C’è
chi ritiene che sognare sia una prerogativa esclusivamente attribuita ai più
piccoli, ma è tristemente in errore: giovarsi di questa virtù che noi
tutti possediamo ci renderebbe indubbiamente uomini migliori.
Ciò
che rende il personaggio di questa storia un tipo davvero unico e
particolare è la sua straordinaria immaginazione grazie alla quale può
rendersi protagonista di storie fantastiche, e vivere avventure sempre nuove
parallelamente alla realtà che lo circonda.
Stefano
Cardoselli è nato 33 anni fa ad
Orbetello (GR) in Toscana e da diversi anni vive a San Michele Salentino con
suo figlio e con la sua compagna Rita conosciuta a Roma in una scuola per
fumettisti.
Dopo
aver conseguito la maturità artistica, ha frequentato per due anni
l’Accademia delle Belle Arti, ha lavorato come speaker, e dopo un periodo
di pausa ha ripreso a disegnare frequentando un corso specifico per
diventare fumettista.
La
sua passione per il mondo dei fumetti nasce quand’era ancora un bambino.
In particolare andava matto per “L’Uomo Ragno”, per “I fantastici
quattro”, e per “Dare Devil”. A proposito di quest’ultimo, lo scorso
anno ha avuto l’occasione di conoscerne il disegnatore Jene Colan, e di ciò
ne va molto orgoglioso: non capita tutti i giorni di incontrare il creatore
di un mito… per alcuni di noi sarebbe come conoscere Walt Disney!
Dal
momento che trascurare una passione è un affare alquanto difficile, Stefano
comincia a disegnare creando storie che pubblica su Internet. Viene così
contattato da un editore di Miami che interessato al suo stile gli propone
di lavorare alla produzione di un nuovo fumetto, “ (R)EVOLUTION MAN “, il quale narra le vicende di un super eroe
decaduto.
Successivamente
lo sceneggiatore italiano Gianluca Piredda lo contatta tramite un professore
di corso. Quest’ultimo non occupa un posto di gran spessore nei suoi
ricordi, tuttavia è stato proprio grazie all’indifferenza dello stesso
docente che Stefano inizia a concretizzare il sogno di lavorare in questo
campo. Infatti questo insegnante non aveva mai apprezzato le sue doti
artistiche affermando che era sprovvisto di un proprio stile.
Fortunatamente
grazie alla sua tenacia il nostro fumettista non si è mai arreso dinnanzi
alle critiche, e questa qualità ha costituito l’ingrediente basilare per
la riuscita del suo lavoro.
In
definitiva Piredda ha proposto la realizzazione di un fumetto al professore
il quale non avendo creduto nelle potenzialità del progetto ritenendolo una
questione di poco conto, lo affida al “suo” allievo.
Approfittando
dell’occasione Stefano dimostra le sue capacità contro ogni possibile
aspettativa del “caro” prof., e riesce a realizzare qualcosa di
veramente vincente.
Intorno
al ’98-’99 è stato contattato da uno sceneggiatore che gli ha affidato
la realizzazione di un fumetto “One Shot”( tipologia di fumetto in cui
la storia ha un inizio e una fine), uscito in Italia, in America, in
Francia, ed è stato realizzato anche in tedesco e in turco. Negli Stati
Uniti ha venduto circa 22000 copie. La casa editrice è l’”Antarctic
Press” del Texas. Questo fumetto che è incentrato attorno ad
un’atmosfera gotica è intitolato “Winds
of Winter”. La copertina è stata realizzata dall’illustratore
inglese Bryan Talbot.
Nonostante
il progetto sia andato in porto dimostrandosi apprezzato dai lettori e anche
molto fruttuoso in termini economici, sono sorti dei problemi con
l’editore e purtroppo non c’è stato il seguito.
Nel
2000 ha iniziato a collaborare con una delle più importanti riviste
antologiche americane che negli anni ’80 ha prodotto un cartone animato.
Si tratta della “Heavy Metal”, che oggi raccoglie fumetti di diversi
artisti. “AZUREK STORIES” è la storia creata da Stefano, e narra le vicende
che si svolgono nella città di
Azurek in un’ambientazione fantascientifica.
Alla
sua realizzazione ha collaborato anche la compagna Rita Gorgoni, la quale ha
curato l’impiego dei colori in tutto il fumetto.
Ultimamente
la Heavy Metal ha pubblicato il nome di Stefano in copertina e questa è
stata una grande soddisfazione perché non accade molto frequentemente che i
nomi dei ragazzi che collaborano con questo tipo di
rivista vengano messi in risalto. Ciò potrebbe rivelarsi molto utile
in futuro, in quanto potrebbe rappresentare la chiave per aprire nuove porte
in questo ambiente.
Stefano
ha realizzato anche illustrazioni per giochi di ruolo come “STAR
LEGION”, “BATTEL MAGES” e “LA GUERRA DEI MONDI”,
quest’ultimo ispirato ai racconti di Hg. Wells. Sfortunatamente per gli
appassionati del genere, questi diversivi alla noia sono venduti solo negli
Stati Uniti, in Francia e in Canada.
Tra
gli altri progetti a cui
Stefano attualmente sta lavorando, c’è un libro di 60 pagine circa, una
raccolta di vari fumetti intitolata “GOTIC
MEGATHERION” . Il titolo è il nome della terra in cui si svolgono
svariate storie.
È
un’opera ispirata al medioevo gotico ed è ambientata in una terra
immaginaria in cui i baroni si contendono il titolo di Re facendosi guerra
tra loro. Per far capire il senso della pace a questa sciocca umanità una
strega gli invia un drago e li incenerisce.
Per
fare questo mestiere non c’è bisogno di recarsi in ufficio ma di
possedere un computer, e per un fumettista lavorare in questo modo è
estremamente semplice: crea le storie e i fumetti, li scannerizza e li invia
tramite posta elettronica alle case editrici. Stefano spiega che per
impostare la tavola di un fumetto ( per ‘tavola’ si intende l’insieme
di vignette contenute in una pagina) è necessario un giorno.
Tuttavia
i tempi variano a seconda delle esigenze, di conseguenza se lo sceneggiatore
per il quale si lavora ha idee notevolmente stravaganti è necessario
riuscire a coglierle perfettamente, in modo tale da poter interpretare i
soggetti del fumetto in maniera soddisfacente e rapida. La realizzazione di
un fumetto potrebbe richiedere anche 2 anni.
Realizzare
fumetti è per Stefano una vera e propria attività lavorativa che gestisce
da solo, lavorando in media 14 ore al giorno. Per la creazione di queste
brevi storie figurate Stefano ci confessa che oltre al tempo, alla fantasia
e ad un’adeguata preparazione, è necessario documentarsi ed essere anche
dotati di una buona dose di pazienza. Queste qualità si possono tradurre
semplicemente con il termine passione.
E lui si ritiene un ragazzo
estremamente soddisfatto perché
è riuscito a combinare il lavoro con questo suo spiccato interesse.
(elaborato
tratto dall'intervista rilasciata all'Associazione culturale
"Movimento Circolare" - agosto 2004)
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