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certo ci vuole coraggio a valutare questo documentario uscito in circolazione pochi giorni dopo il family day, girava da tantissimo tempo in internet ma ora hanno calato l'asso: bene la chiesa vuole la famiglia e noi li chiamiamo pedofili, ai miei tempi questo si chiamava pregiudizio ora si chiama "informazione" bellissima cosa mettere alla gogna i sacerdoti tanto a voi che interessa? che vi frega dei migliaia di missionari in giro per il mondo a dare la vita? no a voi interessa gettare merda sul vaticano e sul papa.
1) nel 1962 ratzinger non era neanche vescovo
2) ratzinger appena eletto ha subito fatto chiarezza sui pezzi grossi accusati di pedofilia http://chiesa.espresso.repubblica.it/dettaglio.jsp?id=98383
3)E veniamo al video. La figura più inquietante è senza dubbio quella di
Oliver 'O Grady, quello che descrive i suoi abusi con aria quasi compiaciuta
sia all'inizio, al centro che alla fine del video (si vede proprio che ha
qualche problema).
Ma come viene presentato: il sottotitolo all'inizio dice "Questo è padre
Oliver 'OGrady, un prete cattolico", peccato che la voce in inglese sotto
dice una cosa molto diversa: "This is father Oliver 'O Grady, a FORMER
càtholic priest": un EX prete cattolico ! Ma questi traduttori che sbadati:
hanno dimenticato di tradurre quel FORMER, che significa EX (andate al
minuto 0:26 del video apribibile da
http://video.google.it/videoplay?docid=-6608692729494570044 e sentirete
benissimo quel FORMER che non c'è nel sottotitolo!).
Andate poi alla parte centrale, al minuto 14:45 e vedrete nella didascalia
inglese "FORMER catholic priest" (EX prete cattolico): d'altra parte non è
vestito da prete. Ma come mai nei sottotitoli italiani si omette di scrivere
chee è un EX prete? Non solo. Andiamo alla fine del video: al minuto 37:33
di nuovo l'audio in inglese dice "FORMER catholic priest" ed il sottotitolo
italiano traduce: "un prete cattolico" (senza scrivere EX!).
Ma che combinazione, lo stesso errore di traduzione! Peccato che pochi
secondi dopo si dice che Oliver O ' Grady vive in Irlanda, libero di abusare
dei bambini (facendo credere che sia ancora un prete cattolico!). Questa
ovviamente è solo l'errore di traduzione che io ho potuto scoprire: non
essendo un esperto di lingue, figuriamoci quante altre "manipolazioni" ci
sono!
Tral'altro il video molto spesso si contraddice da solo: prima dice che la
Chiesa non ha fatto nessun documento per proteggere i bambini, poi dice che
la Chiesa ha introdotto una Carta per la protezione dei bambini.
Prima il video dice che il Vaticano non ha voluto rispondere alla richiesta
di estradizione dell'avvocato, ma poi dice che la richiesta non è stata
nemmeno aperta (come facevano a sapere che richiesta era?). Prima dice che
padre Henn attualmente è protetto in Vaticano, poi si dice che era lì agli
"arresti domiciliari", e poi che è fuggito dagli arresti domiciliari e vive
in borghese in qualche paese italiano da latitante.
4) Ma cosa dice, in realtà, il documento in questione?
Si tratta di disposizioni interne all'ordinamento ecclesiastico, per preti che commettono delitti contro il sacramento dell'eucaristia e contro il sacramento della penitenza, di cui la Congregazione del Tribunale Apostolico si RISERVA il giudizio esclusivo: tutti delitti riguardanti la SFERA RELIGIOSA che, NOTA BENE, lasciano allo Stato il compito di accertare altre eventuali responsabilità penali e civili che esulano dall'ambito religioso.
La parte abilmente strumentalizzata è quella riguardante i delitti commessi dai preti contro il Santo Sacramento della Penitenza, in particolare i delitti n°1 e n°2:
1) Assoluzione di colui che pecca sessualmente con il confessore stesso.
