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Il genere POP(opolare)


In generale

Per parlare di generi musicali, senza incorrere nel rischio di sembrare superficiali, occorrerebbe un’analisi storica che permetterebbe di seguirne lo sviluppo dall’antichità ad oggi.

Ci imbatteremmo, quindi, non solo in decine di generi, stili o ambiti (musica classica, da ballo, lirica, elettronica, leggera, seriale, concreta, da camera, di scena, sacra, stocastica, sinfonica) ma in una miriade di sottogeneri (basti a pensare a quelli del rock: punk, hard rock, new wave, heavy metal, dark, grunge, progressive, glam, hardcore, ecc.) che rendono di fatto difficile una classificazione assoluta senza tenere conto delle dovute sfumature.

Secondo l’uso corrente, in termini molto generici, si usa fare una distinzione tra musica colta ed extracolta.

Con il primo termine si fa riferimento, principalmente, alla musica della secoda metà del settecento e dei primi decenni dell’ottocento, ossia la musica classica, i cui maggiori interpreti furono Mozart e Beethowen.

Con il secondo termine viene designata la musica leggera per la quale si usa sempre più spesso il termine popolare.

La locuzione deriva dall’inglese “popular music” usato anche nella contrazione “pop”, e si intende fare riferimento all’insieme dei generi musicali destinati ad un pubblico molto vasto e quindi commerciabili attraverso i canali di comunicazione di massa moderni.

Non uno stile specifico, pertanto, (visto l’ampio spettro del mercato che va dai Doors a Laura Pausini, da Bob Dylan a Gigi D’Alessio) ma un meccanismo con cui la musica viene prodotta e fruita dalla massa.

Dell’area popolare, la cui espressione più significativa resta il rock, fanno parte generi la cui nascita è precedente l’insorgere dei media attuali, ma la cui logica di produzione è oggi vicina a quella della musica popolare. In questo senso anche il jazz o brani dell’ambiente “classico” adoperati in contesti di fruizione di massa restano fortemente imparentati con la musica popolare.

Una confusione di termini viene fatta a volte in ambito nazionale quando per “popolare” si intende prodotto dal popolo, ossia l’equivalente di “folkloristico”.

Musica popolare, quindi, perché fatta dal popolo in contrapposizione a quella fornita dall’industria culturale.

Ambiguità, questa, che continua a persistere alimentata oggi da un eccesso di entusiamo nei confronti della musica etnica che è propria del costume e delle tradizioni di un popolo.

Resta di contro il significato proprio, nell’accezione più ampia di musica popolare, radicato al concetto di musica <<di consumo>>, ovvero di una musica le cui caratterisiche sono individuate essenzialmente nell’intrattenimento e le cui origini, identificabili a partire dall’ottocento nella nascita dell’editoria musicale, sono proseguite poi con la comparsa di media di massa come il disco, la radio e in generale tutte le forme di riproduzione sonora.

La musica POP(olare) a San Michele Salentino

Fermo restando che prima della invasione mediatica il genere folkloristico popolare era l’unica forma espressiva musicale, a San Michele Salentino con l’avvento della radio e della televisione la musica POP è stato il genere musicale più prodotto dai vari musicisti che si sono susseguiti. A differenza della musica “colta”, il POP entra nelle case, è facilmente “assimilabile”, risulta essere alla portata di tutti: è la musica del popolo dove il folk, la canzonetta napoletana, la canzone leggera, possono essere eseguiti con semplici accordi anche da chi non è un vero e proprio musicista; è il genere musicale “democratico” perché permette a tutti di potersi esprimere.

Emblematica è l’esperienza degli anni 40-50 di Santudd pizzittin (Sante Arpino) che impara a suonare l’organetto da solo, ascoltando e sperimentando, poi, l’effetto dei suoni prodotti premendo i tasti dello strumento. Santudd non conosce le note musicali, ma sa suonare benissimo ancora oggi. Invece, sempre in quegli anni, Michele Vitale attraverso la radio e poi il registratore, ha la possibilità di approfondire il suo genere musicale: la lirica.

Negli anni che seguiranno, seguendo i mitici Beatles, Celentano, ecc., si formano le prime esperienze di gruppi musicali con batteria, basso, chitarra elettrica e tastiera: Il gruppo di Fausto Turrisi, il gruppo di Felice Antelmi, di Caliandro Giuseppe (Pelè), l’esperienza di Mino Gioia, si organizzano i primi festival.

