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Coro
polifonico "Michael" LA CAREZZA DEL PAPA Giovanni XXIII, il Papa buono. Musica del Maestro Gaetano Leone - testo di Don Tony Falcone
1° momento «Angelino, bambino di Dio» Voce rec.: Correva l’anno del Signore 1881, in Francia Pasteur compiva i primi progressi scientifici contro il carbonchio, in Russia veniva assassinato lo Zar Alessio II, nel resto d’Europa venivano alla luce tanti personaggi che lasceranno la loro impronta nella storia: Alcide de Gasperi, Pablo Picasso, Giovanni Papini, Teilhard de Chardin, Angelo Giuseppe RONCALLI, futuro Giovanni XXIII. Voce rec.: Pioveva a dirotto quel 25 novembre, a Brusicco di Sotto il Monte, piccolo paese in quel di Bergamo, in una povera ma onorata famiglia da papà Giovanni Battista e mamma Marianna, dopo tre sorelle, nasceva finalmente un maschietto. La sera di quello stesso giorno il papà e lo Zio Zaverio decisero di portarlo in Chiesa per battezzarlo, perché diventasse Figlio di Dio. Nella Parrocchia di Santa Maria Assunta, il parroco don Francesco Rebuzzini lo Battezzava. Chiesa: Angelo Giuseppe ego te Baptizo, in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti Voce rec.: Lo Zio Zaverio quella stessa sera lo consacrò al Sacro Cuore perché fosse per sempre di Dio. Coro: Alleluja. Lode a te Signore, fonte della vita. Alleluja. Voce rec.: Le campane di Sotto il monte in quel pomeriggio ventoso e freddo, annunciavano a una manciata di famiglie che Dio aveva mandato un bambino in una povera casa, povera e insignificante come una qualunque grotta di Betlemme. Chiesa: Venne un uomo mandato da Dio. Coro: Egli venne come testimone, per rendere testimonianza alla luce. Chiesa: II Suo nome era Giovanni. Coro: affinchè tutti credessero per mezzo di lui. Chiesa: Giovanni uomo di Dio. Coro: Egli non era la luce ma doveva rendere testimonianza alla luce. Voce rec.: E si, era proprio di Dio questo bambino che fin da piccolo educato piamente dallo Zio Barba, così veniva affettuosamente chiamato lo Zio Zaverio in famiglia, manifestò chiari i segni di un amore speciale verso Dio e gli altri, tanto da convincere tutti della sua vocazione. Ma come fare, la famiglia non poteva, le scarse risorse familiari bastavano appena a sfamare le tante bocche. Così come tutti gli altri anche Angelino fu avviato alla vita rurale. La giornata dei Roncalli cominciava alla quattro del mattino d’estate e alle cinque d’inverno. Le campane del vicino convento dei frati, segnavano le varie azioni della giornata: la Messa del mattino, il lavoro, i pasti, il pacato conversare degli anziani dopocena, il Rosario, il riposo. Angelino sentì il primo slancio verso l’Altare, guardando il sacrestano assistere il sacerdote nelle sacre funzioni, tant'è che pensò un giorno di prendere il suo posto. Ma Dio aveva su di lui altri progetti. Iniziò le scuole elementari al paese e fu sempre più chiara in lui e nei familiari la diversità di Angelino, il Signore lo chiamava a diventare sacerdote. Lo Zio barba e il parroco il buon don Rebuzzini, convinsero i genitori a mandare Angelino a studiare a Carvico, un paese vicino e così dopo questa esperienza eccolo a Celana all’età di dieci anni in terza ginnasiale e finalmente nel 1892 nel seminario di Bergamo; per la retta avrebbe pensato il canonico Moriani fratello dei proprietari della sua casa. La provvidenza conduceva per mano il suo eletto. Angelino: Voglio amare Dio, amarlo con un amore semplice come la mia famiglia. Chiesa: Benedetto colui che viene nel nome del Signore: Va nel nome di Dio. Voce rec.: Finalmente il seminario. Ripensando a quei giorni il vecchio Papa Giovanni ricorda con affetto la prima poesia che imparò alla scuola comunale: Coro: Quanto è soave al cuore, il nome tuo Maria. Ogni dolcezza mia dal quel tuo nome vien. Che bella idea di amore, da quel tuo nome appresi che bei desiri accesi, mi vien destando in sen.
