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I pallidi ricordi di quegli anni
di Giuseppe Calò
Invitato da Rocco D'Urso a scrivere per lo spazio virtuale sulle iniziative realizzate in
campo musicale e canoro a San Michele Salentino, negli anni '60, ai tempi
in cui i ragazzi della sua età improvvisavano i motivi del Festival di
San Remo con chitarre di legno e barattoli vuoti, affidandosi ai talenti
della innata propensione a esternare sentimenti ed emozioni di socialità
e di sano amore spirituale, inculcati già dalla retta educazione familiare, timorata di
Dio, devo confessare che mi sono
sentito un po' in crisi, non potendo disporre di documenti fotografici o
altro materiale testimoniale, ai fini di una informazione veritiera il
massimo possibile.
Orbene. Pur di non venir meno alla cortese richiesta dell'amico
"nautinternet" Rocco D'Urso, persona che io conosco e stimo sin da
quando era fanciullo e ho iniziato a frequentare la bottega di suo padre
Francesco,
mio provetto barbiere personale fino al suo pensionamento, ho pensato di
affidarmi ai ricordi, non tanto come "amante della musica", nella
veste di protagonista diretto e valido autodidatta alla Rocco D'Urso e
suoi compagni di viaggio, dagli anni '70 in poi, ma da operatore e fattore
di organizzazioni mirate a favorire pubblici spettacoli musicali e canori
in occasioni e ricorrenze particolari, in cui la comunità sammichelana
poteva vivere tempi liberi di svago e di divertimento.
Il suddetto impegno era gratificato dalla collaborazione di altri amici
con i quali ho vissuto piaceri e dispiaceri, giacché non sempre tutto
fila liscio come l'olio.
Giuseppe Calò premia
alcuni
vincitori del 1° Festival del Salento
Dal "Festival del Sud" di Francavilla Fontana alle varie
iniziative canore di San Michele Salentino
Forte di alcune mie precedenti esperienze maturate nel mio paese natale di
Francavilla Fontana, sotto la regia del signor Aldo Durante e don Cesare
Dipietrangelo, molto più noto quest'ultimo anche ai Sammichelani delle
generazioni precedenti nel campo della filodrammatica, del canto e della
musica, continuai, sempre in Francavilla Fontana, fino al settembre 1962, in cui
mi trasferii con la famiglia a San Michele Salentino, a collaborare con la
buon'anima dell'avv. Elio Fanigliulo, rimasto famoso per aver dato vita al
"Festival del Sud", realizzato nell'attuale "Cinema
Italia"con i suoi famosi cantanti ospiti d'onore, le cui iniziali
promettenti edizioni s'interruppero a causa della morte improvvisa che
colpì il suddetto organizzatore.
Ho fatto quest'ultimo richiamo quasi doverosamente, per ricordare e
agganciare i vari spettacoli realizzati in Piazza Marconi, nel campo
sportivo comunale di calcio e nel cinema "Vittoria", dove in
occasione della festa della Mamma dell'anno 1973 si tenne la premiazione
dei quadri classificati al primo, secondo e terzo posto, in seguito ad una
estemporanea organizzata dall'allora Amministrazione Comunale sul tema
della Mamma. Vincitore della suddetta manifestazione fu il Professore di
Educazione Artistica Pinuccio Marinosci di Francavilla Fontana.
L'aggancio
è dovuto al fatto che usai le conoscenze di amici presentatori, come
Ninì Garganese e Tani Roma, e cantanti vari di Francavilla Fontana per gli spettacoli che si
realizzarono, anno dopo anno, specialmente nel periodo estivo, in Piazza
Marconi.
Due di questi spettacoli mi sono rimasti impressi, maggiormente, per alcuni
particolari che sto per raccontare.
Il primo fu quello in cui, a cavallo degli anni '60 - '70, dopo aver
curato in tutti i particolari la preparazione dei cantanti per le serate di selezione e
premiazione, sotto la vigile ed esperta competenza del Direttore di musica
Vito Bernardino Ciracì di Villa Castelli, all'appuntamento di tutti i
cantanti selezionati per la serata finale non si presentava un certo
Antonino di Oria, una voce che sin dall'anno precedente aveva riscosso
molti consensi ed applausi di pubblico. Il problema andava risolto subito,
pena la conseguenza di rimediare una figuraccia organizzativa. Dopo una
veloce consultazione tra gli organizzatori dello spettacolo, decidemmo che
i collaboratori Cosimo Nigro (alias Micchielamorte) e Franco Lodeserto, al quale
il 2 maggio 1992 è stato intitolato il campo sportivo comunale di calcio,
con pace alle anime loro, andassero a prendere da Oria il giovane cantante
Antonino.
