenico Caramia, incalzato dalle curiosità dei bambini, ha raccontato delle origini di questo gruppo spontaneo, accomunato dalla stessa passione per la tradizione e la musica popolare. Poi ha presentato gli altri componenti: Vito Nigro, detto Vituccio di Carcagn, voce solista, di mestiere pastore, che fin da bambino di giorno pascolava e mungeva le capre e di notte andava in giro con il padre a portare le serenate e Barletta Francesco, Ciccio di Rosalò, bracciante e mastro muratore, suonatore di organetto per tradizione di famiglia. I Cantori di Villa Castelli sono giunti alla ribalta con la loro presenza alla scorsa edizione della Notte della Taranta, ma anche prima erano noti per la partecipazione alla scuola di musica popolare del Testaccio di Roma, per i concerti al Carnevale di Venezia, in Germania e in Francia.
Dopo aver cantato le serenate di questua, hanno presentato lo scottish, un tipico ballo autoctono accompagnato dal suo caratteristico ritmo musicale, e le particolari tarantelle e pizziche brindisine eseguite in tonalità minore.
Anche i bambini hanno cantato gli stornelli dei loro nonni, poi hanno suonato e intonato il canto Lu Venerdì Sande e Santu Lazzaru suscitando una curiosa e soddisfatta approvazione da parte dei cantori. Alla fine dell’incontro G. Caramia ha detto:”Fa piacere scoprire che nelle scuole ci sono insegnanti e alunni che studiano la nostra tradizione musicale popolare. È stato bello questo scambio, un dare e ricevere gratuito in cui tutti si sono arricchiti”.
Il Dirigente Scolastico Maria Giuseppa Lotti ha commentato:”Questo è il primo appuntamento del progetto Cantori di Puglia, a maggio s’incontreranno Antonio Piccininno dei cantori di Carpino (FG) e Uccio Aloisi di Cutrufiano (LE). Sono gli ultimi testimoni e conservatori della tradizione, attaccati alle radici ancora vive di una cultura che rischia di scomparire e che offrono una sensazione di appartenenza alla propria terra. Quando la scuola lavora per far prendere coscienza agli alunni della loro appartenenza ad una tradizione culturale, vuol dire che fornisce loro gli strumenti per la conoscenza, il confronto e il rispetto delle altre culture”
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