2.09.2006
ore 17.40

D Es Demon A anonima

Impugnabili giorni
tesi tra
tra estasi e voci.
Brusii incandescenti.
Tetri.
Muoiono al suono della parola,
futuro.
Urla inconfondibili
risaltate da un coraggio
affondato negli abissi
di questo povero mare,
violentato dall’ignoranza di chi,
nel limite,
vince l’ostacolo del tormento.
A chi chiede conforto colui che,
impietosito dalla vita,
si è lasciato abbracciare dall’errore
di un demonio chiamato
insoddisfazione?
Sfida la alta marea,
e penetra nei desideri ardenti
di quell’orbita amaranto,
madre di amori e dissapori,
sconvolgimenti interrogati
dall’impossibilità di
concretizzare l’astratto.
Vive il torpore.
E vive la speranza di trovare,
sorprendendosi,
la via del ritorno.
Soggiogo il caos,
entro nel borgo stellare.
Ti chiamo.
Dove sei?
Lo scrivo con il sangue
raccolto dalle mie vene,
sulle rocce bagnate di lacrime.
Muschi invecchiati.
Immortalati nel mondo
Dei sotterranei del blu
Profondo
Che le abita.
Date imprecise,
soli mai penetrati.
Rischio e volo…
Volo e sorrido.

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