Beh, al ritorno, tanto fu l'impegno che essi dedicarono al recupero
dell'interessato cantante oritano allo spettacolo sammichelano che, ad un passaggio
a livello incustodito, la 500 Fiat di Cosimo Nigro si "bacio"
con un treno che passava veloce sulle rotaie,
rimanendo alleggerita del paraurti anteriore e di qualche altro pezzo,
senza danni per le persone. Questo fatto comportò un certo ritardo in
tutto il programma della serata, concludendo con la constatazione di
essere rimasti tutti direttamente e indirettamente miracolati. Senza meno
Padre Pio ne sa qualcosa, grazie alle sue stimmate, oggi santificate dal
16 Giugno 2002, in Piazza San Pietro, da Papa Giovanni Paolo II.
Difatti il suddetto spettacolo andò in porto ugualmente e tutto finì con il
piacere degli spettatori di aver trascorso una serata impegnata
nell'ascolto di musica leggera e di belle voci d'ambo i sessi.
Tra i cantanti sammichelani tennero banco i giovani Michele
Ciciriello,
Angela Gatti, Isabella Galetta e Pietro Miccoli. Da San Vito dei Normanni arrivava
la voce di Franco Rizzi che si faceva applaudire con molti consensi, per non parlare di
Mimmo
Calò di Francavilla Fontana, il quale, dopo il Ferragosto del 1968 fu
esaminato a Vasto nell'iniziativa organizzata da Pippo Baudo per la
selezione di voci nuove per il Festival di San Remo, piazzandosi al
secondo posto per il meridione e le isole, rimanendo però escluso per la fase
finale, alla quale approdò, guarda caso, una ragazza di Catania, dalla
voce... Comunque Mimmo Calò nel marzo precedente si era classificato
primo tra i dilettanti, grazie alla sua potente voce, premiata al "Festival dei
Messapi" di Manduria, dalla presentatrice RAI Anna Maria Gambineri.
Giuria del "1°
Festival del Salento" del 1972: Giuseppe Calò, Rosalba Nigro,
... ..., Italo Carrino, don Giovanni Calò e Angelo Pagliara.
1°
Festival del Salento
Il secondo spettacolo che, come prima ho detto, mi è rimasto maggiormente
impresso, nato sotto il nome di "1° Festival del Salento", è
quello che fu organizzato nel campo sportivo comunale, nel Luglio 1972,
con un
interessamento più da vicino dell'allora parroco don Rocco Ivone e del
giovane universitario Rocco Errico, i quali coinvolsero in quell'estate un
presentatore oritano emigrato a Torino di nome Italo Carrino, responsabile
di una casa discografica, marito dell'insegnante di scuola privata di danza
classica Anita Carrico, componente del corpo di ballo del Teatro Regio di Torino, che
dava lezioni nel capoluogo piemontese ad una fanciulla che nel tempo ha
raggiunto mete elevate nel campo della danza contemporanea: Pompea Santoro, le
cui movenze sin d'allora erano preludio di un livello così
professionalmente elevato che l'hanno portata nei teatri internazionali
più famosi del mondo, nel ruolo di prima ballerina. Noi sammichelani
abbiamo avuto l'onore e il piacere di vederla esibire, nella seconda edizione del
festival "Voglia di cantare" del 1994, organizzato dai cugini Rocco e
Mimmo Romanelli, in un estratto di "Giselle" in coppia con
la sua spalla artistica, suo futuro marito Vili Pekka Peltokailo, trasportandoci con i ricordi alla sua performance
offertaci proprio in quell'anno 1972, in cui Pompea Santoro iniziava a
muovere i primi passi sui palcoscenici di danza classica, mutandola nel
tempo in danza contemporanea.
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Giuseppe Calò
"...mi
permetto di ricordare uno, dei vari spettacoli, realizzato una sera del
1958 nell'ex Dispensario di Via Appia in Brindisi, a beneficio dei
ricoverati, allietati anche dall'allora promettente cantante cellinese
Carrisi, oggi Al Bano internazionale, sera in cui recitai la poesia
"Valentino" di G. Pascoli e feci parte del coro che operò da
sottofondo alla canzone "Il mare", appena lanciata dall'ugola
d'oro napoletana Sergio Bruno e interpretata dal dilettante, ortolano
Antonio Martino..."
da sinistra: il
Prof. Pinuccio Marinosci e signora, il Prof. Giuseppe Calò e il Preside
Romeo.
