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Ho letto attentamente il post di Patrizia e riporto di seguito l'obiettivo della lista in questione, per fare alcune considerazioni:
###rendere la scuola un ambiente trasparente in cui ogni genitore abbia accesso alle informazioni e possa liberamente esprimere una valutazione di quella che è l'offerta formativa.###
1. Rendere la scuola un ambiente trasparente.
* Obiettivo legittimo e auspicato, penso, da tutti.
2. Libero accesso alle informazioni.
* Anche questo è un punto pienamente condivisibile.
3. Far sì che ogni genitore possa esprimere una valutazione sull'offerta formativa.
* Più complesso è il discorso su questo punto.
Letto in questo modo sembra un aspetto facilmente e spontaneamnete condivisibile.
La questione invece non è così semplice e scontata.
Il Piano dell'offerta formativa (P.O.F.) è una specia di Carta di Identità della scuola: in esso, secondo la normativa vigente, vengono illustrate le linee distintive dell'istituto, l'ispirazione culturale-pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività.
Proposto dalle varie componenti della scuola, il Piano dell'offerta formativa viene elaborato dal Collegio dei docenti, nel rispetto di eventuali diverse opzioni metodologiche, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori ed è adottato dal Consiglio di Circolo o di Istituto.
Il POF è pubblico e viene consegnato alle famiglie degli alunni all'atto di iscrizione.
Si tratta quindi di un documento (almeno in teoria) di importanza fondamentale e come tale deve essere considerato da tutte le componenti.
Spesso (e lo dico dalla mia posizione privilegiata nella doppia funzione di genitore e di addetto ai lavori) la componente che viene a mancare (nella scuola di oggi) è quella dei genitori.
Genitori che sistematicamente esercitano una sorta di intrusione, non sorretta da alcuna competenza tra l'altro, in tutto ciò che rigurda la vita scolastica.
Genitori che si ergono a giudici di presidi, docenti, programmazioni, progetti, curricoli, organizzazione...ossia, che si ergono a giudici, in una parola, del POF (leggi, piano formativo in questione).
E' evidente che Patrizia nel suo post intendeva tutt'altra cosa, ma ne ho approfittato per sottolineare un male riguardo al binomio scuola-famiglia, più volte denunciato.
La scuola deve esplicitare la propria funzione educativa relazionandosi alle esigenze del territorio, deve collaborare con la famiglia, confrontarsi costruttivamente e stabilire un rapporto di reciproca fiducia;
la famiglia deve avere la discrezione di capire dove finisce il proprio ambito di intervento e fermarsi lì, senza "sonfinare", senza appropriarsi di ruoli che non le appartengono e senza turbare un ambiente che, al contrario, ha bisogno di tranquillità e fiducia.
nando de vitis