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Tutte le volte che viene fuori il discorso del voto o non voto, si arriva, quasi sempre, alla conclusione che "bisogna comunque votare" perchè tanto anche se ci andassero poche persone a votare alla fine i politici verrebbero comunque eletti, pur con quei pochi voti.
Uno degli ultimi a dire questo è stato il politologo giovanni sartori ad "anno zero".
Ora trovo un pò tirati via questi discorsi; ma ragionando per assurdo e supponendo che si verifichi realmente questa situazione (secondo la quale a detta di tanti non cambierebbe niente) cioè che al voto ci vadano pochissime persone (magari solo i diretti interessati), ebbene se sul serio si verificasse questo fatto straordinario, veramente pensate che non cambierebbe niente?
Sarebbe una rivoluzione che azzererebbe di botto i presupposti di questa falsa "democrazia rapresentativa" e col cazzo che per i politici non cambierebbe niente.
Viceversa dovremmo trovare nuove forme di democrazia partecipata in cui il popolo possa veramente dire la sua e non assoggettarsi al politico di turno che (mastella docet) saltella da destra a sinistra, poi da sinistra a destra e poi di nuovo da destra a sinistra, e sempre secondo un piano che corrisponde al proprio interesse personale e sicuramente non al volere dei cittadini che lo hanno eletto.
Certo questa rivoluzione è una utopia, ma alcuni preferiscono coltivare quest'utopia o comunque sottrarsi alla logica di dover "infine scegliere", perchè quando la scelta è solo quella del male minore, io preferisco soprassedere aspettando tempi migliori.
nando