2° momento «Il Sacerdote» Voce rec.: In seminario la vita si svolgeva serenamente. Il giovane Roncalli cresceva e si fortificava nella mente e nello spirito. La scelta di Angelino è forte, la decisione è presa. Angelo: Voglio amare Dio ad ogni costo. Voglio essere prete per servire le anime semplici. Voce rec.: Erano questi i propositi e i desideri di Angelino. Alla fine del 1900 era già al terzo anno di teologia ma una grazia inaspettata lo attendeva, fu inviato insieme ad altri due compagni a studiare a Roma nel seminario del Papa, l’Apollinare. In viaggio tra le mani stringeva: "l’Imitazione di Cristo", dono di don Rebuzzini che due anni prima era salito al cielo. pensò e decise: Angelo: Che gran maestro ho avuto. Voglio farmi santo come lui. Voce rec.: Di Papa Giovanni la Chiesa afferma ciò che lui scrisse del suo parroco: Coro: Imitando Cristo si è fatto Santo. Voce rec.: Il 1902 è l’anno del servizio militare. La vita di caserma non lo turba, ma lo sconvolge la condotta di molti soldati; anche in questo periodo della sua vita, la fede forte e semplice non lo abbandona anzi lo rafforza. Angelo: Dio dammi forza, proteggi la mia vocazione. Chiesa: Non temere conservati nella santa purità e nella grazia di Dio. Angelo: Sto passando attraverso il fango senza sporcarmi. Chiesa: Sii forte, sano e robusto nella fedeltà, mantieni la tua veste candida. Angelo: Dio mio ti ringrazio e ti amo. Voce rec.: Arriva il congedo. Dopo una sosta in famiglia alla Colombera, vive i suoi esercizi spirituali e rifonda la sua vita in Cristo. Angelo: Ti ringrazio mio Dio, non mi hai lasciato nel pericolo. Coro: Ti amerò Signore con l’amore di Pietro. Angelo: Ti seguirò con l’ entusiasmo di Paolo. Coro: Alla carità si aggiunga l'umiltà. Il disprezzo per le cose del mondo. Angelo: Fa di me quello che vuoi. Chiesa: Farò di te una benedizione. Amen. Voce rec.: Si torna finalmente in Seminario e giunge il momento del grande passo; è l'11 aprile 1903 Angelo Giuseppe Roncalli viene ordinato suddiacono. Il Cardinal Respighi a nome del Santo Padre, nella Basilica di San Giovanni in Laterano chiede agli eletti: Chiesa: Ora siete ancora liberi di tornare alla vita degli altri uomini. Coro: Con l'Ordine Sacro non potrete più. Servirete Dio per sempre nella castità e nel ministero. Chiesa: Chi è pronto faccia un passo avanti. Voce rec.: Quel passo avanti significava la consacrazione totale a Dio, l'impegno di recitare ogni giorno l'ufficio divino per tutta la Chiesa, il voto solenne di castità. Don Angelo: Ora sono un uomo nuovo. Ora sono tutto di Dio. Voce rec.: 13 luglio 1904: si laurea in teologia. Ad assistervi, tra gli altri, c’è un prete magro e alto don Eugenio Pacelli, che diverrà Papa col nome di Pio XII. Il tempo passa giunge il giorno della ordinazione sacerdotale, si prepara a questo evento con dieci giorni di esercizi spirituali e finalmente il 10 agosto 1904, festa di S. Lorenzo, è consacrato Sacerdote nella chiesa di Santa Maria in Monte Santo. Il Vescovo unge le sue mani con il sacro Crisma, le lega con un lino bianco, invoca lo Spirito Santo. Don Angelo alzando gli occhi al cielo e mirando la benedetta immagine di Maria, che sovrasta l'Altare, quasi sorridergli esclama: Don angelo: Maria mi consola e infonde nell’ anima mia una pace serena. Chiesa: Tu es sacerdos in Aeternum. Coro: Gloria Patrii et Filio et Spiritui Sancto: Chiesa: Sicut erat in principio et nunc et semper. Don Angelo e Coro: in saecula, saeculorum. Amen.
