Arte, cultura, tradizione | Musica
Grazie al contributo del M° Stefano Bellanova, Rosaria Gasparro ed Edmondo Bellanova, aggiorniamo la storia della Banda di San Michele Salentino fino a giorni nostri. La prima parte è stata realizzata e pubblicata già nel 2004 grazie al contributo di Cosimo Galetta, la figlia Vita e Pasquale Gallone.
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Raccogliendo la testimonianza di Cosimo Galetta, abbiamo acquisito delle notizie che ci hanno molto meravigliato. Non avremmo mai immaginato che negli anni ’30 la Banda di San Michele Salentino, composta da 45 elementi circa, godesse di tanto prestigio da vederla impegnata in concerti ed esibizioni nei paesi vicini e, badate bene, nei paesi delle provincie di Taranto, Bari e Lecce.
Oltre alla musica popolare fatta di stornelli, serenate, tarantelle e pizziche, eseguite con fisarmoniche, organetti, chitarre e mandolini, il panorama musicale dagli anni ’30 agli anni ’60 non offriva nient’altro. Quindi, la Banda era forse l’espressione più alta del sentimento musicale che dava gioia e festosità, accompagnava il dolore per la perdita dei cari, riempiva i cuori con le passioni delle arie ed opere classiche.
Visto il numero elevato dei componenti (45), si deduce che suonare nella banda fosse un’attività molto ambita e carica di prestigio.
La prima formazione della Banda (anni '30)
Diretta dal M° Miccoli di Martina Franca (suocero del Prof. Argentieri Francesco), la Banda dispone di un repertorio classico, che, vista la mancanza di strumenti informativi e divulgativi di quegli anni, ci stupisce ancora di più.
Dal 1932, anno della costituzione, e fino al 1939, la Banda si esibisce suonando marce ed arie tratte da “La Traviata”, “Il Trovatore”, “Norma”, “Aida”, ecc., in occasioni di feste patronali, ricorrenze civili e religiose.
Di seguito si riportano i nominativi dei componenti della prima formazione della Banda. Purtroppo alcuni altri si sono persi nei meandri della memoria, ma Cosimo Galetta ci rassicura che cercherà di recuperare qualche altra notizia con l’aiuto, anche, dei pochissimi coetanei ancora viventi che hanno fatto la sua stessa esperienza:
Galetta Domenico
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saxofono tenore |
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12/02/1939 |
Galetta Francesco |
saxofono contralto |
21/04/1912 |
04/02/1982 |
Galetta Rosario |
piatti |
16/01/1918 |
22/03/1982 |
D'Urso Pasquale |
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25/01/1912 |
10/07/1966 |
Ciciriello Arcangelo |
basso |
21/10/1894 |
18/04/1966 |
Ciciriello Francesco |
basso |
05/11/1914 |
28/09/1977 |
Miccoli Vincenzo |
clarinetto |
08/01/1911 |
10/11/1995 |
Miccoli Francesco |
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23/03/1914 |
28/05/1986 |
Palmisano Giuseppe |
basso tuba |
05/05/1918 |
12/05/2001 |
Miccoli Michele |
clarinetto |
22/04/1916 |
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Turrisi Michele |
clarinetto |
18/05/1919 |
15/01/1996 |
Turrisi Vincenzo |
clarinetto |
09/08/1915 |
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Rosmindo Giuseppe |
trombone |
25/04/1914 |
25/03/2002 |
D'Amico Giovino |
tromba |
11/05/1916 |
29/07/2002 |
Romanelli Giuseppe |
grancassa |
20/04/1913 |
12/11/2001 |
Donativo Eutimio |
tamburo |
17/09/1901 |
15/01/1980 |
Ciciriello Antonio |
trombone |
08/11/1915 |
19/12/1994 |
Laveneziana Vitantonio |
basso tuba |
24/06/1916 |
07/10/1984 |
Cavallo Carmelo |
corno |
06/06/1915 |
05/11/1992 |
Bellanova Giovanni |
clarinetto |
25/02/1922 |
08/12/1999 |
Turrisi Pietro |
oboe |
11/06/1921 |
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Caliolo Francesco |
corno |
18/06/1908 |
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Carlucci Vincenzo |
saxofono |
13/07/1909 |
19/05/1979 |
Basile Giovanni Lorenzo |
saxofono contralto |
23/01/1911 |
27/07/1982 |
Galetta Pompeo |
saxofono soprano |
04/02/1916 |
28/06/1984 |
Prezioso Donato |
corno |
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Gasparro Giovanni |
clarinetto |
02/11/1920 |
29/04/1963 |
Nel 1937 la direzione passa a Domenico Galetta che condurrà la Banda fino al 1939, anno in cui venne a mancare. Sarà il fratello Francesco il successore che guiderà la Banda fino agli anni ’70.