2) Il prete che si serve della confessione per peccare sessualmente con il penitente stesso.
Allego il documento originale in latino, di cui ho tradotto, in lingua corrente e comprensibile, i punti suddetti.
CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI
EPISTULA
a Congregatione pro Doctrina Fidei missa
ad totius Catholicae Ecclesiae Episcopos
aliosque Ordinarios et Hierarchas interesse habentes:
DE DELICTIS GRAVIORIBUS
eidem Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis
Ad exsequendam ecclesiasticam legem, quae in articulo 52 Constitutionis Apostolicae de Romana Curia enuntiat: "Delicta contra fidem necnon graviora delicta tum contra mores tum in sacramentorum celebratione commissa, quae ipsi delata fuerint, [Congregatio pro Doctrina Fidei] cognoscit atque, ubi opus fuerit, ad canonicas sanctiones declarandas aut irrogandas ad normam iuris, sive communis sive proprii, procedit",[1] necesse erat in primis definire procedendi modum de delictis contra fidem: quod peractum fuit per normas, quarum inscriptio est Agendi ratio in doctrinarum examine, a Summo Pontifice Ioanne Paulo PP. II ratas atque confirmatas, simul articulis 28-29 in forma specifica approbatis.[2]
Eodem fere tempore Congregatio pro Doctrina Fidei per Commissionem ad hoc ipsum institutam operam dabat diligenti canonum de delictis studio, sive Codicis Iuris Canonici, sive Codicis Canonum Ecclesiarum Orientalium, ad determinanda "graviora delicta tum contra mores tum in sacramentorum celebratione", ad perficiendas quoque normas processuales speciales "ad canonicas sanctiones declarandas aut irrogandas", quia Instructio Crimen sollicitationis hucusque vigens, a Suprema Sacra Congregatione Sancti Officii edita die 16 mensis martii anno 1962,[3] recognoscenda erat novis Codicibus canonicis promulgatis.
Attente perpensis votis et factis opportunis consultationibus, Commissionis opus tandem ad finem pervenit; Congregationis pro Doctrina Fidei Patres accuratius idem examinarunt, Summo Pontifici subiciendo conclusiones circa determinationem graviorum delictorum et modum procedendi ad sanctiones declarandas aut irrogandas, firma manente eiusdem Congregationis Apostolici Tribunalis exclusiva in hoc competentia. Quae omnia ab ipso Summo Pontifice adprobata, confirmata et promulgata sunt per Litteras Apostolicas Motu Proprio datas, quarum initium sumit a verbis Sacramentorum sanctitatis tutela.
Graviora delicta tum in sacramentorum celebratione tum contra mores, Congregationi pro Doctrina Fidei reservata, sunt:
– Delicta contra sanctitatem augustissimi Eucharistiae Sacrificii et sacramenti, videlicet:
1° abductio vel retentio in sacrilegum finem, aut abiectio consecratarum specierum;[4]
2° attentatio liturgicae eucharistici Sacrificii actionis vel eiusdem simulatio;[5]
3° vetita eucharistici Sacrificii concelebratio una cum ministris communitatum ecclesialium, qui successionem apostolicam non habent nec agnoscunt ordinationis sacerdotalis sacramentalem dignitatem;[6]
4° consecratio in sacrilegum finem alterius materiae sine altera in eucharistica celebratione, aut etiam utriusque extra eucharisticam celebrationem;[7]
– Delicta contra sanctitatem sacramenti Paenitentiae, videlicet:
1° absolutio complicis in peccato contra sextum Decalogi praeceptum;[8]
2° sollicitatio in actu vel occasione vel praetextu confessionis ad peccatum contra sextum Decalogi praeceptum, si ad peccandum cum ipso confessario dirigitur;[9]
3° violatio directa sigilli sacramentalis;[10]
– Delictum contra mores, videlicet: delictum contra sextum Decalogi praeceptum cum minore infra aetatem duodeviginti annorum a clerico commissum.