Voce rec.: L'indomani mattina presto don Angelo accompagnato dal suo Vicerettore, si reca nella Basilica Vaticana per celebrare la sua prima Messa Solenne nella cripta vicino alla Tomba dell’Apostolo. Quante consolazioni in quella Messa. Don angelo: Ardo d'amore per la causa di Gesù Cristo, per la Chiesa, per il Papa. Signore tu sai tutto, tu sai che ti amo. Voce rec.: A mezzodì un'altra grande gioia per don Angelo, l’udienza con il Santo Padre Pio X, al quale in ginocchio riferì le sensazioni provate al mattino. Il Papa lo ascoltò e dopo averlo benedetto gli disse che avrebbe pregato per lui. La gioia era piena, quella stessa gioia che nel Giornale dell'anima gli fece scrivere la sera dopo il suddiaconato: Coro: Consacrato al cospetto di Dio e per tutta la Chiesa, inebriato dall’ amore liberante di Dio, dono della sua morte e risurrezione. Don Angelo: Prostrato dinanzi a te Signore per sempre ti ringrazierò. Chiesa: Sei nella Chiesa ministro di Dio, di letizia e di onore divino inondato. Coro: Risorto con Cristo, illuminato dallo splendore della sua gloria. Che sappia vivere da risorto con te. Don Angelo: La mia anima è una pagina bianca. Scrivici o Dio ciò che a te piace. Coro: Risorto con Cristo, illuminato dallo splendore della sua gloria. Che sappia vivere da risorto con te.
3° momento «Il Vescovo» Voce rec.: I primi dieci anni di Sacerdozio, don Angelo li trascorse accanto ad un grande Vescovo, quello che egli chiamerà: il mio Vescovo, mons. Giacomo Radini Tedeschi, di cui egli divenne segretario e confidente. Del suo Vescovo, don Angelo ammira lo stile, la saggezza, ma soprattuto l’instancabile opera pastorale. In quattro anni compie la visita pastorale, rida’ fiducia e vigore alla attività e alle 352 parrocchie della diocesi e don Angelo sempre accanto a lui, scrive nel suo Giornale dell'Anima: So che Monsignore non è scontento della compagnia che gli faccio. L'osservazione che mi fa spesso: uomo della mia pace. Ho la debolezza di credere che la mia pace sia provvidenziale, unita al fuoco dei suoi ardori apostolici. Gli anni passano in fretta e don Angelo assiste il suo Vescovo fin sul calvario. Dopo la prima guerra mondiale, dal nuovo Vescovo mons. Marelli, don Angelo viene nominato direttore Spirituale del Seminario, ma si da’ da fare anche per riorganizzare le associazioni cattoliche della città e soprattutto per coinvolgere i ragazzi che non sono in seminario. Nasce la casa dello studente, le attività si moltiplicano. Scrive nel suo diario: Don angelo: Ora so ciò che Dio mi chiede: l’ApostoIato tra i giovani. Questa la mia missione. Questa la mia croce. Chiesa: Ama i giovani come una madre fedele a Dio. Coro: Son tutto tuo o mio Gesù. pronto a lasciar tutto per seguirti. Don Angelo: Ciò che sono è tuo. Voce rec.: Le cose sembrano volgere al meglio, quando una lettera inaspettata giunge da Roma: Chiesa: La Chiesa ti chiama a Roma. Voce rec.: Don Angelo scrive una lettera al Card. Ferrari suo maestro, chiedendo consiglio. La risposta è chiara: Chiesa: La volontà del Papa è volontà di Dio! Coro: Lascia tutto e va. La benedizione del Signore è con te. Voce rec.: A Roma, don Angelo viene nominato presidente delle Pontificie Opere Missionarie, inizia il suo peregrinare in tutte le diocesi d'Italia e anche fuori di essa, per rinnovare e dare forza alle opere di apostolato a favore delle missioni. Sapeva benissimo don Angelo, che il Papa lo aveva voluto di più dilatato servizio e che di quel passo, volendolo o no, poteva salire molto ma la sua umiltà e la grande fede lo