"...chi
scrive questi ricordi non può dimenticare che a cavallo di quella estate
e dell'autunno successivo, accompagnò con la sua 500 Fiat ad Oria la
piccola Pompea Santoro, sua figlia Caterina e sua nipote Nica Chirulli di
Francavilla Fontana, per la frequenza del
corso di danza classica della durata di circa un mese, con saggio finale
incluso. Difatti conservo una foto di cui Pompea Santoro rimase entusiasta
nel rivedersi bambina di sette-otto anni quando nel 1994 fu invitata come
ospite d'onore nella 2^ Edizione del Festival "Voglia di
Cantare". Con la sua memoria non poté fare a meno di ritornare nel
passato e precisamente in quell'anno 1972 in cui partecipò anche come
ospite d'onore al "1° Festival del Salento" e qualche tempo
dopo alla frequenza del corso di danza classica organizzato in Oria dalla
sua stessa maestra di Torino ..."
Pompea Santoro
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Il "palloncino d'oro"
A conclusione voglio ricordare che queste
esperienze canore degli anni '60 e seguito portarono a dare un nome allo
stesso concorso canoro, iniziato quasi per gioco, che annualmente soddisfaceva le aspettative dei sammichelani e dei forestieri che, per la
circostanza, arrivavano dai paesi viciniori, con l'obiettivo di gustare
anche gli arrosti di carni locali. Il suddetto nome era ricordato con le
parole "Il palloncino d'oro", dal titolo di un libricino
pubblicato a firma dell'autore, il compianto Cosimo Nigro.
Se qualcuno volesse sapere con quali risorse finanziarie si andava avanti,
dico subito che il tutto poggiava sul volontariato e sugli esigui contributi
rivenienti dalle offerte che coincidevano per la festa patronale, la cui
gestione era affidata alla rigorosa supervisione del ragioniere capo del
Municipio, Paolo Marti, al quale rivolgo il più caloroso ringraziamento
per il pareggio con cui riuscivamo a chiudere tutti i conteggi. Per
fortuna non sono mancate le risorse umane con le quali abbiamo sempre
tamponato il bisogno di quelle finanziarie, mettendo pure mano alle
proprie carenti tasche.
Una nota che va tenuta presente è quella riferita alle esibizioni canore
che venivano offerte volta per volta e quasi in modo estemporaneo, dai
sammichelani dilettanti: Abbracciante Vincenzo (alias Nzinuddulucaruvignul) con la sua fisarmonica,
Antonio De Donno (alias di
Pantalene),
Sante Arpino (alias Santudd di Giuliavit) e Michele Vitale (alias di Mestuluca),
quest'ultimo molto più ricco nel repertorio delle arie più famose delle
opere di musica classica. Di quest'ultimo bisogna ricordare che egli, dopo
aver fatto alcune prove col sopra menzionato maestro Vito Bernardino
Ciracì, diceva e dice che tra lui e il suddetto direttore c'è già
un'intesa consolidata, onde in qualsiasi circostanza egli è sempre pronto
per cantare all'istante sotto la guida del maestro Ciracì. Di Michele
Vitale bisogna dire che ha un dono naturale di voce da tenore e che quando
canta esprime tutta la sua passione e il suo amore per la musica,
coltivando ancora oggi, in età avanzata, la sua vocazione di onesto,
corretto ed esperto coltivatore diretto.
Di certo, questi ultimi personaggi, da me citati, hanno fatto da pontieri
tra la generazione a loro precedente e quella che è seguita negli anni
'70 - '80 e '90, dotata di strumenti musicali e di voci più raffinati, da
meritare di essere divulgati, per mezzo di dischi, dopo i successi
riportati nelle manifestazioni intitolate "Settembre sammichelano"
e "Voglia di cantare", come si legge nelle memorie riportate da
Rocco D'Urso e dai suoi amici, in questo apposito sito Internet.
Conclusioni
Dopo aver riportato per iscritto i presenti ricordi, riferiti agli anni
'60 e legati in parte all'evolversi degli anni successivi, in cui non si
può sottacere l'occasione offerta dalla esibizione con la sua fisarmonica
del maestro di Scuola Elementare Fernando Augurio di Latiano, ingaggiato per qualche
manifestazione pubblica per serate offerte dal Consorzio dei Trulli e
delle Grotte con sede in Martina Franca, presieduto dal Dott. Paolo
Locorotondo di Ceglie Messapica, sono convinto che essi presentano
parti lacunose e incomplete. Così come ho fatto io, prendendo carta e
penna o pigiando direttamente sulla tastiera di una macchina da scrivere o
di un computer, faccia altro e tanto chiunque lo voglia, al fine di
collaborare a completare ed integrare ciò che manca, inviando il tutto
all'amico Rocco D'Urso.
Giuseppe
Calò
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