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contatto: midiesis(chiocciola)alice.it
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Questa mattina, un mio amico che vive a Como mi ha chiamato sul cellulare per farmi sapere che aveva visto l'intervista di mio padre sul Vs sito. Io sono caduto dalle nuvole. Non sapevo assolutamente niente né dell'intervista né di questo sito. Così appena arrivato al lavoro mi sono precipitato su google per cercare il sito. Ed ora eccomi qua.
E' la prima volta che scrivo sul forum. Probabilmente perchè i forum non li leggo neanche. Dopo tutto a chi interessa il parere di qualcuno che neanche conosco.
Il motivo che mi spinge a scrivere su questo forum è perchè vorrei dare il mio piccolo e probilmente inutile contributo a quella che è una piccola parte della storia di San Michele. Il Cinema Vittoria infatti è stato parte della crescita culturale di questo paese. Molto probabilmente però il motivo principale che mi spinge a scrivere è che il cinema io lo porto sempre dentro di me e scrivendo mi da modo di parlarne. Parlarne non per essere ascoltato, quello non mi interessa, parlarne per me stesso, per far venire fuori i miei ricordi.
Io sono orgogliosissimo di essere stato un piccolo protagonista del cinema. Entrare nella cabina di proiezione e guardare dalla finestrella le gente al buio intenta al film mi faceva sentire come una deità greca che dall'alto del monte Olimpo guarda gli umani.
Quell'odore di polvere, il caldo del proiettore, l'odore che emanava dopo tante ore di proiezione non li ho mai dimenticati.
Ovviamente parlo con il senno del poi, oggi a 44 anni, ma quando ero ragazzino odiavo andare a lavorare al cinema. La domenica pomeriggio alle tre doveva lasciare di giocare per recarmi al cinema prima che arrivasse mio padre per aiutarlo a controllare i biglietti. odiavo stare al centro dell'attenzione, lì mentre staccavo i biglietti. Quando poi finiva il tempo dovevo andare nella cabina di proiezione, e passare la pellicola da una bobbina all'altra.
Mentre intanto i ragazzi mi spiavano facendo questa operazione io un pò mi vergognavo e un pò mi inorgoglivo, custodoe e conoscitore di segreti ai quali nessun altro mortale aveva accesso.
Con l'età poi ho fatto carriera e da controllore di biglietti sono passato, all'età di circa 10/11 anni a fare i biglietti alla cassa.
L'intervistatore ha chiesto a mio padre degli anedoti, bene, io ho degli anedoti.
Per esempio c'era un signore, o quanto meno a me sembrava un uomo adulto, il cui nome, se non erro era Pietro, (dico era perchè è morto più di 20 anni fà nonostante avesse meno di 40 anni)che non mancava miai una serata al cinema. Anche quando il fim veniva proiettato il week-end, lui era lì, il sabato e la domenica, puntualmente. Non importa se il film fosse bello o brutto, lui era lì. Era piuttosto robusto, direi quasi obeso, (una rarità all'epoca), e sedeva sempre nello stesso posto. Sulla prima sedia di sinistra dove c'era lo spazio che divideva il primo blocco di sedie, gi§ in platea, dal secondo blocco.
Poi ci fu un signore, il cui nome mi pare fosse Michele, originario di San Vito ma che viveva a San Michele, che si addormentò nel cinema e rimase chiuso dentro tutta la notte. Purtroppo anche questo signore è morto più di 20 anni fà, investito mentre era in bicicletta.
Poi ci sono stati i percorsi storici: il divieto di fumare in sala; il prezzo unico tra galleria e platea . . . Al buio i ragazzi, e mi riferisco a ragazzi in età di scuole elementari, approfittavano del buio della sala per imparare, o comunque per coltivare l'apprendimento del fumare le sigarette.
Un'alra figura storica del cinema è stata la "maschera": il signor Gerardo Racioppi.
Un signore austero, severo e professionale nel suo lavoro. Ricordo che quando dovette smettere di lavorare la mia famiglia cadde in crisi perchè il signor Gerardo era insostituibile. Sembrava avesse i super poteri: quando accendeva la sua torcia, come per incanto il vociare spariva. Intorno al fascio di luce emanata dalla sua torcia si creava un vuoto di silenzio, una zona franca dal vociare. Ragazzi scalmanati e impavidi, si immobilizzavano davanti alla presenza austera del signor Gerardo.
Io ricordo quando il cinema era pieno e la gente pagava il biglietto pur sapendo di dover restare in piedi. L'ultimo film che ricordo con un tale affollamento era il film di Domenico Modugno "Piange il Telefono". Lo ricordo anche perchè vedevo uscire dalla sala di programmazione gente con le lacrime agli occhi, che non si vergognava di piangere in pubblico.
Mano a mano che scrivo i ricordi riaffiorano. Ricordo di quando durante la programmazione di "Profondo Rosso" uno spettattore svenne, secondo quello che arrivò alle orecchie , per la paura.
Beh! Devo andare a dormire. Fra sette ore devo alzarmi per andare al lavoro. Probabilmente la prossima settiama scriverò qualcosa su colui che ha permesso possibile tutto ciò: mio nonno.