sostennero sempre; così scrive nel suo diario: Voce rec.: Ho lasciato a Bergamo ciò che tanto amavo. Ma qui devo e voglio restare. Coro: Senza pensare, senza guardare, senza aspirare ad altro. Chiesa: Questa è la volontà di Dio. Voce rec.: E la volontà di Dio si manifesta ancora, il Papa lo vuole Arcivescovo per la Bulgaria. Chiesa: E’ questa l’obbedienza che la Chiesa ti chiede. Don Angelo: Io non sono degno, io non sono capace. Chiesa: E’ la provvidenza che ti manda. Dio che lo vuole. Coro: Nulla ho voluto, nulla ho desiderato. Don Angelo: Io ti prego Signore, la sola tua gloria cerco. sia come tu vuoi. Obbedienza e pace. Voce rec.: Il 19 Marzo 1925 nella Chiesa di San Carlo al Corso è consacrato Arcivescovo di Aeropoli dal Card. Giovanni Tacci. Coro: Ecce Sacerdos Magnus, qui in diebus suis placuit Deo et inventus est justus. Ecce Sacerdos Magnus! Ecce Sacerdos Magnus. Chiesa e Coro: Alleluja! Alleluja! Alleluja.
4° momento « Il Papa» Voce rec.: I’attività di Mons. Roncalli a Sofia fu tutt’altro che facile, anzitutto per la difficile situazione politica. Dieci giorni prima del suo arrivo infatti si era consumato l'ennesimo attentato alla persona del Re Boris III che era miracolosamente scampato; la città restava sotto coprifuoco; a questo bisogna aggiungere i non facili rapporti tra cattolici e ortodossi e la povertà in cui viveva la maggioranza della gente. Fin dal suo arrivo Mons. Roncalli si mise a completa disposizione degli altri che erano diventati suoi fratelli. Nella sua prima domenica celebrò nella Chiesa cattolica di S. Giuseppe, e nell’ omelia in francese parlò loro: Mons. Roncalli: Voglio essere vostro fratello, nella stessa lingua, con lo stesso cuore. Coro: Pace e gioia a voi fratelli ortodossi, separati nella legge, uniti nell' amore del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Voce rec.: La ritrosia iniziale nei suoi confronti, fu vinta dall’amabilità del suo tatto, dalla cordialità nei rapporti, dall’umanità dello stile. In qualsiasi situazione egli era là, a portare il suo aiuto e la vicinanza del Papa, sia nelle vicende liete che in quelle drammatiche come il terremoto del 14 aprile 1928. Per dieci anni lavorò alacremente in Bulgaria, imparò anche la lingua per essere il fratello di tutti, ma inaspettatamente il 14 novembre 1934 da Roma viene nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Nel saluto ai cari Bulgari ricordando una tradizione irlandese, che a Natale fa brillare sul davanzale delle case una lampada per indicare a Maria e Giuseppe un ritrovo, così disse: Mons. Roncalli: La nostra vita è nelle mani di Dio. La mia finestra sarà sempre illuminata, ortodosso o cattolico, fratello bulgaro entra. Coro: L'amore vero, due braccia fraterne, il caldo abbraccio dell'amicizia, l a gioia della festa. Voce rec.: E riprende il cammino. Eccolo in Turchia e in Grecia. Il clima non è lo stesso della Bulgaria, qui i cattolici sono ristretti dal governo, il glorioso passato non torna più. Scriverà ad un suo amico sacerdote: "qui siamo a Caporetto". Ai superiori religiosi, tentati di abbandonare una terra diventata apparentemente ostile, dice: Mons. Roncalli: Restare, lavorare, amare. Il Papa lo vuole. Il Signore ci aiuterà. Voce rec.: Intanto nella sua Sotto il Monte due gravi lutti lo colpiscono, nel 1935 muore il papà; scrive: "I nostri morti sono invisibili, non sono assenti. I loro occhi pieni di luce e di gioia, sorridono ai nostri ancora pieni di pianto"; nel 1939 muore la mamma, addolorato fin nel profondo scrive ai familiari: "Piango