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L'ISOLA
CHE C'E'
Il
progetto/idea di ripercorrere i 50 anni di cultura e musica rock
attraverso il racconto degli avvenimenti più significativi e
l’esecuzione dal vivo dei brani più rappresentativi dell’evoluzione
di questo genere musicale (che non conosce ancora il tramonto), si è
concretizzato nella serata del 27 dicembre 2003 presso il Centro
Polivalente, qui a San Michele Salentino. Anche
in questa occasione l’Associazione Movimento Circolare – io ti
racconto fa centro. Nell’affrontare
tali tematiche con tutti i risvolti sociali, politici e culturali, si
corre il rischio di limitare la partecipazione ad un pubblico ristretto,
che segue e conosce il “codice” proprio del rock. Cosa strana, nella
serata del 27 questo rischio non c’è stato, visto la grande
partecipazione di pubblico di tutte le età. I
motivi? Credo siano tanti: chi è che non è stato “toccato” dalle
canzoni di Bob Dylan, dei Beatles, ecc.; La
serata si è svolta alternando la lettura storica con l’esecuzione dal
vivo dei brani musicali in versione acustica. Sono Diana Ligorio e
Angelica D’Urso le lettrici (Mariligia Vitale non ha potuto dare il suo
contributo per motivi di salute), mentre la rielaborazione del testo
(tratto da “La terra promessa” di Gino Castaldo) è stata
curata da Nando De Vitis. I
musicisti e cantanti che hanno eseguito i brani sono: Stefano Bellanova, Pompeo De Donno,
Davide Bolognino, Gianni Leo, Tommaso De Nitto, Don Pino Nigro e i suoi amici di
Leverano (Daniele, Rocco, Glenda e Gabriella), Mino Balestra, Leonardo Vitale, Fabiana Gallone, Antonella
Urgese, Romina Cassano, Annamaria Epifani, Angelo Epifani, Nando De Vitis,
Vito Francioso, Giuseppe Spina, Mino Ligorio (anche Anna Cofano non ha
potuto esibirsi per motivi di salute). Su
questi protagonisti ci tengo a fare le seguenti riflessioni: 1)
1 - è da apprezzare molto il contributo
gratuito, sia a livello strumentale che a livello artistico, di
tutti i partecipanti, segno di condivisione e solidarietà, grande
testimonianza civile e culturale; 2)
2 - anche se tecnicamente alcune esecuzioni hanno
peccato (chitarre scordate, acustica, ecc.) la maggior parte dei pezzi è
stata eseguita con un buon livello ed ottimi risultati: continuano ad
emergere le individualità canore e musicali (bravi tutti); 3)
3 - La presenza di Don Pino Nigro (con i suoi amici) ha
testimoniato come si possano condividere valori nel rispetto delle proprie
diversità culturali, religiose, politiche. Alcuni di essi sono universali
ed è bello ritrovarsi “insieme” a celebrarli e a viverli (si può
dire che è stata l'esibizione più bella in quanto ricca di tanta
umanità); 4)
4 - “Ci riprendiamo San Michele”, la frase detta da
Don Pino, nel suo intervento, ha suscitato qualche interrogativo a livello
interpretativo: credo che egli stesso specificherà meglio il senso di
quella frase. Per me queste parole significano che nel presente contesto,
attraverso la nostra azione, ci riprendiamo (o ci prendiamo) un pezzo di
responsabilità, diritto e dovere di ogni cittadino e di ogni istituzione,
affinché la nostra piccola comunità cresca senza mai perdere il legame
con le proprie radici (anche nella cultura rock ci sono le nostre radici). La
serata si conclude con un doveroso omaggio a Jhon Lennon, artista che ha
saputo incarnare le varie sfaccettature del rock. Ma sfumando sul brano
finale “Mind games” chi è che chiude definitivamente la serata è “Pelè”,
Giuseppe Calandro, con la sua chitarra. Improvvisando sul palco un rock
& blus, trascina tutti, musicisti e partecipanti, in un vortice dove
ballo ed emozioni “rotolano” per tutta la sala. E’ una festa. Ringraziamenti anche agli sponsor: Enzo Palumbo, Port’Alba, Centro Estetico Rinastica, Famiglia Suma Vito.
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