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sito creato il 16 aprile 2002 (www.web.tiscali.it/midiesis) - dal 17 aprile 2003 con proprio dominio (www.midiesis.it).
contatto: midiesis(chiocciola)alice.it
Il sito Midiesis gira su Drupal (www.drupal.org)
…allora, mi decido e salgo da te. Le tue stanze sono all’ultimo piano e da quaggiù è difficile scorgerle. Salgo. I gradini che ho già calpestato mi invitano a guardare giù. Proseguo. La distanza tra la vita e la tua dimora deve essere fatta categoricamente a piedi, è la regola: ne ascensore, ne dispositivo di abbattimento barriere architettoniche. Mentre si sale lentamente, sei costretto, allora, a guardare in giù, ed un gradino dopo l’altro tutto ciò che ti circonda ti appare più chiaro, mentre l’affanno aumenta e gocce di sudore simile a pianto scendono dal viso. Continuo a salire. Ora il panorama della realtà circostante è chiaro. Distinguo tutto. Anche le persone. I gesti. Le parole. Le strategie. La solitudine. La stanchezza. Si, mi accorgo di essere stanco. Saranno i gradini che scivolano via alle mie spalle… Continuo a salire e, cazzo, Desdé, non c’era un monolocale a piano terreno? …e proprio quando avverto che le ultime forze mi stanno abbandonando, ecco, ci siamo. E’ fatta. La porta è aperta ed entro.
…volevo solo portarti pezzi di vetro che tu già conosci e parole che hai già cantato,
volevo portarti la certezza della percezione di ciò che non hai mai sentito,
un altro velo per difenderti e dal quale guardare;
e soffiare sulla polvere per vederla volare.
Non c’è più motivo di fare le scale a piedi per il ritorno, ora.
Ciao Desdè.
Midiesis
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Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
(tratto da Cirano di Francesco Guccini)