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A PROPOSITO DELLA STORIA DI SAN MICHELE SALENTINO

 

A PROPOSITO DELLA STORIA DI SAN MICHELE SALENTINO

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Chi segue le vicende politiche sammichelane sicuramente si è imbattuto nelle forti polemiche che stanno nascendo in ordine alla pubblicazione del libro sulla storia di San Michele Salentino, curato dall’Amministrazione Comunale. Tutto nasce da un articolo di Francesco Gorgoni pubblicato sul periodico sanvitese “L’Arcobaleno” (anno VIII – num. 5 – ottobre/novembre 2006) dal titolo “A proposito della storia di San Michele Salentino”. In seguito a tale articolo, che pubblichiamo in calce (dopo aver ottenuto l’autorizzazione del direttore de “L’Arcobaleno” Raffaele Romano) con il mero scopo di ricomporre la vicenda, la polemica si è “incendiata” con l’articolo di risposta del Sindaco Alessandro Torroni “Un Cammello Vagante In Cerca di Fortuna” pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Comune di San Michele Salentino n. 6 – dicembre 2006 – ed a seguire l’articolo di Arcangelo Barletta “Bugie del Sindaco sul caso del libro di storia su San Michele” pubblicato su “Prospettive” n. 10 – dicembre 2006 - Midiesis.

A PROPOSITO DELLA STORIA DI SAN MICHELE SALENTINO
di Francesco Gorgoni
“L’Arcobaleno” (anno VIII – num. 5 –ottobre/novembre 2006)
Un Chionna che non t’aspetti nel volume “S. Michele Salentino tra storia e tradizioni” (Schena Editore/Edizioni Il Punto), presentato il 7 settembre scorso nel vicino comune.
Attento più del solito a marcare l’argomento con la propria autorevolezza; preciso come un impiegato dell’anagrafe o del catasto nella elencazione di nomi, date, contrade; abile, quando presenta una piccola novità, alla stregua di un gioielliere che vende pezzi di
bigiotteria a peso d’oro. Ma stranamente reticente e maldestro nella indicazione delle fonti bibliografiche locali –come del resto anche del corredo fotografico (almeno 9 originali delle immagini ivi pubblicate fanno
parte di collezioni private non menzionate) - e nel confronto con le stesse (su tipo, genere, schema narratologico, documenti, altri contenuti, analisi, interpretazione critica delle motivazioni del principe
fondatore Francesco Dentice e di qualche toponimo, ecc.); tranne, ma non sempre opportunamente, quando in qualche raro
caso riesce a sollevare questioni di lana caprina; ironico fino all’insolenza, inoltre, in alcuni passaggi della presentazione e delle conclusioni, dove, oltre alla preoccupazione di mettere in risalto l’unicità e la qualità del suo lavoro e blandire il sindaco-mecenate Alessandro Torroni, cerca di esorcizzare la figura ed il
ruolo dell’autore che prima di lui ha scritto una storia su S. Michele Salentino, evitando accuratamente di scriverne il nome.
In un empito di narcisismo il Chionna afferma di essersi ispirato al suo maestro, il prof. Cinzio Violante, il quale gli avrebbe insegnato – udite udite - che la storia si fa
con i documenti. Omette però di dire se il medesimo lo abbia istruito anche sulla deontologia professionale (scienza morale dei doveri) ed, eventualmente, il motivo
per cui in questo caso non abbia voluto darne prova. Dei due, l’uno: o è entrato in una fase critica di decadimento biologico e non ricorda più come fare, oppure vi è stato “costretto” da una non chiarita condizione indecente per poter ottenere il finanziamento o l’incarico comunale a scrivere il libro. In ogni caso si tratta di una caduta di stile che macchia in modo irreversibile la sua attività di storico.
A Brindisi, per fare un esempio, si ricorda ancora la vicenda che vide protagonisti Giamaria Moricino, che nel 1604 scrisse la prima storia antica della città, rimasta
inedita, e il padre carmelitano Andrea Della Monica, che nel 1674 pubblicò una memoria storica di Brindisi senza fare menzione della sua fonte. Andrà così anche per la storia
sull’ex Frazione di S.Vito dei Normanni? Molti aspetti lo lasciano supporre. Ai posteri l’ardua sentenza.

Un po’ più agevole si rivela, invece, il percorso del co-autore Vincenzo Palmisano, che nella seconda parte del libro tratta – per dirla con d. Antonio – di “usi, tradizioni, aspetti folkloristici”. Ma anche lui pecca di memoria in fatto di riferimenti a precedenti pubblicazioni tematiche del luogo.
Sono queste le impressioni che i lettori attenti e gli studiosi di storia patria potranno trarre dal libro in questione, rispetto a quanto già pubblicato da chi scrive
con la serie de “Il Calendario Storico di S. Michele Salentino”, nnr. 1-5,1995/1999, Centro Culturale “Il Paese” e “Il presepe vivente di Ajeni (S. Michele Salentino) tra storia e tradizioni “, Lodo Editore,
Latiano/Centro Culturale “Il Paese” di S. Michele Salentino, 1997.
In sostanza il libro di Chionna e Palmisano, costato all’Amministrazione comunale di S. Michele Salentino una cifra pari a circa 16.000 euro (32 milioni di vecchie lire)
aggiunge poco e niente a quanto già noto, soprattutto nella parte storica. Incidentalmente, però, propone un
tema interessantissimo - nel genere storiografico - per chi in futuro vorrà cimentarsi sulla storia di questo Comune:
il confronto tra le citate pubblicazioni, i meriti ed i valori dei rispettivi autori. Senza ironie e faziosità.

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