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@ Carolemico: ho finalmente letto la discussione che hai segnalato e voglio far partire il mio breve ragionamento dalle tue sacrosante parole "le tradizioni e la cultura non si possono mettere in padella, non ti puoi riempire la pancia con la cultura e le tradizioni"; ecco proprio così questo sta alla base dell'abbandono delle terre recintate dai muretti a secco delle nostre care zone. Finchè la "difesa delle biodiversità" rimane nelle parole di convegni o nelle manifestazioni turistiche organizzate con amore, ma estemporanee, non si potrà pretendere la rinascita di un'economia che al tempo dei nostri padri e nonni era di semplice sussistenza, quando il fondo non produceva occorreva trovarsi un'occupazione "a giornata" da cercare nella piazza del paese. Per quanto ne so, ora, solo qualche anziano pensionato e qualche "appassionato volontario" continua a coltivare le terre rosse, il resto è villeggiatura e turismo. I privati non potranno mai far rinascere l'agricoltura tradizionale delle nostre zone senza l'aiuto pubblico. La macchina è inceppata e quando gli ultimi "appassionati volontari" si saranno stufati... Stop!