Negli anni ’50 avviene un ricambio generazionale all’interno dei componenti e l’attività artistica si risolve ad una dimensione prettamente locale in quanto le figure del Maestro Miccoli e Galetta Domenico non trovano sostituti validi per una produzione e direzione musicale a livelli più alti.
anni '60
La Banda si esibisce solo a San Michele Salentino nei cortei funebri e nelle varie ricorrenze civili e religiose:
Basile Antonio |
tromba |
15/04/1920 |
28/01/2000 |
Galetta Cosimo |
grancassa |
09/10/1925 |
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Miccoli Giuseppe |
clarinetto |
20/03/1926 |
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Venerito Donato |
corno |
29/09/1924 |
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Turi Angelo |
tromba |
07/05/1923 |
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Turi Benedetto Michele |
tromba |
21/03/1939 |
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Turi Antonio |
trombone |
15/06/1934 |
18/11/1968 |
Ligorio Ottaviano Michele |
clarinetto |
02/03/1934 |
18/11/1968 |
Chiese Cosimo |
saxofono |
02/03/1929 |
04/02/1981 |
Turrisi Pietro |
oboe |
11/06/1921 |
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Azzarito Cosimo |
tromba |
21/09/1920 |
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Aportone Pompeo |
tromba |
16/01/1928 |
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Azzarito Marino Domenico
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tromba
(metà degli anni '60) |
01/04/1948
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Donativo Pietro
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flauto
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Siamo giunti negli anni ’60 e la Banda intesa come massima espressione musicale lascia il posto ai “complessi” musicali in voga in quegli anni. Il fenomeno coincide con la diffusione di massa della televisione e della radio.
I componenti cominciano a diminuire in quanto non c’è più ricambio. Dopo l’uscita di Galetta Francesco, al quale, tra l’altro, và dato il merito di aver formato musicalmente molti musicisti, l’organizzazione e la direzione viene a mancare e non vengono più eseguite le prove. Sarà Miccoli Giuseppe, il cassiere della Banda, a fungere da semplice coordinatore.
Nel 1979 il capo-banda artistico è Giovanni Bellanova (Nin di Vintur) mentre il capo-banda amministrativo, nonché organizzativo, è dal 1950 ad oggi Giuseppe Miccoli (Pin di Pummdor). In questi anni il numero dei bandisti è ancora cospicuo (oltre 20) per cui era necessario solo un piccolo aiuto esterno per alcuni strumenti necessari a completare l’organico. Così in occasione di processioni o funerali, da Carovigno veniva il rinforzo di una macchina (5 persone); alcuni di questi elementi, ancora oggi, fanno parte attiva della nostra banda musicale. Nel 1983 capo-banda diventa Cosimo Azzarito (Michj lu sart).
In questi anni, soprattutto in occasione delle processioni che si susseguivano durante l’anno, la banda si incontrava per “concertare” nuove marce da inserire in repertorio o per “ripassare” quelle già suonate in precedenti occasioni, sia allegre che funebri. Non avendo una sede istituzionale, le prove si svolgevano o per strada (aggret la chies: via corsica all’epoca si interrompeva “abbasc alla foggj) o, nei periodi freddi, nelle rimesse adibite a magazzino del mobilificio di Nino Bellanova in via Parrocchia, arrangiandosi tra tavoli, cristalliere e scatoloni!!
