Altro | Politica
di Edmondo Bellanova
------
L’appuntamento è presso la Provincia di Brindisi per le ore 11: 00 del 10.12.2009 e, quindi, ne approfitto per partire con anticipo da San Michele per fare spese all’Ipercoop.
Corro tra gli scaffali; corro tra le casse, in cerca di quella meno affollata; non prendo neanche un caffé ed alle 10,50 sono già in Piazza Santa Teresa. Ho ritirato il biglietto per il parcheggio e salito i due piani del Palazzo della Provincia ma… la sala del Consiglio è tristemente chiusa! “Non è ancora ora “mi dice il solerte inserviente! Sono in anticipo ma mi tocca spettare ben oltre 10 minuti.
Sono le 11,43, quando l’assessore Pomarico apre i lavori di questo incontro della Provincia di Brindisi con Enti, Associazioni, Sindacati, Patronati e Rappresentanti Istituzioni Territoriali sul tema della CRISI DELL’AGRICOLTURA.
Il suo è un intervento introduttivo che relaziona sui vari passi già effettuati dalla Provincia ,vedi:
istituzione di un Tavolo Agricolo; vari incontri a livello provinciale e regionale. Amaramente ammette che ben pochi sono i mezzi giuridici-amministrativi a disposizione dell’Ente Provincia ma comunque presente per raccogliere le segnalazioni dei diretti operatori nel settore e con essi decidere una strategia comune d’intervento a favore di questo settore primario della realtà economica e sociale della provincia di Brindisi.
Con poche parole il Presidente Ferrarese conferma il desiderio di “ascoltare” per meglio conoscere il problema e valutare le eventuali proposte operative che si augura giungano copiose da parte degli intervenuti.
Negli interventi si alternano amministratori locali, responsabili di sindacati, cooperative ed associazioni, ma… le proposte non ci sono! C’è un continuo riferimento alle responsabilità del Governo Centrale, alla sventura dell’avvento della globalizzazione, alla mancata politica di esportazione dei prodotti, al mancato sviluppo della biodiversità del nostro territorio, al disconoscimento del valore morale del lavoro nei campi, alla rimodulazione dell’entità delle nostre aziende e dell’associazionismo. Altri mettono in guardia sul rischio d’interventi decisi sull’onda delle emozioni, della contingenza del momento a danno di una seria e ponderata discussione globale del problema agricolo ed auspica la costituzione di un gruppo di lavoro permanente.
Ascolto con tanta attenzione e molto più pazienza, ma dopo 9 interventi di questo tenore, sbotto.
Chiedo la parola e parlo, anzi, senza microfono dagli scanni riservato al pubblico, grido un po’ troppo e di questo chiedo ora scusa. Rendo onore al Presidente Ferrarese per aver dimostrato umiltà ed ancor più intelligenza nell’aver voluto sentire gli ”addetti ai lavori” nel momento in cui ha deciso di impegnarsi in questo problema riconosciuto come determinante per il progresso economico di questa terra. Accuso tutti i precedenti intervenuti di non aver compreso bene l’origine del problema e di non aver portato nella discussione neanche una proposta concreta deludendo in questo modo il Presidente. Possibile che nessuno abbia capito che il vero problema della crisi dell’olivicoltura stia nel mercato drogato, nella mancanza di controlli sanitari e commerciali, nell’assurda legislazione europea che permette ignobili speculazioni in danno dei produttori e dei consumatori? Possibile che ancora una volta il Sud debba tendere la mano al Governo ed elemosinare maggiori finanziamenti di questo o quell’altro fondo di bilancio, supplicare esenzioni e sospensioni di termini, aperture di credito e finanziamenti (da restituire con quali ricavi aziendali?). Forse con troppa arroganza, io chiedo rispetto e tutela del nostro lavoro. Chiedo l’osservanza della normativa vigente che dovrebbe scovare ed eliminare qualsiasi sofisticazione. Chiedo il controllo e l’effettiva tracciabilità di olio d’oliva che viene venduto come olio extravergine italiano a 2,60 euro al litro mentre a me costa non meno di 4 euro! Chiedo un “prezzo politico” dell’olio d’oliva e l’eliminazione dell’assurda disposizione comunitaria che consente la commercializzazione di olio etichettato extravergine se pur contenente una minima quantità di extra. Ricevo apprezzamenti per l’intervento ma resto deluso dalle conclusioni del Presidente Ferrare il quale riafferma il suo impegno per la soluzione del problema auspicando una unione di intenti, a suo dire, non emersa dalla discussione. E’ convinto della necessità di operare in collaborazione con le province di Lecce e Taranto nel trovare una nuova strategia di commercializzazione dei nostri prodotti e propone un MARCHIO SALENTO . Ritiene necessario passare alla protesta per farsi meglio ascoltare dal Governo e garantisce la copertura finanziaria per l’organizzazione di una manifestazione a Roma. Spera che il Governo Berlusconi ascolti ”il pianto di dolore” di questa provincia e riveda la legge finanziaria del 2010!
NO! Signor Presidente Ferrarese io non vengo con Lei a Roma a chiedere l’elemosina a nessuno! Certamente ci sono responsabilità del Governo Nazionale e della Comunità Europea ma è pur vero che la Regione e la Provincia hanno le competenze per stroncare questo mercato drogato dalle sofisticazioni e tutelare questo nostro prodotto. Non possiamo chiedere sempre ad altri la soluzione di problemi che dovremmo tentare di risolvere da soli. Alle 13: 40 scendo la scalinata d’onore del palazzo ( l’ascensore è occupato) deluso e nello stesso tempo fiducioso che l’impegno morale assunto dal Presidente Ferrarese produca effetti positivi non certo per questa ennesima campagna olivicola andata a male ma almeno per il futuro.
Sanmichelesalentino,10.12.2009 edmondobellanova
read more | 2 commenti