Haec tantum, quae supra indicantur delicta cum sua definitione, Congregationis pro Doctrina Fidei Tribunali Apostolico reservantur.
Quoties Ordinarius vel Hierarcha notitiam saltem verisimilem habeat de delicto reservato, investigatione praevia peracta, eam significet Congregationi pro Doctrina Fidei quae, nisi ob peculiaria rerum adiuncta causam sibi advocet, Ordinarium vel Hierarcham per proprium Tribunal ad ulteriora procedere iubet opportunas normas tradendo; ius appellandi contra sententiam primi gradus, sive ex parte rei vel eius Patroni sive ex parte Promotoris Iustitiae, valide unice manet tantummodo ad Supremum Tribunal eiusdem Congregationis.
Notandum est actionem criminalem de delictis Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis praescriptione extingui decennio.[11] Praescriptio decurrit ad normam iuris universalis et communis;[12] in delicto autem cum minore a clerico patrato praescriptio decurrere incipit a die quo minor duodevicesimum aetatis annum explevit.
In Tribunalibus apud Ordinarios vel Hierarchas constitutis, hisce pro causis munera Iudicis, Promotoris Iustitiae, Notarii atque Patroni tantummodo sacerdotes valide explere possunt. Instantia in Tribunali quovis modo finita, omnia acta causae ad Congregationem pro Doctrina Fidei ex officio quam primum transmittantur.
Tribunalia omnia Ecclesiae Latinae et Ecclesiarum Orientalium Catholicarum tenentur canones de delictis et poenis necnon de processu poenali utriusque Codicis respective observare una cum normis specialibus a Congregatione pro Doctrina Fidei pro singulo casu tradendis et omnino ad exsecutionem mandandis.
Huiusmodi causae secreto pontificio subiectae sunt.
Per hanc Epistulam, de mandato Summi Pontificis omnibus Ecclesiae Catholicae Episcopis, Superioribus Generalibus institutorum religiosorum clericalium iuris pontificii et societatum vitae apostolicae clericalium iuris pontificii aliisque Ordinariis et Hierarchis interesse habentibus missam, in votis est ut non solum graviora delicta omnino vitentur, sed praesertim ad clericorum et fidelium sanctitatem etiam per necessarias sanctiones procurandam sollicita pastoralis cura ab Ordinariis et Hierarchis habeatur.
Romae, e sede Congregationis pro Doctrina Fidei, die 18 maii 2001.
+ JOSEPHUS Card. RATZINGER
Praefectus
+ Tharsicius BERTONE, S.D.B.
archiep. em. Vercellensis a Secretis
[1] Ioannes Paulus PP. II, Constitutio Apostolica Pastor bonus, De Romana Curia, 28 iunii 1988, art. 52, in AAS 80 (1988) 874.
[2] Congregatio pro Doctrina Fidei, Agendi ratio in doctrinarum examine, 29 iunii 1997, in AAS 89 (1997) 830-835.
[3] Suprema Sacra Congregatio Sancti Officii, Instructio Crimen sollicitationis, Ad omnes Patriarchas, Archiepiscopos, Episcopos aliosque locorum Ordinarios "etiam Ritus Orientalis": De modo procedendi in causis sollicitationis, 16 martii 1962, Typis Polyglottis Vaticanis MCMLXII.
[4] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1367; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1442. Cf. et Pontificium Consilium De Legum Textibus Interpretandis, Responsio ad propositum dubium, 4 iunii 1999.
[5] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1378 § 2 n. 1 et 1379; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1443.
[6] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 908 et 1365; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 702 et 1440.
[7] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 927.
[8] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1378 § 1; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1457.
[9] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1387; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1458.
[10] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1388 § 1; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1456 § 1.
[11] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1362 § 1 n. 1; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1152 § 2 n. 1.
[12] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1362 § 2; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1152 § 3.