con voi la carissima e venerata mamma nostra. Oh, ci rivedremo in paradiso se sapremo mantenerci fedeli agli insegnamenti che ella, la nostra mamma, ci ha dato ". Voce rec.: L'Europa intanto si riveste di ferro è l’ inizio della seconda guerra mondiale. Il Papa Pio XI come il suo predecessore Pio X alla vigilia della prima guerra mondiale, pronuncia parole di fuoco, ma è inascoltato. Ormai vecchio e stanco muore nel 1939. Mons. Roncalli vincendo l'indifferenza delle autorità governative, superando le ristrettezze economiche e di libertà come il divieto di portare l'abito ecclesiastico, facendosi fratello di tutti, diventa sempre più seminatore di pace. Volle che il Vangelo nella Cattedrale fosse letto in turco, introdusse la lingua nazionale nelle Chiese cattoliche, tutto ciò favorì il disgelo con le autorità che finalmente accettano un confronto. Guardando dalla sua finestra sul Bosforo annota: Mons. Roncalli: La pesca, voci e colori il Bosforo sembra in festa è il lavoro alacre dei pescatori. Coro: Luci nella notte, fatica di uomini, affanno di genti forza impavida per riempire le reti. Mons. Roncalli: Oh gaudio dell’anima mia. Così il sacerdote, pescatore di anime. Notte e giorno, per riempire le reti di Dio. Coro: Notte e giorno con la fede, sulla barca della vita sacro e soave dovere.
Voce rec.: Alla fine della guerra, nel 1944 un'altra inaspettata nomina, non più nelle ristrettezze ma nel fasto della vecchia Europa: Nunzio a Parigi. Accetta con paura e timore; anche qui nei non facili rapporti con gli organi governativi la sua azione diplomatica è un successo. Mons. Roncalli è sempre più il diplomatico di Dio. Mons. Roncalli: Con Dio, per il Papa e la Chiesa. Ch. Umiltà, semplicità, fedeltà al Vangelo. Per il mondo, per gli uomini. Mons. Roncalli: Con Dio, per il Papa e la Chiesa. Coro: Padre zelante paziente e vigilante, mite e intrepido, per tutti Amore. Voce rec.: Ed eccolo a Parigi, per appianare i rapporti tra gerarchla e stato. La guerra ha lasciato profonde e sanguinanti ferite. Ci riesce con l’aiuto di Dio e la sua totale fiducia nella provvidenza. Compie il suo settantesimo compleanno a Lourdes presso la cappella di Massabielle; rinnova la sua fedeltà a Dio e il suo amore a Maria sua dolce madre. 12 Gennaio 1953: è creato Cardinale. Ma la Chiesa chiama ancora: 15 Marzo 1953 è patriarca di Venezia; pensa, sia la sua ultima tappa. Il suo programma: Mons. Roncalli: Voglio essere parroco in grande, patriarca di tutti. (Tutto il mondo è la mia famiglia) Chiesa: Perdonare, aspettare, pazientare. Amare come Gesù. Voce rec.: Anni intensi e felici ma giunge il 1958. Il grande Papa Pio XII è morente. Il Patricarca si prepara a partire per il Conclave. "E ' certo ", dirà al suo segretario Mons. Loris: "tornerò a Venezia". A Roma dove alloggia, sulla sua porta una scritta: il Comandante. Chiaro presagio! Cominciano le votazioni. 28 ottobre ore 17.08: il suo nome raggiunge il numero dei voti necessari, il Card. Tisserant gli chiede: "accetti l’elezione canonicamente compiuta a Sommo Pontefice? " Giovanni XXIII: Tremens factus sum ego et timeo! Accetto! Mi chiamerò Giovanni, come mio Padre, come l'Evangelista. (la mia parrocchia natale, il laterano) Amatevi fratelli nel Signore. Chiesa: Annuntio vobis Gaudium Magnum: Habemus Papam| Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum Angelum Sanctae Romanae Eccelsiae Cardinalem Roncalli, qui sibi nomen imposuit: Joannem Vigesimum Tertium. Coro: Tu es Petrus! Tu es Petrus et super hanc petram aedifìcabo Ecclesiam meam.
