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I Concerti

- 12 AGOSTO 2004, ore 21.00 - Luna nel pozzo, Contrada Foragno - OSTUNI - Biglietti € 8.00 / € 5.00 ridotto;
- 25 AGOSTO 2004 - Angoli di Centro storico - Cortile del Castello, MESAGNE;
- 5 AGOSTO 2003 A OSTUNI - CONCERTO E PRESENTAZIONE DEL CD;
- 20 NOVEMBRE 2003 A ROMA (LOCANDA ATLANTIDE) PRESENTAZIONE DEL CD;
- Articolo di Sandro Portelli su IL MANIFESTO del 19/11/2003 "QUEL VENTO CHE SOFFIA SULLE EMOZIONI".
 

 

Tonino Zurlo
cantastorie della nostra terra


Abbiamo parlato in queste pagine degli anni 70-80, di cosa significava vivere da giovani in quegli anni a San Michele, delle tensioni sociali, civili, culturali e politiche, della rivoluzionaria esperienza di un prete che privilegiò stare dalla parte degli ultimi e degli emarginati per testimoniare la "buona novella", il "mondo nuovo". In quegli anni abbiamo fatto la conoscenza, tramite Don Angelo Colucci, di un personaggio molto particolare: Tonino Zurlo. Compaesano e amico dell'allora parroco di San Michele Salentino ci colpì subito per il suo modo di cantare e suonare la chitarra.

Ora, che c'entra un personaggio ostunese nelle pagine di un sito locale sammichelano?

Intanto voglio subito dire che Tonino Zurlo è un cantautore (o meglio, cantastorie) che scrive e canta le sue canzoni direttamente in dialetto. Canzoni che parlano della nostra terra, dei tanti drammi del sud, di storie di vita e saggezza della filosofia popolare, che non si discostano poi mica tanto dalle nostre radici culturali. L'altro motivo per cui Tonino viene ospitato su queste pagine riguarda un avvenimento molto importante che lo coinvolge: l'uscita nei prossimi giorni del suo primo CD, realizzato dal Circolo Bosio di Roma (cenacolo di studi e sperimentazione in materia di cultura popolare) e dal quotidiano nazionale "Il Manifesto". Poi, credo, Tonino (ma anche Don Angelo) ha contribuito a farci  conoscere ed amare la cultura, quella popolare della nostra terra, a farci riflettere sui mali del sud, a rafforzare e ricercare le nostre radici.

Nonostante la sua fama risalga agli anni 70, conosciuto ed apprezzato sin d'allora nel panorama nazionale della cultura e musica popolare, Tonino ha sempre rifiutato l'idea "commerciale" della produzione musicale. Questo CD arriva ora e di commerciale ha solo il costo, contenuto, della realizzazione. Qualcuno ha provato a chiedergli come mai ora? Lui risponde con i suoi versi: "Lu Ddie' na tene fretta / i n'orchestra perfetta / ca na sbaglia na nota".

<Mentre lavora, nella sua bottega di restauro da anni aperta su via Cattedrale, Tonino ascolta sempre la radio. Ma più che dalle note filtrate dagli altoparlanti, il suo orecchio è costantemente attratto dalle voci, quelle vere, che si riversano sulle strade d'attorno, dalle situazioni quotidiane, ma indagate con acume e spirito critico e osservate da quell'ottica privilegiata che è propria solo dei veri artisti: "Una canzone è come la foto scattata da un bravo fotografo. E, se è fatta veramente bene riesce a ritrarre quello che la gente comune, superficiale o solo distratta, non riesce a vedere".

Ecco dunque passare durante questi trent'anni dinanzi al suo uscio mille personaggi con altrettante storie diverse da raccontare: bastava uno sguardo per capire il dramma che si portava dentro il figlio del contadino (lu villane), che nessuna ragazza da marito voleva, perché povero e sempre sporco, ma "lu villane zappa lu grane e da lu grane se fasce lu pane (...) / lu villane zappa la terra pe ffa' l'uva grossa e bella, / da l'uva devenda miere, cu ne caccia li penziere"; ed era facile immaginare che triste destino fosse toccato a "Meste Narducce", una volta andato in Germania per procacciare ai suoi figli un avvenire migliore, per farli studiare: senza conoscere la lingua, senza poter esercitare più il suo mestiere; entrato in una fabbrica, consumò la sua grigia esistenza tra viti e bulloni: "ca la iaddina - se disce a llu paise nueste - se spelava morta; 'mbece nuie, povere dessgrazziate, venemme accise vive".
Una livella giusta e santa viene a liberare la Città Bianca un bel giorno da un commendatore affatto amato dai suoi compaesani, che avrebbe addirittura offerto denaro alla Morte ("nu millione, do' millione, na casa, lu fonde... pigghiete ciò cca vue'!") pur di poterne scampare. Ma "la morte i l'uneca cosa vera, / a stu munne d'ingiustizzia la morte nuie ne fasce tutte na manera".
E poi ancora il sapere che si tramanda dai nonni ai nipoti, e... che dire della canzone "ndramcologica"? Ciò che vuol dire - spiega Tonino - "creare sostanza nella base cranica", ossia far funzionare il cervello, farsi furbi, come capita a Fri Fri, il cagnolino di una vezzosa, aristocratica e corpulenta signora della città, "La signora totta ciccia" appunto, che alla fine della storia, in maniera piuttosto comica, riesce a riconquistare la sua libertà. Il monito rivolto soprattutto ai giovani a ragionare, a non farsi mai plagiare, a "na farse anghije la cape" e a "cernere" (come ripetono più volte le strofe della "Setella") sembra essere una costante della produzione canora di Tonino>.
Tratto da un articolo di Lucia Moro pubblicato su Liber@mente.

Tonino Zurlo è stato qui a San Michele in occasione della manifestazione NOTE IN MOVIMENTO (30/08/2003) facendoci ascoltare due sue bellissime canzoni.


Scheda del CD

Titolo: Jata viende
Le canzoni: La setella; Li preghiere; Mamma Madonna; Meste' Narducce; La morte de lu commendatore; La tarantella de li brutte e de li belli; La signora totta ciccia; Viecchie e peccinne; Bella cumm'a nna rosa; Mu' ca l'estate se n'i sciuta; Jata viende; Lu cane a la catena; Lu vellane; Quanne t'annammuere
Direttore Artistico: Paolo Mastronardi
Registrazione: "Centro servizi per le attività musicali" di Mario Ancora - San Vito dei Normanni
Distribuzione: Il Manifesto

Ipse dixit: "Mai ho sentito così forte, come in questo magnifico grido armonizzato, accompagnato, suonato, ripulito, infilato in un CD, il senso della necessità CANTO SENNO' ME MORO (si dice a Roma)... Sono note che incollano magnificamente sulle sillabe e insieme creano cellule sonore reiterate... Si entra in un vortice di emozioni varie e se ne esce solo quando il disco è finito." GIOVANNA MARINI