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Ha iniziato per gioco, "così tanto per provare l’effetto che fa fumare una sigaretta". È per pura curiosità che molti ragazzi (le statistiche dicono il 33 per cento) iniziano a fumare ma Gregorio, quella voglia di scoprire il gusto della nicotina, di mettersi una sigaretta tra le labbra per sentirsi grande, ce l’ha avuta a 9 anni, quando ancora frequentava le scuole elementari.
Una sigaretta tira l’altra e, da allora, per lui, è stata una escalation inarrestabile. Da tre sigarette al giorno, fumate in gran segreto ai giardinetti con gli amici, è passato a un pacchetto intero. "A volte - confessa - arrivo anche a trenta". Oggi, Gregorio, è cresciuto, ha 15 anni e ha deciso di smettere. Ma da solo non ce la fa. E così ha chiesto aiuto a Roberto Boffi, il medico pneumologo dell’Istituto dei tumori che, da anni, fa da supporter a chi vuole dare un taglio al fumo e dove oggi si celebra la giornata anti-tabacco, dedicata proprio ai giovani.
Gregorio non è un caso facile. È in cura da qualche mese e un po’ smette e si dice miracolato. Ma poi vede un amico che si accende la sigaretta, non resiste e si mette a fumare di nuovo. "Sì, lo so che il fumo fa male - dice - ho una mamma che fa l’infermiera al San Raffaele e ogni giorno non fa che ricordarmi che il fumo fa venire il cancro ai polmoni".
Gregorio è molto legato a sua madre e per farla felice vorrebbe buttar via le sigarette per sempre. "Pagherei qualsiasi cifra pur di farcela" dice e, intanto, si affida alle cure del dottor Boffi, il medico di via Venezian che di pazienti ne ha mille. Però il caso di Gregorio è speciale. É il paziente più giovane approdato al centro anti-fumo dell’Istituto dei tumori. Non che a Milano quello di Gregorio sia un caso isolato, anzi. I ragazzi che fumano sono parecchi. La media è di 3 ragazzi su 10. Ma come emerge dai più recenti dati dell’Istituto dei tumori sono 7 su 10 quelli che accendono la prima sigaretta già a 12 anni. Fumano e sono insensibili alle campagne del ministero alla Salute, tanto loro si credono onnipotenti, invincibili. "Anch’io pensavo: ma che male ti può fare una sigaretta?" - racconta Gregorio - poi, però, quando sono arrivato qui in ospedale per i primi controlli mi sono reso conto che i miei polmoni erano già neri di catrame e allora ho deciso di fare qualcosa". E, così, per Gregorio, che il primo pacchetto di sigarette l’ha fumato in compagnia di due amici di scuola, è iniziato il viaggio, tutt’altro che facile, per diventare un ex-fumatore.
"All’inizio, quand’ero più piccolo, non aspiravo neanche il fumo - ricorda - mi bastava avere la sigaretta accesa, portarla alle labbra e far finta di fumare. Ma poi, guardando i grandi che fumavano al bar, ho capito che il fumo andava buttato giù nei polmoni. E così li ho imitati". Ma a furia di fumare, Gregorio ha scoperto di avere crisi di astinenza. La mattina stava male se non si accendeva subito una sigaretta. E così ha capito che per lui era l’ora di dire basta.
Il primo tentativo l’ha fatto con le cicche a base di nicotina, quelle che riducono la voglia di fumare, annullando i morsi dell’astinenza. Per un po’ ha retto ma poi la voglia di una sigaretta è stata più forte e si è rimesso a fumare. Ma molto meno di prima. E senza il bisogno di cerotti o altri farmaci. "Ma giuro che smetto" dice Gregorio che da grande vuole fare lo chef e girare il mondo sulle navi da crociera. E intanto studia in un istituto professionale alberghiero di Milano e fa uno stage in un grande ristorante del centro, dove si destreggia bene tra primi, secondi, focacce e pasticceria. In mezzo alle pentole e ai fornelli, è "severamente vietato fumare" e questo aiuta Gregorio a ridurre drasticamente il consumo di "bionde" .
"La mia specialità è la pasta agli scampi - dice - cucinare è la mia passione e finché lavoro riesco a non fumare". Ma il problema viene dopo. Quando finisce il turno in cucina e le mani vanno nervosamente alla ricerca del pacchetto di sigarette. Che Gregorio ha buttato: "Perché quando hai deciso di smettere devi fare sul serio".
Laura Asnaghi
P.S. Senza post scritum