5° momento «Il Papa buono. Il Concilio Ecumenico Vaticano II» Voce rec.: Cos’era accaduto? Era stato eletto il Cardinale Patriarca di Venezia, ed aveva assunto il nome di Giovanni XXIII. Da cinque secoli e mezzo, nessun pontefice si era chiamato cosi, l’ultimo a chiamarsi con quel nome era stato un antipapa. I Cardinali e i cattolici in genere credettero quella sera del 28 ottobre, di aver un papa di transizione. Ma era veramente così? La stampa di mezzo mondo rendeva omaggio al Papa buono, "un cristiano sulla cattedra di Pietro ". Fin dai primi giorni si da da fare, annuncia un concistoro in cui creerà 23 nuovi cardinali; il 15 dicembre durante la celebrazione dice: Giovanni XXIII: I cardinali per il Papa: saggio consiglio, illuminata collaborazione, valido appoggio nella guida della Chiesa. Voce rec.: Giunge Natale. Il Papa non si rassegna a passarlo da solo, come carcerato. Pensa, ripensa e decide: Giovanni XXIII: Andrò a trovare i bambini malati in Ospedale. Voce rec.: Nessuno aspettava quella visita. Fra il trambusto dei medici e del personale i bambini lo chiamano: Coro: Papa Giovanni. Vieni. Giovanni! Stai con noi! Voce rec.: Quanta gioia nel cuore per quella visita. Il giorno dopo, festa di Santo Stefano eccolo a Regina Coeli a visitare i carcerati, è il loro Vescovo, il loro Padre: Giovanni XXIII: Sono venuto, ho messo il mio cuore vicino al vostro. Chiesa: I miei occhi, nei vostri occhi.
Voce rec.: Anche questa visita è un tripudio di gioia, di felicità, di umanità. Ma il Papa sente che la Chiesa deve fare qualcosa in più per il mondo d'oggi che è notevolmente cambiato. Ma cosa. La risposta gli è subito chiara. Il 25 gennaio 1959 si reca con 17 cardinali alla Basilica di San Paolo fuori le mura, celebra una funzione per i cristiani perseguitati in Cina e poi si ritira con i Cardinali nella sala Capitolare e da l’ annuncio del secolo: Chiesa: Per venire incontro alla necessità del popolo cristiano,
Giovanni XXIII: Annunciamo un Concilio Ecumenico Universale. Noi presenteremo la Chiesa fulgida e splendente.
Coro: Vedete fratelli: ecco la Chiesa di Cristo. Madre e maestra.
Voce rec.: Iniziano i preparativi. Partono 2700 lettere a tutti i Vescovi del mondo. Accelera i tempi, ha fretta. Finalmente I’ 11 settembre 1962 annuncia che tutto è pronto; ad ottobre il Concilio. 11 ottobre 1962: Roma è in festa. 2498 Prelati da tutto il mondo sono arrivati per celebrare il Concilio Ecumenico Vaticano II. Alla luce di un terso sole romano la processione si snoda verso la Basilica di San Pietro. E' una nuova Pentecoste per la Chiesa. Quando entra in S. Pietro rimane colpito dalla scenografìa grandiosa del Concilio. Ai lati della navata centrale della Basilica è schierato, imponente, il "parlamento di Dio".. Coro: Veni Creator Spiritus Voce rec.: La sera di quello stesso giorno, spontaneamente una grande fiaccolata converse su piazza S. Pietro. Era il desiderio del Papa che si realizzava: la Chiesa, faro luminosissimo lanciato sul mare della vita. Sente il bisogno di affacciarsi e parlare loro. Voce rec.: Gli occhi stanchi e felici del Papa sorridono nel buio. Quel giorno, tanto desiderato, da lui preparato e voluto, è giunto ed è stato come lo aveva immaginato. Saranno le generazioni future a cogliere i frutti del Concilio. Ai bambini Papa Giovanni non ha fatto solo una carezza, ha spalancato le porte dell’avvenire cristiano. Voce rec.: E' il 16 ottobre 1962, il Concilio è iniziato da cinque giorni, una grave crisi incrina i rapporti fra America e Russia. Sull’isola di Cuba, rampe di missili a testata nucleare. Lunedi 22 alle 19.00 il Presidente degli Stati Uniti d’America annuncia il blocco navale dell’isola e che si prepara la risposta americana con rinvio di navi cariche di missili. E' la crisi più grave dopo la seconda guerra mondiale: 25 ottobre: la Radio Vaticana annuncia un appello che Papa Giovanni rivolgerà al mondo intero. Giovanni XXIII: Signore ascolta la supplica dei tuoi servi che temono il tuo nome! Mentre la gioia del Concilio apre alla speranza, nubi minacciose oscurano l’orizzonte. Coro: O potenti ascoltate il grido dei poveri e dei piccoli che sale al cielo: Pace! Pace!