Negli anni 80 è la parrocchia, con il parroco Don Angelo Colucci, ad incentivare e sostenere le esperienze giovanili in ambito musicale, ma è negli anni successivi che due avvenimenti determinano a San Michele Salentino una esplosione sostanziale di queste esperienze:
1) l’avvento di una nuova tecnologia elettronica abbastanza accessibile consistente nella comparsa sul mercato di tastiere “workstation” che con un semplice accordo arrangiavano l’esecuzione musicale con tutti gli strumenti;

2) le tre edizioni del festival “Voglia di cantare".
Nascono a San Michele Salentino molti gruppi musicali e singole esperienze.

Oggi si può dire che il genere POP, nella nostra piccola realtà, vive momenti di grande espressione e rivalutazione sia per la nascita di nuove esperienze, sia per il consolidamento dell’esistente.

La scuola, che finalmente propone nuovi percorsi formativi finalizzati ad una produzione musicale più concreta e molto vicina alle aspettative dei giovani (progetto SALVA LA MUSICA); le associazioni, che con progetti mirati (IO VAGABONDO) stanno lavorando nel recupero di esperienze musicali ed umane nell’ambito del “genere POP”; le strutture e gli strumenti (SALA PROVE), fungono da propulsori, stimolatori, facilitatori e aiutano questo processo artistico-creativi-sociale. La forte richiesta di partecipazione a corsi di chitarra, poi, esprime un fenomeno generalizzato di avvicinamento a questa forma espressiva, coinvolgendo tutte le fasce d’età.

Alcune esperienze hanno acquisito una dimensione semi-professionale. Alcuni esempi: fisarmonicisti inseriti in circuiti di produzione musicale nazionali ed internazionali e che proseguono gli studi per migliorare le proprie tecniche (Mr. Leo, Gallone Giuseppe, Ferrucci Giuseppe); cantanti che studiano per affinare e potenziare le proprie doti canore e musicali; gruppi che scrivono ed incidono i propri brani e che sono inseriti, anch’essi, in circuiti nazionali ed internazionali (INGRAVED, Supreme art of hate). Ed i sottogeneri prodotti? Rock, metal, leggera, cantautoriale, rap, folkloristico-popolare, da ballo, ecc.

 

La musica “colta” a San Michele Salentino

La musica colta è sempre stato un genere poco prodotto e seguito. Forse l’unica eccezione è stata l’esperienza della BANDA (la banda originaria) con i suoi 45 elementi circa, tutti sammichelani. Poi si sa che il percorso formativo di un musicista classico è molto più “oneroso” sia in termini temporali che economici. Ne consegue che rispetto alla massa solo pochi risultano essere i musicisti che intraprendono questa strada. Fino agli anni 70-80, prima che giungesse il benessere economico, era impensabile che la gente comune, il popolo, mandasse i suoi figli a studiare il pianoforte o un qualsiasi altro strumento, pertanto fino a quegli anni “fare” musica classica era una prerogativa riservata solo ad alcune categorie sociali.

Oggi le esperienze locali in merito alla produzione e sostegno del “genere classico” a San Michele Salentino ci sono. L’Amministrazione Comunale è fortemente impegnata in questo settore artistico. Basti pensare che ha stimolato e sostenuto la costituzione dell’associazione musicale “IL PENTAGRAMMA” con annessa scuola di musica e nuovo corpo bandistico denominato “GRAN CONCERTO BANDISTICO CITTA’ DI SAN MICHELE SALENTINO”. Questo considerevole impegno del Comune si palesa anche per il fatto che tutte (o quasi) le iniziative, intraprese  dall’associazione su citata, sono finanziate dall’ente locale. L’associazione gode anche dell’uso dei locali del Comune, privilegio, questo, concesso a pochissimi.

Altra esperienza che si può collocare anche nel genere "classico" è il Coro polifonico "Michael" della Parrocchia di San Michele Arcangelo ed ancora in questo caso la musica sacra assume contorni molto "professionali" intesi come modalità di organizzazione, gestione, esecuzione e produzione. Si noti pure che l'Amministrazione Comunale ha finanziato (circa € 4.000) il concerto inaugurale tenutosi il 1° gennaio 2004.

Un impegno dell'ente locale troppo sbilanciato?!?!?

 

Non esiste una forma artistico-espressiva che sia migliore di un’altra e che meriti, quindi, maggiore attenzione… come non esiste un genere esclusivo che produca dei benefici maggiori di carattere psicofisici e/o sociali… La storia “musicale” di San Michele Salentino ci insegna che per favorire la nascita di esperienze artistico-musicali, sono stati fondamentali l’impegno e l’investimento di alcuni soggetti, quasi sempre dei privati (associazioni e cittadini). Pertanto se si vuol contribuire a sostenere e valorizzare tutte le esperienze è auspicabile anche una suddivisione più equa delle risorse del “pubblico”, alla luce del fatto che fare qualsiasi genere musicale, gestire strutture e attrezzature è sempre oneroso per tutti.

San Michele Salentino, 06/07/2004