Anno 1984
Quante risate e quanti aneddoti ci sarebbero da raccontare di quelle serate…
A cavallo degli anni ‘80 la banda musicale di San Michele subisce un lento ma inesorabile declino. Vengono a mancare molti musicisti mentre altri, in età ormai avanzata, non potendo più dare un valido apporto decidono di farsi da parte. Nei primi anni ’90, grazie all’impegno del M° Stefano Bellanova, che dal 1999 diventerà capo-banda, ci sono dopo tanto tempo nuovi innesti di giovani musicisti sammichelani. Entrano a far parte della banda Gianpaolo Ligorio (sax tenore, Vito (clarinetto) e Rosario Altavilla (piatti), Giuseppe Miccoli (clarinetto), Antonio Barletta (tamburo), Sandro Franco (tromba in sib), Francesco Ciraci (percussioni), Demetrio Azzarito (flicorno soprano) e successivamente Claudia Altavilla (flauto traverso), Donatello Napoletano (flauto e percussioni) e Giuseppe Prete (sax contralto). Purtroppo la maggior parte di questi giovani musicisti sammichelani, raggiunta la maggior età o finite le scuole superiori, si è trasferita al nord per continuare gli studi o per trovare un lavoro, per cui oggi il numero dei bandisti locali si è drasticamente ridotto. Dal 2004 ad oggi ci sono stati solo 2 nuovi innesti, Marco Galetta (tromba in sib) e Giovanni Chirico (sax contralto). Con l’avvento a partire dalla fine degli anni ’90 degli strumenti elettronici, purtroppo, si è avuto il distacco dei giovani per i più tradizionali strumenti a fiato. Prima imparare a suonare il clarinetto, la tromba o il sax ed entrare a far parte della banda era un vanto, qualcosa di cui andare orgogliosi. Suonare per le vie e creare armonie ora allegre ora, ahimè, tristi era fonte di soddisfazione per tutti. Quei vecchi e spesso ammaccati strumenti passati di mano in mano erano qualcosa da custodire gelosamente. Chi entrava in banda doveva sostenere anche un periodo di apprendistato che si concludeva non prima dei 6 mesi in cui il musicista o non veniva pagato o, quando l’elemento era proprio bravo, prendeva solo mezza paga sino a quando non dimostrava di saper suonare tutte le marce senza sbagliare neanche una nota! All’interno della banda vi erano anche regole ferree. A chi arrivava in ritardo, anche di poco, veniva tolta mezza paga; stessa cosa per chi si presentava con la divisa in disordine o le scarpe(rigorosamente nere) non lucide. Tutti conoscevano le regole e per il rispetto dovuto agli altri le rispettavano.
La banda di San Michele negli anni ’50-’60 era molto considerata nei paesi limitrofi e anche oltre. In numerose occasioni, sia allegre che funebri, veniva invitata a suonare e riscuoteva sempre grandi consensi. Questo perché si suonava prima col cuore, poi per il denaro. La maggior parte dei bandisti sammichelani era “artier”, artigiani. Per loro era estremamente gratificante “sci ssunè” per rompere la monotonia del lavoro e guadagnare qualche soldino. Oggi, purtroppo, tutto ciò si è molto ridimensionato. La banda in generale viene identificata dalle giovani generazioni come qualcosa di vecchio ed obsoleto, non conoscendo la bellezza e la gratificazione del suonare insieme. Questo però non significa che ascoltare per strada una bella marcia non tocchi ancora i sentimenti più intimi di molti di noi.
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Si ringraziano Cosimo Galetta, la figlia Vita e Pasquale Gallone per la raccolta delle informazione e la disponibilità manifestata; il M° Stefano Bellanova per aver raccontato/aggiornato la storia della banda dagli anni '70 ad oggi; Bellanova Edmondo per aver reso "individuabili" i personaggi nella foto della banda degli anni '30, Rosaria Gasparro per la concessione di alcune foto.
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