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I Concerti
- 12 AGOSTO 2004, ore 21.00 - Luna nel
pozzo, Contrada Foragno - OSTUNI - Biglietti € 8.00 / € 5.00 ridotto; |
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Tonino
Zurlo
Ora, che c'entra un personaggio ostunese nelle pagine di un sito locale sammichelano? Intanto voglio subito dire che Tonino Zurlo è un cantautore (o meglio, cantastorie) che scrive e canta le sue canzoni direttamente in dialetto. Canzoni che parlano della nostra terra, dei tanti drammi del sud, di storie di vita e saggezza della filosofia popolare, che non si discostano poi mica tanto dalle nostre radici culturali. L'altro motivo per cui Tonino viene ospitato su queste pagine riguarda un avvenimento molto importante che lo coinvolge: l'uscita nei prossimi giorni del suo primo CD, realizzato dal Circolo Bosio di Roma (cenacolo di studi e sperimentazione in materia di cultura popolare) e dal quotidiano nazionale "Il Manifesto". Poi, credo, Tonino (ma anche Don Angelo) ha contribuito a farci conoscere ed amare la cultura, quella popolare della nostra terra, a farci riflettere sui mali del sud, a rafforzare e ricercare le nostre radici. Nonostante la sua fama risalga agli anni 70, conosciuto ed apprezzato sin d'allora nel panorama nazionale della cultura e musica popolare, Tonino ha sempre rifiutato l'idea "commerciale" della produzione musicale. Questo CD arriva ora e di commerciale ha solo il costo, contenuto, della realizzazione. Qualcuno ha provato a chiedergli come mai ora? Lui risponde con i suoi versi: "Lu Ddie' na tene fretta / i n'orchestra perfetta / ca na sbaglia na nota". <Mentre lavora, nella sua bottega di restauro da anni aperta su via Cattedrale, Tonino ascolta sempre la radio. Ma più che dalle note filtrate dagli altoparlanti, il suo orecchio è costantemente attratto dalle voci, quelle vere, che si riversano sulle strade d'attorno, dalle situazioni quotidiane, ma indagate con acume e spirito critico e osservate da quell'ottica privilegiata che è propria solo dei veri artisti: "Una canzone è come la foto scattata da un bravo fotografo. E, se è fatta veramente bene riesce a ritrarre quello che la gente comune, superficiale o solo distratta, non riesce a vedere". Ecco
dunque passare durante questi trent'anni dinanzi al suo uscio mille
personaggi con altrettante storie diverse da raccontare: bastava uno
sguardo per capire il dramma che si portava dentro il figlio del contadino
(lu villane), che nessuna ragazza da marito voleva, perché povero e
sempre sporco, ma "lu villane zappa lu grane e da lu grane se fasce
lu pane (...) / lu villane zappa la terra pe ffa' l'uva grossa e bella, /
da l'uva devenda miere, cu ne caccia li penziere"; ed era facile
immaginare che triste destino fosse toccato a "Meste Narducce",
una volta andato in Germania per procacciare ai suoi figli un avvenire
migliore, per farli studiare: senza conoscere la lingua, senza poter
esercitare più il suo mestiere; entrato in una fabbrica, consumò la sua
grigia esistenza tra viti e bulloni: "ca la iaddina - se disce a llu
paise nueste - se spelava morta; 'mbece nuie, povere dessgrazziate,
venemme accise vive". Tonino Zurlo è stato qui a San Michele in occasione della manifestazione NOTE IN MOVIMENTO (30/08/2003) facendoci ascoltare due sue bellissime canzoni. Scheda del CD Titolo:
Jata viende
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