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2 - Domande alla Congregazione per la Dottrina della Fede

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A seguito della Notificazione su Jon Sobrino
La Congregazione per la Dottrina della Fede (Cdf) ha pubblicato una Notificazione sulle opere teologiche del gesuita Jon Sobrino di El
Salvador. Si tratta della prima azione di rilievo da parte del cardinale statunitense William Levada, come prefetto della Cdf in sostituzione del cardinale Joseph Ratzinger. Essa mette in guardia i cattolici da possibili errori su diversi dogmi della dottrina cattolica.
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha l’obiettivo di salvaguardare la fede e di promuovere lo sviluppo teologico. La
Notificazione tratta questioni di cristologia tra cui la personalità di Gesù Cristo e il suo ruolo nella salvezza umana. Essa critica gli scritti di Jon Sobrino, sottolineando come alcune delle sue posizioni siano erronee
rispetto agli insegnamenti della Chiesa cattolica. Senza commentarle direttamente, si possono sollevare brevemente alcune questioni riguardo alla teologia dogmatica tradizionale della Chiesa che sono problematiche
nel nostro contesto asiatico e in qualche misura anche altrove. Ciò potrebbe portare qualche luce (o ulteriori problemi) al dialogo che si sta producendo in quest’occasione.
L’insegnamento dogmatico della Chiesa riguardo a Gesù Cristo e al suo ruolo di redentore unico e universale del genere umano si fonda sul presupposto che tutto il genere umano si trovi nel peccato originale
e non possa salvarsi da solo dalla condanna alla dannazione eterna. È solo la grazia di Dio meritata per noi da Gesù Cristo che può realizzare la riconciliazione di Dio con gli uomini, individualmente e collettivamente.
Inoltre, fa parte della dottrina il fatto che l’adesione alla Chiesa è essenziale alla salvezza anche a causa del peccato originale (cfr XVI Concilio di Cartagine 418; Secondo Concilio di Orange 529, Concilio
generale di Firenze 1442; Concilio di Trento: Decreto sul peccato originale, 1546).
A questo riguardo possono essere rivolti alla Cdf alcuni importanti rilievi:
1) Esiste un problema di natura scientifica, riguardo al monogenismo e al presupposto che ne consegue, cioè che tutta l’umanità proviene
dai due primi genitori, Adamo ed Eva.
2) Un’altra questione è quella delle fonti della rivelazione divina e della loro interpretazione esegetica, compreso il fatto di prendere alla lettera, come verità storica fattuale, la descrizione del Genesi.
3) Si vorrebbe rivolgere alla Cdf una domanda di ordine generale per avere una delucidazione sulla dottrina cattolica. Come possiamo proporre come dottrina cattolica il fatto che tutti coloro che non sono
appartenuti alla Chiesa sono stati destinati alla dannazione eterna?
Questa non era forse dottrina della Chiesa fino a qualche decennio fa?
È conciliabile con l’insegnamento di Gesù che Dio è amore? Questa dottrina non è forse inaccettabile per coloro che non appartengono alla fede cristiana?
4) Questa dottrina e questo pensiero non hanno forse dato una direzione sbagliata alla Chiesa, spingendola verso un atteggiamento
intollerante nei confronti delle altre fedi? Non è solo con il Concilio Vaticano II che la Chiesa ha accettato la libertà religiosa, accettando le altre fedi come possibili percorsi verso la salvezza? In questa prospettiva, la maggior parte degli asiatici è stata considerata al di fuori della
salvezza. Forse è questa la ragione per cui il cristianesimo è accettato soltanto dal 2% della popolazione in Asia (escludendo le Filippine)?
5) La Notificazione fa spesso riferimento alla preoccupazione della Chiesa per i poveri, specialmente da parte di membri santi che si impegnano in atti di misericordia nei loro confronti. Ma il tema che Jon
Sobrino sottolinea è un altro: la giustizia sociale. La Chiesa non è stata forse in generale dalla parte degli oppressori durante secoli di colonialismo e schiavitù, e, anche ora, non è parte della dominazione maschile?
6) La Notificazione critica questa affermazione di Sobrino:
“I poveri nella comunità interpellano la fede cristologica e danno ad essa la sua direzione fondamentale... La Chiesa dei poveri... è il luogo ecclesiale della cristologia perché è una realtà configurata dai poveri. Il
Domande alla Congregazione per la Dottrina della Fede luogo sociale è così il più decisivo per la fede, il più decisivo nel dare
forma al modello di pensiero della Cristologia, e ciò che esige e facilita
la rottura epistemologica”.
La Notificazione, criticando questa posizione, presenta la fede della Chiesa come norma primaria per valutare gli scritti teologici: “Il luogo teologico fondamentale può esser solo la Fede della Chiesa; in
essa trova la giusta collocazione epistemologica qualunque altro luogo
teologico. Il luogo ecclesiale della Cristologia non può essere la ‘Chiesa
dei poveri’, ma la Fede apostolica trasmessa dalla Chiesa a tutte le generazioni”.
Una domanda che ci poniamo specialmente nella regione asiatica è: come può l’insegnamento tradizionalmente esclusivista della Chiesa
riguardo alle altre religioni e alla salvezza conciliarsi con l’amore universale
e la volontà salvifica di Dio? Eppure questa è stata proprio la visione ristretta sostenuta dalla Chiesa per molti secoli fino al cambiamento sopravvenuto con il Concilio Vaticano II (1962-1965).
La Notificazione della Cdf afferma che Gesù come Dio-uomo fin dal concepimento nel grembo della Madre di Dio ha goduto della
visione beatifica di Dio. La Chiesa che riceve la rivelazione da un Gesù
onnisciente come può proporre dottrine erronee come “fuori della Chiesa non c’è salvezza”? Come può essere un insegnamento così inaccettabile della Chiesa il corretto luogo epistemologico per il discernimento
della fede della Chiesa?
Papa Giovanni Paolo II ha chiesto scusa in più di 100 occasioni per ingiustizie commesse anche con la violenza dai figli e dalle figlie della Chiesa contro altre persone, nel perseguimento di ciò che ritenevano
essere la verità. Egli ha capito che la dottrina ecclesiale aveva contribuito
molto a fraintendimenti e conflitti come le Crociate e le invasioni coloniali.
Ha fatto appello alla purificazione della memoria e ad un’apertura alle altre religioni come nei giorni di preghiera ad Assisi.
Forse le risposte della Cdf a queste domande potrebbero aiutare i lettori di Jon Sobrino a collocare le sue ricerche teologiche in questo
contesto, e potrebbero aiutare la stessa Cdf a definire il suo ruolo storico
nel XXI secolo, nel quadro di una diffusa secolarizzazione, soprattutto
in Occidente, e nel-l’ambito delle nostre culture, caratterizzate dalla
pluralità religiosa. Una risposta pubblica a queste domande sarebbe utile
per molti, compresi i teologi come Jon Sobrino, che studiano il rapporto
tra le relazioni interreligiose e la giustizia sociale. In questo la Cdf può
dare un contributo positivo alla purificazione della teologia cristiana e
all’armonia interreligiosa e alla giustizia nel mondo. Vorremmo invitare
la Cdf a contribuire allo sviluppo della teologia in una direzione che
non allontani le persone di buona volontà dalla Chiesa e invitare tutti a
costruire il regno di Dio sulla terra, secondo i carismi di ciascuno.
Tissa BALASURIYA
Colombo, Sri Lanka

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