Chiesa: Scongiuriamo i governanti: ascoltate questo grido. Salvate la pace! Giovanni XXIII: Fermate gli orrori della guerra. Voce rec.: L'appello è accolto; la pace è salva. L'11 aprile 1963 quasi a suggellare l’ impegno per la pace, il Papa dona al mondo la "Pacem in terris" , sua ultima Enciclica. Giovanni XXIII: La Pace in terra anelito profondo di tutti gli uomini. Nel rispetto dell’ordine voluto da Dio. Chiesa: Siate o uomini, testimoni di verità di giustizia e di amore fraterno! Coro: Cadano le barriere, cresca la carità. Fiorisca la giustìzia e regni la pace. Et in terra Pax hominibus bonae voluntatis. Amen Alleluja.
Voce rec.: Le condizioni di salute del Papa, intanto, peggiorano di giorno in giorno, il 26 maggio 1963 capisce di essere giunto quasi alla fine e che la sua sorte è la stessa del suo amato Vescovo Mons. Radini Tedeschi:
Giovanni XXIII: Si compia la volontà di Dio. Le valigie son pronte per il grande viaggio.
Voce rec.: Gli viene riferito che il mondo prega per lui, chiede che a quelle preghiere sia data un intenzione, dice: "per la Chiesa, per il Concilio, per la Pace". Voce rec.: 30 Maggio, il suo Segretario adempie a un compito che il Papa gli aveva affidato anni prima, dopo aver consultato i medici gli parla:
Ch: Padre Santo, io sarò leale come Vostra Santità fu leale con Mons. Radini. Questo è il Dies Domini, è il Dies Christi Jesu. Oggi la Santità Vostra è chiamata in Paradiso. Giovanni XXIII: Mi dici la cosa più bella che un prete possa ascoltare. Oggi andrai in Paradiso. Io sono Vescovo, voglio morire da Vescovo con semplicità e maestà! Voce rec.: Riceve il viatico; dopo il ringraziamento contemplando il crocifisso esclama:
Giovanni XXIII: Le braccia allargate di Gesù il mio programma. La semplicità e la povertà il mio diletto. Chiesa: Le braccia di Cristo: la Chiesa cattolica, apostolica, romana. Le braccia della Croce, dono di carità.
Voce rec.: 3 giugno. La situazione è drammatica, i medici dicono: è nelle mani di Dio. Ore 19.49 la finestra del palazzo apostolico si illumina. Papa Giovanni è entrato nella luce.
Coro: Vieni o servo buono e fedele
vieni da me fonte di vita. Vieni nel Regno di luce di pace. Vieni nella gioia dell'eternità.
Chiesa: Ti accolgono gli angeli ti salutano i Santi, i profeti e i patriarchi ti fanno corona.
Coro: Vieni o servo buono e fedele vieni da me fonte di vita. Vieni nel Regno di luce di pace. Vieni nella gioia dell'eternità.
Coro: Beato Giovanni, padre dei poveri, maestro degli uomini uomo di pace. Papa Buono, prega per noi. Chiesa e coro insieme Al Padre Onnipotente col Figlio Redentore nello Spirito Santo Amore. Gloria per sempre. Amen Amen Alleluja!
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